Capitolo 18

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Uno sbadiglio lasciò le labbra del corvino, con il viso contratto in un'espressione di stanchezza mentre parcheggiava l'auto davanti casa di Alessia.
Cercando di fare il meno rumore possibile, chiuse il baule dopo aver recuperato la sua chitarra e quella della fidanzata, che per causa inventario in libreria non era riuscita a raggiungere i rovere un studio.

L'indomani sarebbe iniziato il tour estivo e finalmente era tutto pronto.
Quella sera solo un'ultima prova generale degli strumenti per evitare problemi durante i live.

Salì velocemente le scale, la mente da tutt'altra parte, forse per via della stanchezza, tale da non essersi accorto di aver preso le chiavi ed essere entrato in casa.
La luce della cucina era accesa, riflettendo il suo bagliore sul divano del salotto.
Si avvicinò con cautela, dopo aver appoggiato le due custodie vicino alla porta e poi si affacciò.

Vi trovò la figura di Alessia che si tormentava i capelli sciolti con una mano, mentre con l'altra teneva lo spartito di una delle canzoni che avrebbero dovuto suonare la sera dopo.
Appoggiata al davanzale, vicino ai fornelli, talmente concentrata da non accorgersi che Luca era entrato in cucina.

Sussultò poco dopo, non sentendolo arrivare.
«Hey.» la salutò lui con un sorriso stanco e un bacio casto tra i capelli  «Cosa ci fai ancora sveglia?»

«Non riuscivo a dormire.» gli rispose lei sinceramente, sospirando. 

Man mano l'ansia per il concerto imminente si faceva strada in lei. 


«Di cosa hai paura?» gli chiese, come se le avesse letto nel pensiero.
«Non lo so...Di tutto.» appoggiò lo spartito sul davanzale «Ho paura di dimenticarmi il testo, le note, di non essere all'altezza, di non...»

Luca fermò tutta quell'ansia sul nascere per quanto possibile, prendendole le braccia che nemmeno si era accorta si stessero muovendo, guardandola negli occhi.
«Tutti i traguardi che hai raggiunto fin ora te li sei meritati.» le disse calmo «E al massimo è Nelson si dimentica il testo.» azzardò, cercando di farla ridere e riuscendo nel suo intento.

«Beh tu dimentichi o sbagli gli accordi.» affermò la mora stando al gioco cercando di non ridere, ma l'espressione con un sopracciglio alzato, quasi interdetto che si formò sul viso del giovane medico non riuscì a fermare il suo gesto. 

«Ma quella è una situazione diversa.»  cercò di difendersi il ragazzo, con l'unico risultato che scoppiò a ridere anche lui.

«Quindi non preoccuparti.» mormorò poi prendendola per i fianchi e guardandola con quegli occhi scuri, che non avevano mai smesso di trasmetterle tutta la sicurezza di cui aveva e avrà sempre bisogno «Che se sbagliamo, sbagliamo tutti insieme.»

E poi la baciò con dolcezza.

Ma qualcosa lo turbava.

La giovane sentiva che non era tranquillo e apprensiva com'era gli chiese cosa lo preoccupasse, senza indugiare.
Lui inizialmente la fissò, senza dire niente, come se stesse cercando di nasconderle qualcosa.
«Sono solo stanco.» le rispose alla fine con un mezzo sorriso «E l'ansia non aiuta.»

Lo guardò per qualche secondo e alla fine decise di credergli.

«Avete controllato le chitarre?» chiese Alessia cambiando discorso.
«Sì, vuoi provare un'ultima volta?»
A quella domanda sorrise visibilmente e gli disse di andare di sopra mentre prendeva le chitarre.

Mentre recuperava i due strumenti, sentì la suoneria del cellulare di Luca risuonare in casa.
Le parve anche di sentirlo sospirare.

Rimase in fondo alle scale, in silenzio.

Ma alla fine decise di fidarsi ancora, convincendosi che fosse solo l'ansia pre-concerto.

Lo trovò seduto sul letto, con una mano accarezzava il muso di Ares, steso in parte a lui e con l'altra cliccava sullo schermo del suo cellulare.
«Anche Stiva è stato preso dall'ansia?» chiese ironicamente la ragazza.

«Mmh?» alzò lo sguardo dal cellulare, guardandola «Ah, sì.» rispose cercando di sorridere, ripensando alla sua domanda.

Bloccò il telefono appoggiandolo sul materasso, lasciando tutte le sue preoccupazioni con esso.
Almeno per qualche ora, mentre stava con lei.

Non voleva e non poteva diglielo, non in quel momento, non con leggerezza.

«Pronta?»

Lei lo guardò, con quello sguardo, lo sguardo che gli rivolgeva sempre, quello che si scambiavano, capendo tutto senza dirsi niente.

Presto le corde pizzicate, fecero prendere spazio alla melodia che si creò da quel gesto, in versione acustica, insieme alla sua voce e la chitarra del corvino.
E invece di guardare le corde della chitarra, si ritrovò ad osservarla cantare, con gli occhi chiusi per concentrarsi meglio.

E senza accorgersene sorrise nel vederla così serena.

Serenità che però durò poco, sopraffatta dall'ansia e dalla paura, sbagliò una nota e spaventata si alzò, chiedendogli scusa e uscì sul terrazzo.
La raggiunse subito dopo, per cercare di tranquillizzarla.
Si avvicinò a lei, appoggiata alla ringhiera in ferro con i gomiti e le mani a coprirle il viso e le circondò la vita con le braccia.

«Ale.» sussurrò al suo orecchio «Noi domani per davvero apriremo questa stanza, per iniziare una nuova sfida.»

La sentì sospirare, stava cercando di calmarsi.

«Il passo è breve e sai succede, di sentirsi soli.» le prese le mani una volta che si fu girata
«So che hai paura, ma non sarai sola perché ogni secondo insieme è in equilibrio sopra il mondo.»

La intravide sorridere nell'oscurità, finalmente più tranquilla.
«Spero sia un'esperienza unica, per strappare un pezzo dell'estate per stare al caldo quando è freddo intorno.»
IL chitarrista sorrise.
«Te lo prometto, te lo porterai dentro quando tornerai a Brescia e ti assicuro vorrai riviverlo altre mille volte.»

Alessia sarebbe dovuta salire a Brescia per aiutare Cristina e suo fratello per gli ultimi preparativi per il loro matrimonio, visto che avevano scelto quella località per vivere quel giorno speciale.

«Luca, così mi fai venire ancora più ansia.»
«Più di quanta già non ne hai?» la schernì lui, ricevendo un pugno sulla spalla, insieme alla sua risata cristallina.

Le prese il viso e la baciò, promettendole che sarebbe andato tutto bene e con quella promessa, tornarono dentro casa. 


Finalmente pronti per il concerto.

Come stelle ad agostoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora