XVI

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3 SETTEMBRE 2020.

Era passata esattamente una settimana dalla partita di Quidditch, e tra Lauren e Camila andava tutto a gonfie vele.

Si incontravano dopo le lezioni, e passavano la sera e/o il pomeriggio insieme; tutto sembrava normale, quasi una quotidianità che Camila non poteva ancora credere fosse sua.

Eppure era lei quella che si impossessava delle labbra della corvina quando le era possibile farlo, era lei che la abbracciava ogni giorno per ore, era lei che la coccolava fino a farla addormentare tra le sue braccia.

Aveva paura di ciò che sarebbe dovuto succedere quattro giorni dopo, ma allo stesso tempo la consapevolezza di avere lì la corvina la rassicurava molto.

Era la persona che le stava più accanto in quei giorni infernali, dove non faceva altro che pensare a quel giorno che le aveva rovinato la vita.

Tanto più, sentiva in modo accentuato la mancanza di suo papà. Solitamente si distraeva, cercando di occupare il suo tempo pensando ad altro, ma il quel momento il nuovo appello era quasi l'unico pensiero, e se non era con Lauren non riusciva a distrarsi.

<< Mila, mi stai ascoltando? >> Le chiese la polinesiana, la quale stava raccontando si quanto nella prima settimana di relazione Sean fosse stato perfetto in tutto e per tutto.

<< Io... sì. Cioè, no. Scusa. Non faccio che pensare a mio papà. >> Sospirò la cubana. << A come sarà rivederlo e dover raccontare di nuovo quelle cose. >>

<< Mila, andrà tutto bene. Lauren sarà lì con te. E lo rivedrai, rivedrai i suoi occhi azzurri e i capelli a spazzola, se non ha cambiato pettinatura. >> Cercò di rassicurarla Dinah, capendo il suo essere distratta.

Stava diventando sempre più comprensiva, come se dall'avvenimento di Lauren si fosse addolcita e sensibilizzata.

<< Grazie, DJ. Ero rimasta al mazzo di rose dell'altro ieri. >> Rise Camila, permettendo alla polinesiana di continuare il discorso.

Lo sguardo della cubana si spostò a Harry, che si era distratto a fissare il vuoto, probabilmente pensando al suo Louis.

Il ragazzo aveva raccontato a Camila e Dinah che ciò che aveva intuito era esatto, e che Zayn e Louis non si parlavano più, da migliori amici che erano.

Il rapporto tra il britannico e il Serpeverde però, si era solo che rafforzato. E di questo la cubana ne era solo che felice.

<< Io vado in biblioteca, voglio stare un po' sola. >> Proruppe la cubana, sospirando.

Camminò trascinando i piedi per tutto il tragitto, si sentiva appesantita da cose che ancora non erano reali.

Entrò usando l'incantesimo per aprire le porte e si nascose in un angolo preciso di essa, dove si permise di piangere.

Singhiozzò piano, stringendo a sé le ginocchia. I libri thriller erano i preferiti di suo papà, l'uomo che l'aveva cresciuta per bene.

Certo, non poteva negare fosse diventato un alcolizzato, ma le aveva sempre voluto bene, e nonostante alcuni comportamenti, non si sarebbe mai azzardato a far qualcosa a Camila oppure sua madre.

<< Camz? Sei qui? >> Sentì il sussurro di Lauren arrivare a lei, ma non riuscì a rispondere. << Eccoti, mi sono ricordata che è il tuo posto sicuro. >> Sorrise la corvina. << Non volevo disturbarti, se vuoi vado. >>

La cubana, che ancora non si era fatta vedere, alzò la testa, e con le lacrime che le scorrevano feroci scosse la testa in segno di diniego.

Lauren si preoccupò, ma cercò di non trattarla come un'idiota. Si sedette accanto a lei e restò in silenzio, afferrandole una mano.

<< Sono agitata. >> Sospirò la cubana, cercando di calmarsi.

<< Lo so, Camz. Lo so. Sarò lì con te, okay? Andrà tutto alla grande. >> Le fece coraggio la corvina, volendo essere di supporto.

<< Non mentirmi, lo so che non andrà bene... >> Scosse la testa Camila.

<< Perché non dovrebbe? Camz, sei una delle persone più forti e coraggiose che io conosca. E prometto che se qualcosa andrà storto, beh, io ci sarò. >> Sorrise Lauren, non perdendosi d'animo.

<< Grazie. >> Disse Camila soffiandosi il naso.

<< Sei carina quando ti soffi il naso. >> Mormorò la corvina, avvicinandosi a lei per lasciarle un bacio a fior di labbra.

Quando erano sole il contatto fisico c'era sempre, ma in mezzo alle altre persone la corvina non ne voleva sapere. Camila la vedeva sempre distaccata, sia mentalmente sia con il corpo, e avrebbe solo voluto chiederle che differenza ci fosse, ma non voleva farla arrabbiare.

Si baciarono per qualche minuto, sempre in modo casto e contenuto. Entrambe sentivano come una forza crescere dentro e manifestarsi fuori.

Camila in quei momenti sentiva quel cerchio protettivo che si era formato tempo addietro crescere sempre di più, senza un'apparente motivo.

La vicinanza di Lauren le causava quello, forse perché si sentiva al sicuro, non era ancora riuscita a dare una spiegazione a quello.

Non aveva tolto una sola volta l'anello della corvina, nemmeno una, nemmeno per un secondo. Le infondeva delle energie positive in corpo.

<< Sono felice di essere qui con te. >> Sorrise la cubana, staccandosi lentamente.

<< Anche io, Camz. Lo sai. >> Ricambiò la smorfia la corvina.

Era soprattutto di notte, nascoste da tutto e tutti che la corvina si mostrava a Camila; per la cubana non era un problema, la trovava una cosa loro, non si sentiva chiusa o chicchessia.

<< Non vedo l'ora del Torneo TreMaghi. Vorrei mettere il mio nome nel Calice. >> Confessò Camila, con un sorriso.

Lauren spalancò gli occhi, sorpresa da quella decisione.

<< Sei- sei sicura? È una cosa importante alla quale bisogna pensare bene. >> Si schiarì la voce la corvina, evidentemente preoccupata.

<< Sono sicura. L'ho sempre voluto, fin da quando ero piccola lo dicevo a mio papà, e lui mi diceva che sarebbe stato fiero di me. Devo assolutamente almeno provare. >>

<< Beh, se ne sei sicura sono qui per supportarti. >> Sorrise poco convinta la corvina, che non riusciva a fare altro che pensare alle possibili conseguenze.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 13, 2021 ⏰

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