Capitolo 2

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«Ale.» la richiamò Cristina, probabilmente per l'ennesima volta, scuotendola.

La diretta interessata scosse la testa concentrandosi sull'amica «Dimmi.»
«Sei sicura di stare bene?» le chiese l'amica corrucciando la fronte preoccupata.
"Sì...Sì, sono solo un po' stanca tutto qua.» cercò di fare un sorriso.

Non voleva farla preoccupare. 

Cris in tutta risposta annuì poco convinta e quando alzò lo sguardo, la sua espressione cambiò.
Non capendo, anche Alessia spostò il viso verso la medesima direzione e quando vide chi era entrato in negozio, sgranò gli occhi.

Luca.

Il ragazzo si avvicinò piano piano, con fare timido «Ciao Alessia.» ricambiò anche lei il saluto e poi calò il silenzio.
Cris, capita la situazione si allontanò, andando a sistemare dei libri.
«Mi dispiace per ieri sera.» disse velocemente Alessia, come per paura di una sua reazione avversa «Non so cosa mi sia preso.»

Bugia.

«Non preoccuparti, ero solo passato a sapere se ti eri ripresa.» disse il ragazzo tranquillizzandola, guardandola con i suoi occhi scuri e le mani in tasca.
«Sì, è stato più che altro lo spavento.» cercò di sorridere, portandosi una ciocca di capelli scuri, sfuggita alla coda, dietro l'orecchio.
Sorrise anche lui, probabilmente sollevato dalla sua risposta.
Calò di nuovo in silenzio e una sua mano gli finì tra i capelli, imbarazzato «Ero venuto a chiederti un'altra cosa in verità.» 
Alzò lo sguardo verso il corvino, attendendo risposta.
«Ti va un caffè dopo il lavoro?.» 
Alessia non fece in tempo a dare una risposta che Cris rispose per lei «Ma guarda che coincidenza, Alessia finisce proprio ora il suo turno quindi andate pure tranquilli.» le mise una mano sulla spalla con uno sguardo d'intesa che venne ricambiato da una occhiataccia da parte della mora.
«Dai vai pure, ci penso io a finire il tuo lavoro.» le sussurrò spingendola verso la zona riservata ai dipendenti.

Questa me la paghi Cristina.

Si cambiò velocemente la maglietta, prendendo la borsa del lavoro ed uscì poco dopo.
«Buon proseguimento ragazzi!» li salutò Cris mentre si avviavamo verso l'uscita, ricevendo in cambio un'altra occhiataccia da parte di Alessia.

Una decina di minuti più tardi, i due giovani erano seduti al tavolino di un bar nel centro di Bologna, con due tazzine di caffè appena fatto davanti a loro.

C'era imbarazzo nell'aria.

Alessia non era abituata ad uscire con un ragazzo, figurarsi con uno che conosceva appena.

«Anche tu senza zucchero?» chiese Luca cercando di stemperare la tensione, vedendola avvicinare la tazzina alle labbra senza che avesse aperto la bustina dello zucchero.
«Sì, sei anche tu da questa metà del mondo?»
«Il caffè va bevuto tassativamente ristretto e senza zucchero.» 
«Inizi già a starmi simpatico allora.» ironizzò la ragazza facendolo ridacchiare.
«A me stavi già simpatica ieri sera quando ti ho vista suonare.»

Alessia accennò un sorriso un po' forzato, abbassando lo sguardo verso la tazzina ormai vuota.
Lui la guardò cercando di capire ancora una volta cosa le passasse per la testa.
«Ho detto qualcosa di sbagliato?» chiese alla fine sentendosi un po' in colpa.
«Oh, nono è solo che è un argomento un po'...delicato.» mormorò la ragazza non alzando lo sguardo.
«Mi dispiace...non pensavo...»
«Non potevi saperlo Luca, va tutto bene.» la sua mano si posò istintivamente sulla sua, come per tranquillizzarlo.
Quando lo notò, la spostò subito, arrossendo leggermente.
Luca trattenne un sorriso per la sua estrema dolcezza e questa volta fu lui a posarla su quella della ragazza

Voleva farle capire che si poteva fidare di lui.

Gli occhi di Alessia si posarono in quelli del ragazzo.

Chiari, grigi, trasmettevano sincerità, tranquillità e dolcezza.

Rimasero così per diversi secondi, fino a quando la porta del locale sbatté, riportandoli alla realtà.

Cercando un modo per riprendersi dall'imbarazzo che li circondava, Luca guardò l'ora sul suo orologio da polso, tra meno di due ore aveva le prove con la band e doveva anche passare a prendere Lorenzo.

«Devi andare?» gli chiese dando voce ai pensieri del corvino «Sì, scusami.» disse dispiaciuto.
«Non preoccuparti, è meglio che vada anche io.» gli sorrise e si alzarono dal tavolino.

Dopo aver ricevuto delle proteste da parte di Alessia perché voleva pagare il giovane chitarrista, i due ragazzi uscirono dal bar.

«Grazie ancora Luca.» lo ringraziò quando arrivarono davanti alla macchina di lui.
«Figurati, è stato un piacere.» 
Fece per aprire l'auto quando un'idea gli balenò in testa.
«Sai... Insieme ad alcuni amici abbiamo formato una band e mi chiedevo se volevi venire un giorno a sentirci, anche in studio.» le chiese cauto, non sapendo una sua possibile reazione.
Lei sembrò soppesare la proposta, poco convinta «Ci penserò.» rispose alla fine.
«Ci conto, ho visto come suoni nonostante tutto quello che ti passa per la testa. Nelson ti adorerebbe.» 
«Va bene... Ci sentiamo in questi giorni.» accennò un sorriso e al ragazzo parve di notare uno strano luccichio negli occhi grigi della mora.
«Certo, ti lascio il mio numero.» sorrise anche lui mentre si scambiavano i numeri, un saluto e ognuno andò per la sua strada.

Il chitarrista si girò a guardarla un'ultima volta.

Un giorno riuscirò a farti provare di nuovo fiducia nella musica, te lo prometto Alessia.

***

«Oh finalmente!» la voce di Lorenzo arrivò fin dentro l'abitacolo della macchina per via dei finestrini abbassati «Ciao anche a te Stiva.» lo salutò ironico Luca
«Come mai tutto questo ritardo? Di solito sei il più puntuale.» chiese l'amico aprendo la portiera posteriore della Atos dell'amico per lasciare lo zaino e la sua tastiera.
«Ho avuto un imprevisto.» gli spiegò il chitarrista, rimanendo sul vago mentre Stiva saliva davanti e partivano verso San Lazzaro.
«E quel sorriso eh?» parlò Stiva tirando una gomitata leggera all'amico «L'hai vista anche oggi?»

«Sì, abbiamo bevuto un caffè.» il corvino gli lanciò uno sguardo come per fagli capire che le sue idee erano sbagliate, però non poté fare a meno di sorridere ripensando al pomeriggio appena passato.
«Ma guarda un po'! Lambertini si è preso una bella cotta stavolta!» alzò la voce scuotendoli leggermente il braccio «Non è vero!» 
«Seh seh, l'hai invitata in studio vero?» 
«Beh veramente...» 
«Allora sei innamorato.»constatò Stiva senza lasciarli nemmeno il tempo di completare la frase, ridacchiando.
«La conosco a malapena da due giorni ti pare?! E poi non so se verrà.» mormorò l'ultima frase per paura che si avverasse se la diceva ad alta voce.

«È per il fatto della chitarra?»

Luca annuì «Devo capire perché non si fida più, non ho mai visto così tanta passione nel suonare uno strumento.» disse mentre parcheggiavano davanti allo studio. 
«Vedrai Luca, ci riuscirai.» lo rassicurò l'amico scendendo dall'auto.
«A fare cosa?» s'intromise Nelson, appena arrivato anche lui, stranamente in orario.

«Luca ha conosciuto una ragazza e ora sta tentando di uscirci di nuovo.» rise Stiva, ricevendo una spinta da parte del più alto prima di entrare in studio.

Sarebbe stata una lunga serata.

Come stelle ad agostoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora