-2- Ho scritto una poesia per te:

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<< buongiorno vuagliù >> esclama Edoardo Conte sorridendo rientrando al penitenziario.
Gli amici lo accolgono abbracciandolo.
<< novità? >> domanda il numero 2 dell'Ipm mentre guarda in lontananza il portone ormai chiuso, ripensando alla libertà che ha a malapena assaporato in questi giorni.
<< c'è una nuova ragazza, si chiama Azzurra >> spiega Totò, uno dei suoi amici.
<< e cumm'é? >> domanda Edoardo.
Ciro si concede una boccata di fumo.
<< nun è. C'agg mise l'uocchi nguoll. Avit lass j >> impone il numero 1 dell'Ipm.
Edoardo annuisce.
<< Edoardo muoviti. Ti aspettano per l'attività quotidiana >>  lo invita Liz.
<< arrivo. Ó sacc ca me vuò bene. Punto e virgola arò sta? >> domanda Edoardo riferendosi alla direttrice del penitenziario.
<< nel suo ufficio >> risponde Liz poi lo conduce nel laboratorio.
Con la sua aria spavalda entra in laboratorio.
Ha un taglio di capelli particolare. A caschetto, con i lati rasati ed un ciuffo che gli penzola sulla fronte a dargli un'aria accattivante.
È bello e consapevole di esserlo.
È dentro per spaccio e nessuna paura delle conseguenze del penitenziario e di come potrà essere la sua vita quando sarà definitivamente fuori.
Si precipita a salutare dei suoi amici. Pino ó pazzo e Gianni detto Cardiotrap.
Tra una parola e l'altra con gli amici, Azzurra, accidentalmente lo urta mentre sistema un manuale. Sta rischiando di cadere.
<< scusami >> esclama in automatico la ragazza.
Edoardo la mette a fuoco poi prontamente, grazie agli ottimi riflessi, l'afferra evitandole una caduta praticamente certa.
<< grazie >> aggiunge lei ritrovando l'equilibrio.
Le sorride poi le afferra una mano e la bacia.
<< mi chiamo Edoardo >>
<< io sono Azzurra >>
Si sono letteralmente incantati.
Continuano a tenersi la mano e a sorridersi timidamente.
<< we Edoà ma che staje metten ò core rind ò zuccaro?! >> lo canzona Gianni mentre se lo trascina dietro per farsi aiutare.

Più tardi, Edoardo, approfittando di un attimo di distrazione di Cardiotrap si rivolge ad Azzurra.
<< we picceré Posillipo o Chiaia? >>
<< come? >> domanda Azzurra.
<< di quale quartiere sei? >> chiarisce il numero 2 dell'Ipm.
<< Maciachini >> risponde lei sorridendogli.
<< e c ré? >>
<< il mio quartiere. Milano nord >> spiega la ragazza.
<< ahhhhhh, nun si e Napulé, stran pecché me pare ca ta saccio ra sempe >> confessa guardandola.
Si scambiano un sorriso.
<< me raie na mano? >> chiede lui.
Sta cercando di accendere la luce in un armadietto per sistemarlo ma non funziona.
Azzurra allunga una mano e sistema un filo. Si accende la luce.
<< senza di te qui non si accende niente >> ammette lui guardandola.
La milanese abbozza un sorriso, si sente lusingata.
È bello, è decisamente bello. Non riesce a smettere di guardarlo. E lui con fare esperto, approfittando delle attenzioni che gli sta regalando la ragazza, prova a soffiarle su una guancia.
Presa alla sprovvista fa qualche passo indietro mentre prova ad allontanarlo.
Ma che le prende?. Non è da lei fare così.
Essere così timida. Provare imbarazzo, soprattutto con un ragazzo.
<< già me piaci >> confessa Edoardo.
<< sei bravo con le parole >> ribatte lei sulla difensiva.
<< m'ispiri tu >> sussurra lui.
Si scambiano un sorriso poi le loro strade si dividono.
Devono tornare nelle rispettive celle.
<< we Cirù e cumm è bella a milanese >> ammette Edoardo.
Ciro si volta e gli punta gli occhi addosso.
<< te l'agg già ritt. Nun me ro ffa tornà a dicere  >> sentenzia più serio che mai.
Restano per qualche secondo a guardarsi negli occhi poi le guardie penitenziare esortano tutti i ragazzi a raggiungere la mensa.
Pochi minuti dopo arrivano le ragazze in fila perfetta.
Ciro balza in piedi e raggiunge Azzurra.
Le avvolge le braccia attorno ai fianchi.
<< comm me si mancat >> ammette lui.
<< occhi belli, non agitarti. Sono qui >> lo rassicura poggiandogli le braccia sulle spalle.
Le poggia le labbra sul viso, comincia a tracciarle una scia di baci. Lo lascia fare ma il suo sguardo finisce per incrociare quello di Edoardo già seduto a tavola mentre cena.
Alla fine in numero 1 dell' Ipm raggiunge l'obiettivo e si scambiano un bacio tutto lingua e passione.
E se ne fregano dei presenti finché Liz non li riporta alla realtà gridando per interromperli.
<< almeno non davanti a tutti >> gli fa notare l'agente.
Per evitare problemi Azzurra e Ciro prendono i loro vassoi e si siedono ad un tavolo libero sotto lo sguardo fisso di Edoardo che la milanese ricambia ogni volta che può.

—————-

I giorni ed i mesi passano. Azzurra ancora in attesa del processo. Ha sempre quella scena nella mente. La sogna quasi ogni notte. Sente le grida di paura della sorella.
Non riposa bene, è ancora persa in quel vortice di rabbia.
Sempre più preoccupata.
Spera di ottenere un permesso per uscire prima del processo, per assicurarsi che Elisa sta bene.
È stanca.
È arrabbiata.
Cerca di tenersi occupata con le attività e le ore di lezione ma la sua mente ora come ora è come se fosse divisa in due.
Da una parte quello che le é capitato, la sorella e dall'altra Edoardo.
Ha catturato la sua attenzione, i suoi pensieri ed i suoi sguardi.
Quando riesce a dormire se non sogna quel giorno sogna lui.
Sogna di giornate in spiaggia, tuffi tra le onde e il suo accento napoletano.
Continua il suo flirt con Ciro, perché è molto carino e rispettato ed anche perché deve farla pagare a Viola.
La vendetta, si sa, è un piatto che va gustato freddo ed Azzurra è più di un anno che aspettava di farlo.
E le vendette più belle sono quelle più lunghe.
Ciro è sempre più preso da lei. Travolto e dipendente da lei al punto da non aver notato l'interesse che dentro di lei sta prendendo vita per Edoardo.
È quasi il tramonto quando le ragazze vengono finalmente portate in cortile.
Il numero 2 dell'Ipm come ogni giorno si diverte a corteggiarla.
Dalla finestra della sua cella la nota.
Ciro momentaneamente assente, ha ricevuto una visita da un parente.
<< picceré >> grida Edoardo mentre avvolge le dita attorno alle sbarre.
Azzurra si ferma e gli punta gli occhi addosso.
In cella ci sono anche gli altri.
Edoardo sorride poi con un cenno di mano le fa segno di aspettare.
Si sposta, recupera un foglio ed una penna e scrive qualcosa.
Lo accartoccia attorno ad un sasso che ha fatto con l'argilla poi glielo lancia.
Azzurra si china, lo afferra poi lo infila in tasca e dopo averlo salutato con un cenno di mani torna dalle sue compagne.
<< we Edoà le piaci e vist?!, ma che faje a ste femmene no ò tieni manc pe fa pipì >> lo canzona Totò.
<< chi ò sape >> risponde Edoardo trionfante.
<< vuagliù, aspettate nu mument. Eduà tu a ch'ella arà lassà perde. Si té scopre Ciro t'accir >> prova a convincerlo Tanò.
<< nun m'accir nun te preoccupà, ch'ella è fatta pe me no pe iss >> ribatte Edoardo sicuro di sé.
Azzurra si allontana. Si siede sopra ad un muretto, dalla tasca sfila il sasso d'argilla.
È curiosa di leggere il biglietto di Edoardo.

-Ó cor mij, agg scritt 'na poesia pe te-

Azzurra sorride, annusa quel bigliettino poi lo rimette in tasca, manca poco alla lezione e magari finalmente ascolterà la poesia che le ha scritto Edoardo.

Spazio Autrice:
Buona giornata e buona settimana

E ti ho detto tutto di me e giuro che non è da me/Mare FuoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora