Capitolo 3

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«Ale, porca paletta, accetta no?!»

Alessia sapeva che Cris le avrebbe risposto così.

Le aveva raccontato della proposta di Luca, di andare una volta in studio a conoscere i suoi amici e a sentirli suonare.
«Non lo so, Cris... Lo sai che negli ultimi tempi non ho un bel rapporto con la musica.» borbottò la più bassa mentre si stavano cambiando dopo un lungo turno in negozio.
«Alessia, non ti vedo felice da troppo tempo. Ma felice per davvero. Come quando suonavi e cantavi. Prova ad andare no? Cosa ti costa?.» disse la bionda ormai sull'orlo della disperazione.
Alessia pensò silenziosamente a quello che l'amica le aveva detto, mentre gli occhi di quest'ultima dietro le lenti degli occhiali la osservavano in attesa di una risposta.

Ripensò a qualche sera prima, alle emozioni provate suonando quella meravigliosa chitarra.
Ricordò i brividi lungo la schiena, tra le dita, la melodia e Luca che cantava.

Già. Luca.

Se non fosse stato per lui quella sera non sarebbe mai entrata in casa sua e non avrebbe mai suonato.

Ancora con questi pensieri in testa, chiuse il suo armadietto, portandosi la borsa in spalla e i libri tra le braccia.
«Va bene.. Quando torno a casa gli scrivo.» disse alla fine mentre stavano spegnendo gli interruttori generali.
«E brava Landini, è così si fa!» esultò la bionda dandole una pacca sulla spalla, ridacchiando.
Alessia in tutta risposta alzò gli occhi al cielo.

Cristina sapeva quanto odiava essere chiamata per cognome.

«E se vai voglio i dettagli, mi raccomando!» aggiunse poi mentre l'amica dava le ultime mandate alla porta e chiudeva la serranda.
«Contaci.» la schernì la corvina.
Rise ancora prima di avviarsi verso casa «A domani Landini!» disse senza girarsi.
«Ciao Franceschelli!» la salutò Alessia allo stesso modo prima di immergersi nel caldo afoso di un'ennesima sera estiva bolognese.

***

«Sei nervoso?» gli chiese Stiva seduto in parte al chitarrista nel posto del passeggero.
Luca scosse la testa, guardandolo per qualche istante curioso «Perché dovrei esserlo?»
«Beh stiamo andando a prendere Alessia e ti stai mangiando le unghie.» gli indicò il viso.
Il corvino notò che l'amico aveva ragione e allontanò le dita dal viso, riportandole sul volante.
«Beh forse un po' lo sono, ma solo perché ho paura che abbia di nuovo quella reazione.» ammise.
«Sì, certo, ne riparliamo.» lo guardò furbo.
Scosse la testa divertito e parcheggiò davanti a quella che doveva essere casa di Alessia.
Anche lei viveva in una palazzina, poco distante dal centro.
Poco dopo il portoncino si aprì, rivelando la figura della ragazza che lo salutò con un sorriso prima di chiudere quest'ultimo alle sua spalle.

«Te la sei scelta proprio bene eh!» lo schernì Stiva mentre la guardava avvicinarsi all'auto.
«Stiva!» lo riprese appena in tempo, poco prima che Alessia aprì la portiera posteriore.
«Ciao Luca.» lo salutò nuovamente dopo che ebbe chiuso la portiera «Tu devi essere Lorenzo.»
«Chiamami pure Stiva.» le sorrise il tastierista girandosi verso di lei per stringerle la mano.

Intanto Luca ero ripartito verso lo studio e durante il viaggio parlarono un po' di tutto.
Quando toccavano l'argomento musica Alessia spostava lo sguardo fuori dal finestrino, ma guardando di sottecchi i due giovani musicisti.

Le si illuminavano gli occhi ogni volta.

Luca alzò sguardo nello specchietto retrovisore e incontrò di nuovo i suoi occhi grigi.
Lei, imbarazzata, sorrise e tornò a guardare fuori dal finestrino.
Sorrise anche il chitarrista con lo sguardo furbo di Stiva che lo osservava.

Uno sguardo di chi la sapeva lunga.

Per fortuna erano arrivati e si affrettò a scendere dall'auto, prendendo la chitarra per sfuggire a quella situazione imbarazzante.

«Ciao ragazzi.» salutarono Nelson e Marco appena entrarono in studio che nel frattempo erano già arrivati, mettendosi a collegare gli amplificatori «Lei è Alessia.» spiegò Stiva.
Dopo le varie presentazioni, Luca si mise ad accordare la chitarra sotto lo sguardo attento di Alessia.
«Riprova di nuovo l'ultima nota.» disse lei a un certo punto con sguardo corrucciato.
Il corvino guardò senza capire il motivo, ma la accontentò senza porsi ulteriori domande.
«È troppo alta.» mormorò la mora, avvicinando la mano alle chiavi per accordare la chitarra.
«Riprova.» 
Lui poco convinto riprovò, guardando l'accordatore davanti a se. 


Alzò di nuovo lo sguardo e non poteva fare a meno di guardarla, stupito.


Era riuscita a capire cosa non andava, senza un accordatore.


La sua mano era ancora sulla chiave della chitarra accordata, accennandogli un sorriso.
Poi improvvisamente la tolse «Scusa, non avrei dovuto...» 
«No, non importa ma...come hai fatto?» chiese Luca ancora stupito.
«Forse ci sono abituata... Non so.» mormorò abbassando lo sguardo, arrossendo imbarazzata.
La mano del ragazzo istintivamente raggiunse la sua, appoggiata sulla sua gamba «Va tutto bene.» la guardò cercando di rassicurarla «Vuoi che ti accompagni a casa?»

Lei lo guardò, fece un respiro profondo e scosse la testa.
Le strinse la mano e lei ricambiò continuando a guardare il più grande.

Ci voleva provare.

Voleva riprovarci.

Voleva provare a dare un'altra possibilità alla musica.

Il loro contatto visivo però venne interrotto da Marco che aveva cominciato a provare la batteria, facendoli sussultare.
Lei si allontanò, sedendosi un po' più distante sul divanetto blu.
Alzò di nuovo lo sguardo verso Luca, ridacchiando leggermente per quella situazione strana.
Lui le sorrise di rimando.

Quest'ultimo sentì la voce di Eddy in fondo al corridoio che salutava qualcuno e poi dei passi che man mano si avvicinavano.
«Ora conoscerai il nostro bassista e Eddy.» spiegò ad Alessia «Mi ero completamente dimenticato di loro.» ridacchiò.
Rise anche lei e quando si girò verso la porta il suo sguardo cambiò.

«Davide?!»

«Alessia?!»

La guardò stupito prima di appoggiare il basso e andarle incontro per abbracciarla «Ma che ci fai qui?»
«Potrei farti la stessa domanda.» disse lei quando si allontanarono.
«Vi conoscete?» chiese Luca.
«È il fratello di Cristina.» gli spiegò lei girandosi verso il chitarrista.

In tutta risposta, Luca sgranò gli occhi guardando gli altri ragazzi «Non vi assomigliate minimamente.» 
«Ce lo dicono in tanti.» rise Davide.
«Non ci avevi mai detto di avere una sorella.» 
«Beh neanche tu fino all'anno scorso Paga.» ribatté subito dopo il bassista.
«Giusta osservazione.»

«Dai ragazzi, abbiamo tutta la notte davanti. Prima iniziamo meglio è.» li riprese Eddy sedendosi al computer.
Alessia tornò a sedersi sul divanetto, pronta ad ascoltarli.
Davide si sedette vicino a lei «Sei sicura di sentirti bene?» le chiese «Hai preso qualche botta in testa?» 
«No, sto cercando di riprovarci.» disse seria «Stiamo.» mormorò spostando lo sguardo verso il chitarrista.
«Luca?» 
«Mi sta aiutando molto, l'altro giorno ho suonato la sua chitarra classica.» tornò a guardare il ragazzo in parte a lei.
Il bassista sospirò e le mise una mano sulla spalla con fare fraterno.
«Non sei obbligata a farlo.» 
«Lo so Frank, ma è quello che voglio.» lui sapeva quello che l'amica aveva passato, le era stato molto vicino in quel periodo così buio della sua vita.
Era diventato una figura fraterna per lei.

E lo era ancora dopo tutti quegli anni.

Le sorrise e si alzò, preparando il basso prima di iniziare le prove.

Come stelle ad agostoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora