Epilogo

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Quella mattina, in quel di Bologna, il centro piano piano iniziava svegliarsi.
In mezzo alle persone mattiniere che già popolavano Piazza Maggiore, una ragazza prendeva l'attenzione di chi correva per arrivare in tempo al lavoro.
Sembrava che solo lei non avesse fretta, camminando con dei libri tra le braccia e le cuffiette nelle orecchie.

Erano passati tre anni e mezzo da quella notte, dove sotto il firmamento stellato di agosto, Luca e Alessia avevano sugellato i loro sentimenti, di nuovo, insieme a promesse, scuse e a una nuova vita.

Quella nuova vita, nata nel bel mezzo di un inverno freddo e dove la neve aveva colorato i tetti rossi bolognesi, aveva preso il nome di Enea.
Un piccolo dai capelli corvini e gli occhi grigi, con un carattere solare e a tratti timido, aveva portato tanta felicità nelle vite dei due giovani, insieme a uno stupendo regalo di Natale.

Sembrava che oltre a tutto ciò, niente fosse cambiato.

Come ormai 5 anni prima, Alessia stava percorrendo Piazza Maggiore per raggiungere il posto dove lavorava, con la differenza che era arrivato nuovamente l'inverno insieme alla neve che in quel momento si stava posando sulle copertine dei libri che teneva tra le braccia.
Nelle cuffiette non risuonavano più i Coldplay, ma uno dei tanti nuovi progetti dei rovere.

Oltre ai libri, infatti, in spalla la ragazza trasportava la sua ormai nota custodia nera della chitarra, tappezzata di adesivi.

«Cris!» salutò la mora entrando nella libreria dove per anni aveva condiviso le giornate insieme all'amica.
«Ciao Landini!» rispose di rimando una Cris con dei ricci capelli biondi non più così lunghi come anni prima «Sono venuta a riportarti questi.» rise Alessia dopo aver alzato gli occhi al cielo per come l'aveva chiamata, allungando i tre libri all'amica.
«Stai andando in studio?» le chiese Cris portandosi gli occhiali neri sulla testa, trasportando con sé delle ciocche di capelli biondi.
Alessia sorrise timida, con gli occhi grigi che brillavano di felicità «Dobbiamo provare le chitarre e se riusciamo anche le voci.» rispose stringendo la cinghia della custodia «Se torno a casa prima dell'una di notte lo considero un miracolo.» rise contagiando la bionda.

«Luca viene?"»
La mora scosse la testa.
«È a Firenze.» affermò quasi con tristezza «È pieno di lavoro, dovrebbe riuscire a tornare per il fine settimana.» aggiunse con un velo di tristezza «Anche se mi piacerebbe che tornasse per Natale... Per il compleanno di Enea non è riuscito a salire.»

L'amica la guardò con dolcezza, soffermandosi a pensare a quanto quella ragazza fosse cambiata in quegli anni.
Era più sicura di sé, nonostante la timidezza continuava a contraddistinguerla, non aveva più paura.
Aveva ricominciato ad amare la musica e ne aveva fatto la sua vita e capì quanto quello stesso sentimento non era cambiato in quel meraviglioso ragazzo che l'aveva aiutata a diventare la donna che aveva di fronte.

«Cris?» la chiamò preoccupata la mora
La bionda scosse la testa ritornando alla realtà «Scusa, stavo pensando a quante cose sono cambiate in questi anni.» disse sincera con un sorriso.
Anche Alessia sorrise, lasciando che il silenzio prendesse spazio tra le parole dette in precedenza.

«Sarà meglio che vada, ne basta già uno che arriva in ritardo.» affermò alludendo a Nelson, cosa che fece ridere entrambe prima di salutarsi.
Cris rimase a guardare l'amica mentre si allontanava, fino a quando non la vide sparire in una delle tante vie.
Sorrise nuovamente ripensando a quanto fosse fortunata ad avere un'amica come lei «Sarai una zia fantastica, Landini.» mormorò con il sorriso che ancora illuminava il suo viso, tornando poi ad immergersi tra il profumo dei libri.

Fu solo quando il buio prese completamente il posto del giorno che i ragazzi posarono i rispettivi strumenti e i microfoni.
Non prima di aver dato un ultimo consiglio a Nelson su un acuto, ricevendo un applauso da parte di tutti quando gli mostrò un esempio, intonando perfettamente l'acuto.

Come stelle ad agostoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora