Dopo il funerale, accompagnata dal fratello di Ciro, Azzurra si è recata in un salone di tatuaggi.
Salone di proprietà di un amico di Ciro e suo tatuatore di fiducia.
L'unico disposto a farle un tatuaggio nonostante sia ancora minorenne ma i genitori le avrebbero comunque dato l'autorizzazione.
Sul polso interno, precisamente sopra le vene, si è fatta incidere il suo nome.
Piange per lui non per il dolore, anche perché è stato talmente rapido e delicato che non se n'è accorta.
Lo ringrazia tra una lacrima e l'altra.
Il tatuatore non le fa pagare nulla, è la ragazza donna del suo amico ed ha fatto un tatuaggio per lui.
Risalgono in macchina tutti e 6 in direzione Capodichino.
Azzurra è seduta davanti.
Osserva attentamente il fratello di Ciro, fisicamente sono simili.
Entrambi snelli e piuttosto alti.
Pettinatura praticamente uguale, anche lui porta un sopracciglio tagliato.
Si somigliano abbastanza ma non troppo.
Gli occhi di Ciro sono unici, compreso il modo di osservare le persone ed il mondo.
Continua a piangere mentre sposta lo sguardo su Napoli, vuol memorizzarla più che può.
Sa che ci tornerà per vedere i suoi amici ed andare al cimitero ma non subito.
Pietro le prende una mano e gliela bacia per provare a consolarla un po'.
La milanese ha ancora nella mente le parole che le ha detto mentre andavano al cimitero."Non ho più mio fratello ma ho una sorella e sei tu".
Una volta a Capodichino, Pietro, li aiuta con i bagagli poi chiama Azzurra in disparte.
<< quando siete usciti per il permesso mio fratello mi ha chiesto di comprarti una cosa. Voleva che fosse il più bello e di una gradazione ben precisa di quel colore. Mi ha consegnato un biglietto scritto di suo pugno per accompagnare il regalo e dovevo portartelo ad un colloquio. Purtroppo non ho fatto in tempo a venire. Te lo do adesso >> spiega poi le porge una scatola bianca che ha preso dal cofano della macchina.
La ragazza lo ringrazia poi apre la scatola, all'interno c'è un baby-doll blu... blu mare."La tua bellezza mi lascia sempre senza fiato. Lov, Ciro".
Azzurra riprende a singhiozzare. Ripiega il baby-doll e lo rimette nella scatola che poi infila nel suo eastpack grigio . Ripone bigliettino nella tasca degli shorts in jeans.
<< grazie >> sussurra poi gli lancia le braccia al collo per abbracciarlo.
<< di niente e scusami se te l'ho dato solo adesso >> risponde poi le porge una bustina.
<< ti ho messo delle t-shirt e un paio di felpe di mio fratello. Non sono lavati. Avevi detto a mamma che desideravi qualcosa per ricordare il suo odore. C'ho pensato e ho preso questi vestiti >> aggiunge il Ricci.
Azzurra osserva all'interno della busta. Sfila una felpa e nonostante sia estate la indossa.
È blu. Ha il cappuccio. È lunga e grande ma ha il suo odore. Mette anche la busta nello zaino poi abbraccia nuovamente Pietro.
<< cerca di muovere il braccialetto spesso, così non ti verranno le bollicine >> le consiglia facendole l'occhiolino.
Si riferisce a braccialetto elettronico per i detenuti.
<< ok. Grazie... per tutto. Ci vediamo presto?, ti prego >> domanda Azzurra.
<< assolutamente si. Salgo a Milano appena posso >> la rassicura accarezzandole il viso.
<< se puoi quando vieni mi porti il suo cuscino? >> lo implora.
<< certo e tu videochiamai quando arrivi a casa >>
Annuisce poi lo saluta con un cenno di mano. Raggiunge la sua famiglia e finalmente fanno il check-in.
Non riesce a smettere di piangere.
Nell'attesa il padre le compra una bottiglietta d'acqua e qualche cioccolatino poi la bacia sulla fronte.
Lo ringrazia poi s'infila le cuffiette per ascoltare "Al buio" la canzone che gl'ha dedicato ma soprattutto quella che le ha dedicato lui e le sussurra all'orecchio quando la teneva tra le braccia.
"Tu si a regina mia"."Tu si a regina mia. Stu bene mi pe te. Currrimm man e man ncopp n'isola io e te. E riest nzieme a me ca te facc veré sta vita quant'é bella si tu stai vicin a me"
Arriva il momento dell'imbarco, salgono in aereo.
Tiene il cappuccio sulla testa, un fazzoletto accartocciato e ormai quasi bagnato stretto in una mano. Le lacrime continuano a scendere e gli occhi rossi. Lo zaino sulle spalle e le cuffie nelle orecchie.
Mostra il biglietto ed il permesso del tribunale di Napoli poi finalmente raggiungono l'aereo.
Azzurra è accanto al finestrino. Guarda fuori.
<< ciao Napoli >> sussurra tenendo la testa poggiata sul sedile.
Di tanto in tanto ammacca il tasto home del suo iPhone.
Da quando lo ha riavuto ha cambiato sfondo, sia quello della home che quello del blocco schermo.
Per la home ha scelto una sua foto, si vedono bene i suoi occhi bellissimi ed il suo sorriso pieno.
Per il blocco schermo ha scelto una loro foto... la loro unica foto, scattata da Pietro di nascosto mentre erano in giro per Napoli.
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E ti ho detto tutto di me e giuro che non è da me/Mare Fuori
Hayran KurguLiberamente ispirato alla serie televisiva "Mare fuori". Prima di leggere vi consiglio di vedere gli episodi. Un penitenziario minorile napoletano dove si incrociano le storie e i destini di minorenni reduci da situazioni pericolose o predestinati...