9 ; daddy issues

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Mancavano pochi giorni al ringraziamento.

Scesi in cucina a fare colazione.

Stamattina erano tutti un po' silenziosi, «Come mai non parlate? È morto qualcuno?» chiesi ironicamente «No tesoro, dopo posso parlarti in privato?» «Ok» dissi solamente.

Mi preparai per la scuola.

«Mamma prima che io vada, potresti farmi un favore?» «Certo» «Ecco, potresti visitare Carl?» «Sta male?» «No, si deve circoncidere» «Quanti anni ha?» chiese stupita «La mia stessa età» «Ma si fa quando si è piccoli» disse «Lo so, dillo ai genitori fantastici che ha avuto» «Va bene» mi disse solamente, presi lo zaino e uscì da casa.

Incontrai Carl, «Ottime notizie soldato, mia madre ti visiterà» «Tua madre? Quando?» chiese «Non lo so, forse settimana prossima» risposi.

Recuperai il compito di letteratura, penso che sia andato bene.

Uscita da scuola, io e Carl ci dirigemmo a casa mia, l'ho invitato per aiutarlo in alcune materie, ma tanto si saprà che finiremo a fare altro.

Buttai lo zaino sul divano, «Vuoi qualcosa da bere?» chiesi «No grazie» si sedette sul divano.

Stava per accendere la televisione finché non lo fermai, «Alza il culo dal divano e andiamo in camera mia a studiare» gli tolsi il telecomando e con tutta la forza cercai di farlo alzare.

Andammo in camera.

Presi i libri necessari e iniziai ad aiutarlo in alcune materie.

Dopo ore di studio, finalmente riuscì a imparare qualcosa.

Se lo dimenticherà entro poche ore, abbiamo speso ore inutilmente ma almeno abbiamo fatto qualcosa.

Sistemai i libri nella libreria, Carl si mise dietro di me e iniziò a baciarmi il collo, mi vennero i brividi su tutto il corpo, mi girai verso di lui, mi prese dalle gambe e le fece incrociare attorno ai suoi fianchi, mi mise sopra la scrivania, sentivo la sua erezione, ero parecchio eccitata.

«Vuoi sapere un ottima notizia?» mi sussurrò all'orecchio, annuì «Ho lasciato Dominique» mi baciò il lobo dell'orecchio «Perché?» ansimai «Lei mi tradiva ed io tradivo lei» iniziò a sbottonarmi i jeans, così feci anch'io, «Sai che dopo la circoncisione non potrai scopare o eccitarti?» ridacchiai «Per quanto tempo?» chiese balbettando «Massimo due settimane» lo baciai «Mi vuoi scopare o no Gallagher?» non se lo fece ripetere due volte che velocemente finimmo sul letto nudi.

«Ce l'hai il preservativo vero?» chiesi nel mentre lui mi lasciava baci umidi su tutto il collo, ad un tratto si fermò «Carl, ce l'hai vero?» si spostò da me e si grattò la nuca «E se tu provassi a prendere la pillola?» mi domandò guardandomi «Assolutamente no» feci una risata sarcastica «Proviamo senza preservativo?» «Te lo puoi scordare, sai quante cazzo di malattie si possono trasmettere attraverso il sesso?» scosse la testa, «Daisy vieni un secondo al piano di sotto?» urlò mia madre.

Cazzo, ma quand'è arrivata.

Io e Carl ci vestimmo di corsa.

Scendemmo le scale frettolosamente, «Che c'è?» chiesi sistemandomi i capelli «Oh ciao Carl» mia madre salutò il ragazzo dietro di me.

Eravamo nel salone e c'era un po' di tensione tra l'aria «Mamma tutto ok? È da stamattina che ti vedo soprappensiero» suonarono al campanello, c'è stato un attimo in cui io e mia madre ci guardammo dritte negli occhi, il suo sguardo è spento, decisi di andare ad aprire la porta.

Non ci posso credere.

È un fottuto scherzo?

«Cosa cazzo ci fa lui qui?» mi girai verso mia madre, aveva le lacrime agli occhi, mi girai verso mio "padre" «Che ci fai qui tu?» chiesi in cagnesco «Posso entrare?» chiese cordialmente lui «No» risposi decisa «Daisy, fallo entrare» mi scansò mia madre, fece entrare mio padre in casa e lo fece accomodare sul divano.

Carl era immobile come una statua, non stava capendo niente, e non era l'unico.

Perché dopo 11 anni è tornato ora?

«Vuoi che io venga con te?» mi chiese Carl, annuì.

Andai nel salone da loro.

Mi appoggiai al muro e incrociai le braccia, mio "padre" mi guardava, mia madre era seduta accanto a lui, è sempre rimasto lo stesso.

La sua odiosa poca barba, i suoi capelli castani scombinati dal vento e le sue odiose camice a flanella.

«Sei cresciuta bene» mi disse solamente «Risparmiati queste cazzate» risi sarcasticamente «Daisy, il linguaggio, è tuo padre» mi rimproverò mia madre «Non mi interessa, lui non è mio padre, lui per me è uno sconosciuto, lui per me è Theodore Mills» sbottai «Daisy!» si alzò mia madre «No mamma! Fammi parlare» le puntai il dito contro «Lui ci ha abbandonate, avevo solamente 6 anni, 6 fottuti anni. Ricordo tutto, ricordo quando ti ha tradita con la tua collega Cynthia, ricordo quando ritornava tutte le sere ubriaco e ti alzava le mani, ricordo che quando se ne è andato di casa l'unica cosa che ci disse è stata "Buona vita" lasciandoci solamente 20$, te ne rendi conto?» io e mia madre eravamo in lacrime, Ted si alzò dal divano «Sono venuto qui dal Canada per poter riallacciare i rapporti con te e tua madre» mi disse calmo «Io non voglio riallacciare i rapporti con te e non te lo lascerò fare. Dovevi pensarci quando sei scappato via. Non ti sei fatto sentire per 11 anni cazzo! Niente telefonate per sapere come stessi o come stesse andando la mia vita, non pretendevo soldi o letterine per gli auguri, io pretendevo solamente una figura paterna nella mia vita» ero in lacrime, mi ero ripromessa di non piangere, erano tutti in silenzio, si sentivano solamente i singhiozzi di mia madre «Mamma sei patetica così» le dissi «Hai ragione, non sono stato un padre modello, hai perfettamente ragione, dovevo telefonarti, dovevo venire di presenza ai tuoi compleanni. Ma adesso eccomi qui! Dal Canada, sono venuto per te, io voglio riallacciare i rapporti con mia figlia» «Ero tua figlia tanto tempo fa, per me non sei nessuno» dissi fredda, mi asciugai le lacrime «Non dire così Daisy. Se permettete, vorrei farvi conoscere mia moglie e mio figlio» «Hai fatto la strada inutilmente, conosci la strada Ted» gli indicai la porta d'ingresso «Daisy adesso basta» sbraitò mia madre «Che c'è Karen? Adesso lo difendi? Certe volte non ti capisco, ricordati chi hai dentro casa» dopo questo presi dal braccio Carl e andai fuori casa.

«Scusami Carl, non volevo che tu partecipassi alla lite tra me e mio padre» avevo di nuovo le lacrime agli occhi «Hey vieni qui stupida» mi abbracciò e mi accarezzò la schiena «Io per te ci sarò sempre, intesi?» annuì «Vieni, andiamo a casa mia» mi baciò in bocca, mi prese per mano e ci dirigemmo verso casa sua.

Andammo subito nella sua camera.

Siamo sul letto abbracciati, lui mi consola accarezzandomi i capelli.

«Carl posso dormire da te stanotte?» «Certo» mi lasciò un bacio sulla tempia.

Mi addormentai tra le sue braccia.

Il mattino seguente decidemmo di non presentarci a lezione.

Carl rimase di stucco quando glielo proposi, non se lo aspettava.

In casa non c'era nessuno, eravamo solo io e lui.

Facemmo colazione con dei waffle fatti da me, un po' bruciati ma abbastanza commestibili.

La pace che si era creata fu interrotta da Frank.

«Non è che avresti 500$?» mi domandò Frank sedendosi accanto a me e rubandomi un waffle dalle mani «Se avessi avuto 500$ non sarei qui» risposi riprendendomi il waffle «A chi devi questi soldi Frank?» gli chiese Carl buttando via gli avanzi dal suo piatto «Potevi darli a me» si riferiva agli avanzi «Ed io non devo niente a nessuno!» affermò serio, non gli credemmo per niente.

Finalmente Frank si decise ad andarsene, molto probabilmente starà andando all'Alibi o ad elemosinare soldi.

«Sai certe volte preferisco avere come padre Frank» dissi ad un tratto mentre lavavo i piatti «Non l'hai detto sul serio vero?» «Purtroppo l'ho detto» risposi asciugandomi le mani, Carl era sullo sgabello che mi guardava «Perché mi fissi in quel modo?» mi appoggiai al lavello, «Daisy ascoltami, dai una seconda chance a tuo padre, è venuto dal Canada per riallacciare i rapporti con te. Se Monica dovesse entrare da quella porta e mi dovesse dire le cose che ha detto tuo padre io le darei una seconda opportunità» abbassai lo sguardo, «Non ti sto dicendo di perdonarlo ma di ascoltarlo, avrà le sue motivazioni se è tornato, riflettici» si avvicinò e mi abbracciò «Grazie Carl».

We Are Chemistry ; Carl GallagherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora