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Ad essere sincera non ci sono tutti i componenti della squadra, solamente qualcuno. 

In particolare comincio a parlare con tre ragazzi: Nicolò Barella, Lorenzo Insigne e Marco Verratti. Mi sembrano molto interessanti,  soprattutto i primi due: mi sembra quasi che siano grandi amici, soprattutto quando cominciano a ridere schizzandosi a vicenda con i loro drink. 

Ma faranno sempre in questo modo? 

La musica comincia ad alzarsi di volume. Chiedo ai quattro ragazzi se volevano venire pure loro in pista, e come se nulla fosse acconsentono e mi seguono verso il centro della sala. 

Passano in rassegna le musiche più conosciute del momento, fino a quando vengo chiamata da mio fratello, che mi allontana dall'assembramento di ragazzi e mi urla in un orecchio:

"Ora devo andare da Carolina che mi ha chiamato. Scusami. Sono Fiero di te orsacchiott..." Non lo lascio finire la frase che istintivamente lo abbraccio stringendolo e strapazzandolo come se davvero fosse un peluche, ringraziandolo di tutto questo. Lui ricambia il mio abbraccio con affetto. 

Ma prima di andare aggiunge "Non fare cavolate, mi raccomando y/n", poi si gira avvicinandosi all'ingresso per andare a recuperare la propria giacca di pelle. 

Lo guardo fino a quando varca la soglia dell'ingresso, poi ritorno in pista ancora più scatenata di prima.

Balliamo. E balliamo ancora. 

Ad un tratto mi sento toccare un braccio e di scatto mi giro. È Nicolò, centrocampista sia dell'Inter che dell'Italia.

"Emh, scusami, potresti seguirmi un attimo?" mi chiede.

Acconsento e insieme ci allontaniamo dalla pista da ballo e dalla musica a palla che il DJ faceva uscire dalle sue casse, andando a sederci in uno dei tanti divanetti che ci sono all'interno della discoteca.

Non capendo il motivo per cui me l'abbia chiesto, comincio io a parlare:

"Dimmi tutto".

"Ah sì. Volevo sapere, ti andrebbe di venire ai nostri allenamenti di domani? Ti faccio vedere come un centrocampista si prepara agli Europei". E mi guarda, come se fosse orgoglioso di sé stesso.

"Certo, perché no?"

"Perfetto. Alle 15 al campo?"

"Ci sarò".

Gli sorrido e mi alzo, ritornando al centro del grande salone. Mi sento ancora osservata e sento una frase simile a "Sarai il mio portafortuna", ma non ci faccio caso non essendo sicura di aver sentito bene e se, soprattutto, sia stato veramente lui a pronunciare queste quattro parole. 

Immagina Federico Chiesa || Nazionale Italiana Euro 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora