Eveline

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Com'è possibile che non sentisse nulla? Nessuno mai nella storia di questa scuola non aveva odorato niente. Tutti sentivano qualcosa, anche solo un debole e quasi impercettibile elemento che richiamasse qualcosa di importante per loro. 

Non mi sarei mai lasciata accontentare dalla sua veloce risposta, e infatti ero determinata a saperne di più, così lo inseguii per i corridoi. Il suo passo era troppo svelto e dopo pochi metri lo persi tra la folla di ragazzi e ragazze. Vagai per il castello nella speranza di poterlo trovare, ma non incontrai anima viva che potesse darmi delle indicazioni. 

Camminai per un tempo che mi sembrò infinito, finché non mi bloccai sentendo delle grida sommesse, provenire dal punto più lontano della scuola. Feci molta fatica a seguire il suono, in quanto il vento che spirava lo faceva dissolvere nell'aria, ma alla fine raggiunsi la porta dietro la quale si nascondeva Draco. 

<Draco!>, lo chiamai. Sentii l'acqua del rubinetto che smise di scendere, e i singhiozzi venire meno. 

<Draco!>, lo chiamai un'altra volta. Tentai di forzare la serratura, ma era bloccata. Lanciai anche un incantesimo, ma niente. Era come sigillata. 

<Vattene Eveline! Stai lontana da me!>, urlò. Non mi lasciai intimorire da quelle parole, e non gli diedi ascolto, in quanto potevo perfettamente capire dal suo tono di voce che non era ciò che voleva. Ora che finalmente è tornato, non posso perderlo di nuovo. 

<Sai che non lo farò, e rimarrò qui a costo di aspettarti tutto il giorno>, gli risposi, sperando di averlo convinto a farmi entrare. Mi sedetti a terra, poggiando la schiena contro i freddi e duri mattoni che reggevano la parete alle mie spalle, e aspettai. 

Dopo qualche minuto, sentii la serratura della porta emettere un 'click', e accostarsi, permettendomi di vedere da uno spiraglio l'interno della stanza. Cercando di non essere troppo avventata, spalancai lentamente l'uscio, e mi feci strada verso il resto del bagno. Dal riflesso scomposto dei tanti specchi appesi ai muri, vidi Draco appoggiato ad un lavandino, e poco distante da lui l'uniforme con lo stemma Serpeverde. 

Tutto era completamente sotto sopra, c'erano pezzi di vetro in ogni angolo, e pozze d'acqua sparse per tutto il pavimento. A giudicare dalle macchie scure sulle pareti, era stato lanciato qualche incantesimo, che non è andato a buon fine. Lo scosciare dell'acqua che scendeva dal rubinetto, nel frattempo era ripreso, e sovrastava i sospiri e i gemiti di Draco, che, vedendo la velocità con la quale il suo torace andava su e giù, erano incontrollabili.

Mi avvicinai a lui, e gli poggiai una mano sulla camicia fradicia, ma non appena lo sfiorai, si ritrasse di scatto. 

<Ti ho detto di andartene, cosa ci fai ancora qui?>, mi chiese, con voce stanca e ad ogni parola, sempre più bassa. 

Non sapevo nemmeno io cosa ci facevo qui esattamente, ho solo seguito il mio cuore, senza farmi influenzare dalla mia testa. Non mi pentii della mia scelta, perché sapevo che era quella giusta, e che avrei rifatto altre mille volte. Nel mentre che cercavo nella mia mente una risposta alla sua domanda, lui alzò la testa in direzione dello specchio ancora intatto davanti a se, e incrociai il suo sguardo. Era emotivamente, psicologicamente e fisicamente distrutto. I suoi occhi parlavano al posto suo, ma ancora non riuscivo a capire cosa c'era che lo tormentava tanto. 

<Draco...>, bisbigliai. Era come se averlo guardato in volto mi avesse privato di tutte le parole. Stava passando qualcosa che era molto più grande di ciò che io potevo mai immaginare. Una lacrima gli rigò il viso, seguita da molte altre. 

Allungai un mano verso la sua guancia bagnata, asciugandogliela, e dopo un secondo di esitazione lui cedette, stringendosi stretto a me in un abbraccio desiderato da tempo. 

Poli Opposti ||Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora