filofobia

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11.06.2021

Ho tanto atteso e desiderato il momento in cui mi sarei lasciata alle spalle tutto quanto.
Ho cercato in tutti i modi e le maniere possibili di dimenticarlo ed andare avanti.
Ho cercato di accettare tutto ciò che era successo tra noi e come stavano realmente le cose, anche se forse ci ho provato in maniera troppo affrettata.
Avevo fretta di dimenticarlo.
Ero così convinta che il peggio fosse lui, il fatto di rimanere aggrappata a lui e non saperlo lasciare andare.
Ero così intenta a rimboccarmi le maniche cercando di ripartire da me, cercando di rialzarmi pur avendo le gambe spezzate ed incapaci di sorreggermi, che non mi sono mai domandata cosa sarebbe successo nel momento in cui avrei raggiunto il mio obiettivo: passargli oltre.

Trascorro sempre ore del mio tempo ad analizzare le situazioni in cui mi trovo, le situazioni ipotetiche in cui potrei trovarmi e quelle in cui mi sono trovata in passato cercando gli errori commessi in modo da non rifarli.
Analizzo sempre tutto. In ogni sottigliezza possibile. Le persone che mi circondano, le loro parole, le loro gesta, tutto.
E in particolare analizzo me stessa, ma non mi sono mai fermata ad analizzare cosa sarebbe avvenuto poi, il "dopo" succedente lui.

Ora che lo sto finalmente lasciando andare (o almeno credo) ho paura di farlo e tento di aggrapparmi a qualsiasi cosa di lui che mi attiri ancora.
Ogni volta che qualcuno mi ha spezzato il cuore, mi sono sempre detta: "okay, questa era l'ultima volta, non permettere più a nessuno di farti del male" e poi, puntualmente, non era mai "l'ultima volta" e sempre puntualmente, mi spezzavano il cuore o mi ferivano ancora.
Però non ho mai avuto una tale avversione verso l'amore come in questo momento.

Sto rimettendo insieme i pochi pezzi rimasti e temo, anzi, ho la certezza, che se lo dimenticassi mi innamorerei poi di qualcun'altro.
Penso che l'arco di tempo tra la mia riuscita nel lasciarlo andare e la mia nuova cotta non sarebbe sufficiente a farmi finire di attaccare i frammenti del mio cuore infranto.

Cosa succede quando ripari male qualcosa, o quando non hai finito di riparare quel qualcosa, ma muori dalla voglia di riutilizzarlo anche se in parte è ancora mal ridotto?
Quella cosa si rompe ancora di più e in più ciottoli si riduce, più sarà poi ostico rimetterla in sesto.
Spero abbiate colto la metafora, perché é così che vedo il mio cuore.
Non sono pronta a ricominciare e solo adesso me ne rendo conto.
Dovrei prendermi più tempo per me stessa, smettere di guardare gli altri, di guardare lui, eppure non ci riesco, non lo so fare.
So che lasciarlo andare equivale ad innamorarmi ancora ed al momento è l'ultima cosa che voglio.

Vorrei poter amare una persona in modo sano, avere una relazione normale.
Invece se mi innamoro o anche solo se mi prendo bene per qualcuno, inizio a dipendere completamente da quella persona dandogli tutta me stessa a prescindere da tutto, forse diventandone pure ossessionata.
Mi affeziono troppo in fretta nonostante io sappia già come va a finire.
Chissà perché lo faccio, forse sono masochista.

Perché okay, io sono innamorata di lui, ma probabilmente è diventato un ossessione per me. Il poterlo avere, la soddisfazione che ne deriverebbe.
Il fatto di non voler soffrire per lui, ma non volerlo lasciare andare per semplice egoismo dovuto alla possessione di una cosa, che poi pensandoci manco è mia.
E forse questo, se è vero, è davvero un problema.
A parte questo, ero pronta a dargli tutto e lui mi ha distrutta.
Non penso che potrò mai tornare a vedere l'amore come lo vedevo prima anche se ogni volta sono pronta ad amare ancora.
Magari mi sto fasciando la testa ancora prima di cadere, ma sono stufa di curare le conseguenze delle mie azioni incoscienti, per una cazzo di volta voglio prevenirle.

Prima nonostante tutto il male che avessi provato, ero comunque pronta a dare il cuore ancora e ancora, credendo di poter sopportare il peso di un ennesimo amore finito male perché nell'amore ci credevo.
Ora non la penso più così, non voglio farmi male, non voglio innamorarmi ancora, non voglio dover ricominciare da capo di nuovo.
Mi fa quasi paura questo mio modo di vedere le cose, ma non posso certo biasimarmi dopo tutto.
Vorrei poter dire che è colpa delle altre persone, ma la verità è che ci ho messo del mio.
Io stessa mi sono intrappolata nelle situazioni in cui ora non voglio ricadere e ho così tanta paura di ricaderci perché mi conosco e so che lo farò.
Vorrei cedere momentaneamente la mia anima ad una di quelle stronze galattiche delle serie tv.
Sì, tipo Zulema, Cheryl Blossom o Lucretia di élite. Loro non si farebbero mai usare dai ragazzi, né permetterebbero loro di ferirle in qualsiasi maniera.
Non si innamorerebbero del primo stronzo che passa.

Ho paura cazzo.
Ho paura perché so che se mi innamorassi, il mio cuore andrebbe a pezzi nuovamente e non sarei in grado di affrontare quel dolore, non di nuovo, non adesso.
Davvero, non ci riesco, mi sento morire solo al pensiero.
Un giorno dissi ad un mio amico di non voler piangere davanti a tutti, gli dissi di essere debole.
Lui mi rispose: "non sei debole, sei solo fragile".
Ho amato questa affermazione e ci ho riflettuto spesso.
Dicono che il dolore rende più forti, ma a me pare che mi renda solo più fragile.
Perché ora a causa sua sono incapace di affrontare qualsiasi altra tipologia di dolore. Adesso per ogni cosa che va male nella mia vita, seppur una cosa piccola, mi sento come se non ce la facessi a superarla.
Mi sento stanca, come quando hai la febbre e vorresti fare qualcosa che però ti richiede troppa energia, energia della quale non disponi.
Non ho la forza necessaria a superare una piccola avversità, figuriamoci se ho quella necessaria a rialzarmi dopo una caduta in un baratro.
E sono così fottutamente spaventata all'idea di innamorarmi ancora, che non penso di poter riuscire a farlo di nuovo, soprattutto se in modo così incondizionato e non ricambiato.

La filofobia è la paura dell'amore.
Non ho paura di esso in sé, perché sono sicura che il suo lato che non ho mai visto deve essere meraviglioso come poche altre cose al mondo.
Ho paura dell'amore che conosco io, l'altra faccia della medaglia, quella brutta. 
Non ho paura della morte o almeno non troppa.
La mia paura è quella di sentirmi nuovamente così.
Di essere delusa ancora e non riuscire a rialzarmi.
Di non riuscire a trovare un motivo per vivere la mattina.
Di svegliarmi con un peso sul petto e un buco nel cuore.
Di stare male e piagere al punto da vomitare e da non riuscire a respirare.
Da quando non lui non c'è più, da quando l'ho vissuto e l'ho perso, ho una fottuta paura di innamorarmi ancora.

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