Capitolo 11

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«Ma dov'è Stiva?» chiese Luca in un sussurro, uscendo dall'ascensore dell'albergo, anche se in realtà conosceva già la risposta.
«Gioia.» gli risposero Nelson e Frank all'unisono lungo il corridoio illuminato, prima di fermarsi davanti alla porta della loro stanza.

«Sono andati via mentre Gianrico ti stava parlando.» gli spiegò Nelson appoggiando la tastiera in un angolo della camera.

Il giovane chitarrista annuì appena, sedendosi sul letto, sbadigliando.

«Luca, mettiamo le cose in chiaro.
Stai lontano da Alessia, fai in modo che non vada oltre l'amicizia.
Non devi farti vedere insieme a lei, sopratutto in pubblico e sui social.
Non sarebbe una cosa buona per quello che state diventando in questo periodo.
Perderemmo troppi fan se scoprissero che ti sei fidanzato, quindi stai attento»

«Luca.» Frank lo richiamò l'ennesima volta, surclassando la voce del loro manager che prendeva posto nei suoi pensieri.
«Si può sapere cosa ti ha detto per farti stare così?» gli chiese il bassista sedendosi sul letto in parte continuando a guardare l'amico.

«Mi ha detto che devo stare attento con Alessia.» mormorò guardando il vuoto davanti a se.

Solo ora si rese conto dello scroscio della doccia in sottofondo.

Il riccio sospirò e poi sentì il rumore delle doghe scricchiolanti del letto sotto il suo peso quando si stese.
«Non mi ha lasciato nemmeno parlare.» sbuffò nuovamente stendendosi a sua volta e portandosi un cuscino sul viso «Sappiamo tutti com'è fatto Gianrico, l'importante è che per ora Alessia non lo sappia, ritornerebbe tutto come prima.» borbottò Frank.
«Non gliel'hai detto vero?» Gli chiese notando il suo silenzio.

Spostò il cuscino dal viso, guardando il bassista.
«No, tranquillo, come hai detto tu, non mi sembra il caso.»
«Già, soprattutto oggi.» ridacchiò Frank guardando il telefono.
Il più grande rimase di nuovo in silenzio ripensando alle parole che aveva appena detto il riccio

«È il suo compleanno.» gli rispose quest'ultimo alzando lo sguardo, guardandolo stupito.

A quelle parole, il ricordo di quando Alessia glielo lo disse si accese come una lampadina nella mente del corvino.
Spalancò gli occhi e prese velocemente il telefono.

Mancavano 30 minuti alla mezzanotte.

Si alzò repentinamente infilandosi le scarpe «Dove stai andando ora?» gli domandò Frank che fino a quel momento non aveva distolto lo sguardo dal chitarrista.
«A rimediare questo errore.» affermò Luca prendendo la custodia della sua chitarra e uscendo dalla camera.

Percorse velocemente il corridoio, cercando di fare il meno rumore possibile, arrivando davanti alla camera di Alessia.
Bussò sperando che non si fosse già addormentata, con una leggera tachicardia in corpo.
Sentì dei rumori dall'altra parte della porta per poi vederla aprirsi in un piccolo spiraglio.
Alessia lo guardò stupita da quello spiraglio prima di aprirla completamente.

Indossava una canotta nera e dei pantaloncini azzurri che le facevano risaltare la pelle candida delle gambe lunghe e magre.
«Che ci fai qui?» gli chiese mormorando.

«Ti devo portare in un posto.»

***

«Si può sapere dove mi stai portando?»

Le mani di Luca erano sugli occhi della ragazza da ormai da parecchi minuti, lasciandosi guidare da lui e dalla sua voce.
«E tu la smetti di essere così impaziente?! Ti ho detto che è una sorpresa.» rise lui esasperato.

Sbuffò per l'ennesima volta, facendolo ridere di nuovo.

Qualche minuto dopo l'odore della salsedine le travolse i sensi insieme al rumore del mare che si infrangeva sulla battigia.

Come stelle ad agostoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora