2 ; fifty fifty

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Passai due intere settimane a spacciare droga con Carl, raccolsi un bel po' di soldi e fortunatamente la polizia non ci beccò.

È divertente passare del tempo assieme a lui, non è male come ragazzo.

Sono all'Alibi a fare i compiti mentre sorseggio una cola.

«Cristo Santo, sicura di non voler una birra?» mi chiese Kevin mettendosi le mani sui fianchi, «Tranquillo Kev sto bene così, grazie lo stesso» gli sorrisi «Kev lasciala stare e aiutami con le gemelle» spuntò Veronica
«Tranquilli faccio io!» rispose Svetlana appoggiando le casse di birra sopra al bancone.

«Hey Kevin una birra per favore» si precipitò accanto a me Carl, «Davvero studi all'Alibi?» mi domandò guardandomi «Si, dove dovrei andare sennò?» risposi ricambiando lo sguardo «Che ne so, a casa?» «Troppa confusione» Kevin gli porse la birra a Carl ed entrambi mi guardarono «Che volete?» li guardai scocciata «Oh no niente» si arrese Kev.

«Che farai sta sera?» mi chiese dopo un po' «Vado a spacciare droga con il mio vicino di casa, tu invece?» «Farò la stessa cosa con la mia vicina di casa che è sempre incazzata con il mondo intero» lo guardai male, «Dobbiamo parlare di una cosa riguardo Janet» si alzò e feci lo stesso, presi le mie cose e lo seguì fino all'uscita.

«Già ti sei stancato di lei?» chiesi ridendo «No, e solo che è troppo precipitosa ed è sempre aggressiva. Mi piace per la mor del cielo ma ecco mi fa cadere le palle a terra» disse schietto, non mi aspettavo una risposta del genere, «È strano sai, di solito i ragazzi come te sbavano dietro a tipe come lei» si fermò «Tipi come me?» mi fermai anch'io e lo guardai «Si tipi come te, che vanno dietro a ragazze come lei, seno abbondante e culo sodo, pensate solo al sesso» «Io non penso solo al sesso...» «L'ultima volta che hai pensato ad una cosa perversa?» incrociai le braccia «Ieri» rispose a bassa voce, «Invece com'è finita con Peter?» cambiò argomento, riprendemmo il passo, «Siamo usciti, mi ha portata al cinema e mi ha limonata, non sa baciare» si mise a ridere «Peter Flood che non sa baciare? Questa mi è nuova» «Si e penso che non ci sarà una prossima volta» ridacchiai «Troverai di meglio fidati, qualcuno che saprà baciare» mi spintonò, ricambiai la spinta e continuammo così per tutto il tragitto fino a casa mia.

«Ci vediamo sta sera» mi fece l'occhiolino «Mi sono dimenticato, cena da me» rimasi sbalordita dal suo invito.

Non mi vestì un granché, misi solamente il solito jeans chiaro con gli strappi, maglietta dei nirvana nera e le vans.
Non mi truccai neanche.
Tanto è Carl.

Bussai alla porta, mi aprì Fiona, mi sorrise e velocemente arrivò Carl, mi fece accomodare e mi portò in camera sua.
«Posso farti una domanda Carl?» mi sedetti sul suo letto «Certo» si sedette accanto a me «Perché ti sei fatto le treccine da afro?» «Da quand'è che sono stato in prigione mi sento nero» lo guardai confusa «Ti sei fatto?» ridacchiai «No» mi guardò seria «È pronto, scendete» entrò in camera Lip e subito dopo uscì, «Non era al College?» chiesi alzandomi «Lunga storia».

Arrivammo al piano di sotto. Ci sedemmo e come al solito arrivò l'ubriacone di Frank, fece come al solito le scene patetiche, "Sono vostro padre bla bla bla" "Merito anche io di essere seduto qui con voi e bla bla bla" poteva risparmiarsele.

Alla fine se ne andò sul divano a guardarsi la televisione, la birra non poteva mancare.

«Carl ti sei messo il profumo?» gli chiese Ian «Ehm no» rispose bevendo l'acqua «Oh si, questa è colonia» disse Fiona, «Ehm noi dobbiamo andare» mi prese per mano e ci alzammo velocemente, «Usate i preservativi!» urlarono Ian e Lip.

In men che non si dica arrivammo alla stazione.
«C'è una macchina laggiù, vai tu» mi passò due sacchetti, «Non puoi andare tu? Sono sempre andata io per prima» alzò gli occhi al cielo e mi prese i sacchetti dalle mani.

«240 dollari, 120 a te e 120 a me» divise i soldi e me li porse.

È stato l'unico cliente.

Non è venuto più nessuno.

«Andiamo all'Alibi?» propose il ragazzo, «Va bene».
Arrivammo al locale silenziosamente, «Due birre» ordinò Carl.
Rimanemmo di nuovo in silenzio.
«Hey Carl tutto ok?» gli chiesi toccandogli la mano, «No i miei fratelli, mi devono sempre mettere in imbarazzo» «Solo perché ti sei messo un po' di profumo?» annuì, bevette la sua birra, spostai la mano e sorseggiai la bevanda.

«Carl io vado a casa, ci vediamo domani a scuola» lo salutai con un bacio sulla guancia e me ne andai.

Il giorno dopo, come al solito, Carl mi aspettava fuori da casa mia.
«Buongiorno raggio di sole, dormito bene?» scherzai un po' «Abbastanza da non poter uccidere nessuno» ridacchiò.

Il tragitto da casa mia a scuola è stato imbarazzante, e non so il motivo.

«Che farai ad Halloween?» mi domandò girandosi verso di me «Sai che non sono una tipa da festa Carl» gli ricordai «Io non sto parlando di feste» rispose sorridendo «Ti ascolto» feci cenno di seguirmi, arrivammo fino al mio armadietto, «La notte di Halloween sarò solo, ti va di farmi compagnia? Faremo la maratona di Nightmare» «Ci sarò» presi il libro di chimica e giusto in tempo suonò la campanella, «Ci si becca in giro» se ne andò e io andai di corsa in aula.

All'uscita della scuola notai Carl correre, chissà cosa avrà combinato.

Lo inseguì.

Se ne andò all'Alibi.

Entrai dentro al locale, «Dov'è Carl?» chiesi a Kev «In bagno» mi indicò la strada, come se non lo sapessi già.

Entrai nel bagno degli uomini.

«Perché sei scappato?» chiesi ridendo «Janet mi fa paura ok? Non pensavo che fosse così così» non riusciva a trovare le parole esatte «Indiavolata col mondo intero?» suggerì «Esattamente» uscì dalla porta del bagno e si sciacquò il viso, era tutto sudato.

«Potevi avvertimi del suo carattere» si appoggiò al muro «Perché mai? Sennò mi perdevo tutto il divertimento» ridacchiai «Oh si ridi pure! Poi vedremo chi riderà» incrociò le braccia «Che vorresti dire scusa?» lo guardai confusa «Domani uscirai con un mio amico, Kai» «Kai? Kai Brooks? Davvero?» annuì.

Kai Brooks era lo sfigato di tutta la scuola.
Infatti cambiò scuola, si trasferì in Ohio insieme alla madre.
Non vedo lui dal secondo liceo.
Non si sentii più parlare di lui, era diventato un fantasma.

«E tu che ci guadagni Gallagher?» «Divertimento» «Ci sarai anche tu?» incrociai le braccia «Ovvio» disse guardandomi dritta negli occhi, «Ci sto, a domani Carl» sorrisi e uscì dal bagno.

We Are Chemistry ; Carl GallagherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora