Capitolo 4

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Dopo quella sera non ho più visto Mirko ed é meglio così, non mi va di parlare di quel bacio, anche se vorrei sapere dov'é,cosa fa e soprattutto con chi e se ci ha pensato a me come io ho pensato a lui. É passata una settimana da quella sera,da quel bacio e io non ho fatto altro che pensarci tutti i giorni, a tutte le ore, tutti i minuti, i secondi e i decimi di secondo perché bho..mi é entrato in testa e non se ne vuole più andare, il suo profumo nelle mie narici e il suo sorriso nel mio cuore. É sabato e anche oggi Rossella mi ha chiesto di andare una festa, ma ho rifiutato. Ho deciso di stare un po da sola a riflettere e infatti mi trovo qui sul letto in camera mia ad annoiarmi.  Mi guardo in torno nella mia camera, é così impersonale, voglio renderla mia.

Ho deciso la ridipingerò, mi dirigo verso lo scantinato e prendo la vernice, cambio i miei vestiti con vestiti più vecchi e il mio lavoro può iniziare. Erano le 8 e avevo appena finito di pitturare camera mia, é passata da bianca ad azzurro cielo quando Mirko entra dalla finestra.

“E tu che ci fai qua?Come hai fatto ad arrivare qui sopra?Perché sei venuto?” Chiesi curiosa.

“Fai un po troppe domande bambina.” Rispose con un tono piatto senza sentimenti.

“Se tu rispondi magari non te ne faccio più.” Dissi io arrabbiata.

“Sono qui perché..bhe..voglio stare con te.”  Disse facendo spuntare sul suo bel viso un magnifico sorriso.

“Dimmi che stai scherzando. Tu vuoi trascorrere del tempo con me?”. Risi di gusto, mi ha baciata non si é fatto sentire per una settimana e poi appare qua dicendomi che vuole stare con me. Assurdo, io non lo capisco sto ragazzo.

“Si, bhe...dopo quella sera ho provato a starti lontano ma non ci sono riuscito. É difficile starti lontano sai.” Rispose, entrando e guardando stranito le lattine di vernice.

“Stavo ehm...ridipingendo la mia camera. Era così  monotona e triste.” Dissi per rispondere alle domande che sapevo si stava ponendo.

“Ma poi chi ti ha detto di entrare, sei in casa mia e non ho deciso potevi restare.”Continuai. 

                                              

“É maleducazioni tenere sulla finestra gli ospiti.” Disse convintissimo.

“Non era maleducazione tenerli silla porta?” Chiesi io curiosa.

“Da dove entrano, entrano e sempre maleducazione tenerli fuori ma poi se non vuoi me ne vado tranquilla.” Disse e si diresse verso la finestra quasi a buttarsi per scendere.

E se cadeva e si ammazzava o si faceva del male?Mi immagino già le domande della polizia per ricostruire l'accaduto.

“No, fermo. Potresti farti del male.” Andai a tirarlo per farlo scendere dalla finestra.

“Allora ci tieni a me.” Disse sorridente, osservando la mia mano intrecciata alla sua.

“Oh,scusa.” Staccai subito la mia mano dalla sua, potei sentire le mie guancie andare a fuoco.

                                          

Non so perché, ma Mirko mi fa uno strano effetto. É come se con lui non ci fosse la mia corazza e fossi fragile davanti ai suoi occhi.

“Non fa niente tranquilla.” Mi disse, passandosi una mano tra i capelli.

Ci fu un momento di silenzio rilassante ma anche imbarazzante che ben presto finì.

“Come avevi intenzione di pitturare la tua stanza?” Chiese Mirko.

“Bhe..ancora non lo so, pensavo di metterci tante frasi e magari delle foto o dei disegni.”

“Dammi un pennarello voglio essere il primo a scrivereee.”   Disse tutto contento.

“Calma tieni.” Dissi ridendo, era così contento. E poi mi mostrò quel meraviglioso sorriso come si poteva dirgli di no.                          

“Però girati non puoi vedere.” Disse e così feci.

“Ho finito,puoi vedere.” Disse dopo alcuni minuti.

Si spostò e sorrisi vedendo ciò che c'era scritto:

“UN GIORNO SARAI MIA PICCOLA. -M.”  

Mentre sorrisi vedendo quella scritta si avvicino da me e mise un braccio attorno al mio collo dandomi un bacio nei capelli. Era alto rispetto a me e quindi alzai lo sguardo per poterlo guardare negli occhi.

“Sì nei tuoi sogni Trovato.” Risi staccandomi da lui.

“No, nella realtà. Io ottengo sempre ciò che voglio dolcezza.” Disse facendomi un'occhiolino. 

“Non me.”

“Non ne sarei così convinto.”

Tentò di fare uno sguardò serio ma non ci riusci e ci misimo a ridere, a ridere tanto. Era bello vederlo ridere, vederlo ridere insieme a me, insomma ridere insieme non credevo sarebbe mai accaduto.  

“Mi aiuti ad attaccare le luci?Non ci arrivo...” Chiesi, facendo un viso dolce sperando mi aiutasse, non ci arrivavo davvero ed avevo bisogno di aiutarmi.

“Certo sei una nanerottola.”  Rise.

“Zitto e aiutami.” Dissi e lo guardai con un sguardo triste finto.

Dopo aver finito di attaccare le luci e riordinato la camera tra urla e risate avevamo finalmente finito.

“ Finalmente abbiamo finito.” Disse Mirko buttandosi sul letto, mettendo le mani sotto la testa.

“Già é stato faticoso ma divertente.” Dissi  sospirando, buttandomi sul letto copiando i suoi gesti.

“Ma se ho fatto tutto io.” Disse e si volto verso di me guardandomi sorridente.

“Non é vero.” Misi il broncio.

Si alzò pensavo se ne sarebbe andato e invece no spense la luce e accese le piccole lucine appena attaccate al muro e prendendo il telecomando. Accese la TV e si rimise sul letto accanto a me, facendomi segno di andare ad abbracciarlo.

“Direi che ora possiamo fare una pausa.”

Vedendo che non mi muovevo per andare ad abbracciarlo mi trascino su di lui facendo in modo che la mia testa fosse sul suo petto e il mio braccio attorno alla sua vita, mentre con la mano mi accarezzava i capelli.

Durante la visione del film horror che avevo scelto mi dava nei baci sui capelli, ogni volta che avevo paura mi stringevo  a lui  e non so mi sentivo al sicuro tra le sue braccia.

Mi addormentai sorridente tra le sue braccia ripensando a ciò che aveva scritto prima nel muro. Sì, Mirko un giorno vorrei essere tua..

Mirko Pov's   

Era bello stare qui, abbracciato con Serena a riempirla di baci sui capelli e sentirla aumentare la stretta alla mia vita quando aveva paura. Aveva un bel profumo e anche un bel sorriso, ma non sarebbe mai stata la mia tipa. Troppo strana e poi per me era solo una scommessa.

Quando mi accorsi che si era addormentata, rimasi lì a osservarla per alcuni minuti prima di alzarmi e chiudere la TV. Le lasciai un bacio sulla fronte e sussurrai al suo orecchio.

“Il mio piano sta funzionando, piccola.”

Mi misi il giubbotto e uscì come ero entrato dalla finestra.

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