17.

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Dopo la partita vado subito in albergo. È quasi mezza notte e ho molto sonno.

Senza parlare con nessuno e complimentarmi con i calciatori mi allontano.

Appena entrata in camera mi tolgo subito i jeans e la maglietta con su il numero tre, mi infilo il pigiama (un paio di pantaloncini corti di raso e il reggiseno che avevo già su, entrambi azzurri in onore della vittoria azzurra) e mi strucco.

Dopo essermi lavata i denti, l'acqua fredda mi ha svegliata, la stanchezza che avevo prima è sparita come se nulla fosse.

Di conseguenza mi tolgo le lenti a contatto, mi metto gli occhiali che essendo miope non vedrei bene, mi lego i capelli con uno chignon veloce e cerco uno dei libri che mi ero portata da casa.

Opto per una lettura leggera, "Bianca come il Latte, Rossa come il Sangue" di Alessandro D'Avenia.

Dopo aver letto i primi due capitoli sento bussare alla porta. Chi potrebbe essere? Poi sono anche messa male, tra il pigiama e i capelli scompigliati, per cui non rispondo.

Dopo un po' sento ancora bussare e quello dietro la porta aggiunge "So che sei lì y/n, non far finta di nulla".
È Federico.

Mamma mia, dovrei aprire a Fede anche se sono messa in questo stato?

"Emh, ciao..." Esito " non sono in condizioni ottimali, scusami".
"No problem, apri per favore".

Vuole davvero entrare. E ora cosa faccio?

Gli apro comunque, tanto non ho nulla da nascondere.

Immagina Federico Chiesa || Nazionale Italiana Euro 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora