Capitolo 21

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Alessia aveva sempre amato essere mattiniera.
Aveva sempre amato svegliarsi prima che sorgesse il sole, quando l'orizzonte iniziava a colorarsi dei colori dell'alba.

Ma poteva ancora definirmi tale nell'ultimo periodo?

No, non poteva.

Sotto le coperte, chiudeva gli occhi ma non dormiva mai, le notti che passava sveglia superavano di gran lunga quelle dove almeno qualche ora riusciva a trovare riposo senza che i suoi incubi le riempissero la mente.

Lo rivedeva lì con lei, sul letto, lei e lui.

Quella notte non aveva dormito, l'aveva passata a leggere uno dei suoi libri preferiti, in quel momento abbandonato sull'altro lato del letto dove era stesa.
Poteva sentire il fruscio delle pagine che si muovevano quando il ventilatore puntava verso quel lato della stanza.

Si stava beando di quell'aria fresca creata dal ventilatore, unico riparo per quella che sembrava essere un'estate fin troppo afosa.

L'avambraccio destro le copriva gli occhi, la gamba sinistra piegata in uno dei rari momenti di tranquillità.
Tranquillità che venne interrotta quando sentì bussare alla porta della sua stanza.
Spostò l'avambraccio dal viso, aprendo piano piano gli occhi e rendendosi conto che era mattina ormai.

Il sole faceva capolino da un lato dell'abbaino, colpendo con i suoi raggi le pagine del libro.

Sentì bussare ancora.

«Vieni Cris.» rispose mettendosi seduta.
Aveva un modo tutto suo quando bussava, l'avrebbe riconosciuta ovunque.
Si era sistemata temporaneamente in casa, insieme a Federico nell'attesa che finissero le ristrutturazioni nella casa dove sarebbero andati ad abitare.
«Hey buongiorno.» la salutò l'amica entrando della stanza, tra le mani aveva un piatto.
Alessia le fece spazio sul letto, dove si sedette appoggiando il piatto, su cui a era appoggiata una tazza di caffè ancora fumante e una fetta di torta di mele fatta probabilmente da sua madre.

Sorrise per quel gesto.

Da quando Luca non faceva più parte delle sue giornate, aveva perso la voglia di fare tutto.

Luca era entrato nella sua vita piano piano, in punta di piedi, abbattendo il muro di insicurezze che la ragazza aveva costruito col tempo.

Si era armato di pazienza, senza chiedere nulla in cambio, prendeva e buttava via tutto ciò che c'era nella sua testa.

Le aveva insegnato ad amare di nuovo.

E poi, ne uscì come un tornado.

Portando con lui tutte le promesse che le aveva sempre fatto, mandandola in mille pezzi.

Accadde tutto così velocemente, forse troppo, distruggendo tutto quello che avevano creato.

«Tanti auguri Landini.» le sussurrò Cris, rivolgendole un sorriso sincero.

Ci mise qualche secondo per capire il senso della frase che le aveva appena rivolto, rendendosi conto che erano già passato più di un mese da quando era tornata a Brescia.
Aveva addirittura perso il senso del tempo.

«Oh... Grazie.» disse imbarazzata
Cris le sorrise di nuovo, questa volta era pieno di comprensione «Non preoccuparti, va tutto bene.!
«L'ha preparata tua mamma.» disse indicando la torta nel piatto «È la tua preferita.»

Alessia sapeva cosa stava cercando di fare, aveva perso peso dopo quello che era successo e ora tutti stavano cercando di aiutarla.
E sapeva che ogni suo piccolo sforzo, anche se minimo, l'avrebbe aiutata a trovare un po' di normalità.

Come stelle ad agostoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora