Anya

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“Perché l'hanno abbandonata in questo modo?” disse River, in piedi, davanti al portone d'ingresso del faro.

Era autunno e le foglie imbrunite degli alberi nei dintorni, si staccavano dai rami per ogni singolo colpo di vento, disegnando spirali nell'aria. River ne aveva un paio incastrate nei folti capelli rosso arancio. I raggi del sole calante, illuminavano un cartello di media grandezza, affisso all'entrata dell'edificio, che recitava:

-STABILE FUORI SERVIZIO-

“Suppongo che non ci sia più bisogno di lei” rispose John.

“...Non ci sia più bisogno di lei?” ripeté River, voltandosi verso suo marito. Per qualche strana ragione, sembrava quasi risentita di quell'affermazione.

“Le navi e le barche intendo...sai come funziona, ora che tutte hanno il GPS e aggeggi del genere...”.

“Vero...la razza umana è stupida” concluse lei, girandosi ancora di spalle. John fece qualche passo per mettersi di fianco ad ella, e le prese la mano.

“River...questo posto significa tanto anche per me, e stavo pensando...nel nostro stato, le cose sono abbastanza stabili...se ce la giochiamo bene, entro qualche anno potremmo costruire una casa proprio qui, in quella zona” disse lui, puntando l'indice verso la parte più alta della scogliera.

River fece un saltello all'indietro, entusiasta e sorpresa allo stesso tempo. Non riusciva a credere alle parole che aveva appena pronunciato John.

“Riusciremo a vederla dalla finestra!!”.

“Sì, direi di sì” rispose lui, divertito dalla sua reazione piuttosto adrenalinica. 

“Di giorno, di notte, saremo sempre nei paraggi!!...E potremo sempre camminare fin qui. Non sarà mai più sola John!!”.

Poi di colpo si lanciò tra le braccia di suo marito, con le lacrime agli occhi. Si strinsero in un lunghissimo abbraccio, che parve durare ore, anni. Le aveva fatto uno dei regali più belli che potesse mai desiderare.

“Tutto purché sia felice” pensò svariate volte lui, mentre la stringeva forte a sé e le accarezzava i capelli dolcemente.

“Sarò in g-grado di vegliare su d-di lei ogni giorno” balbettò River sempre più commossa, con il capo appoggiato alla spalla del suo uomo.

John le asciugò una lacrima passandole il polpastrello del pollice sul viso, guardandola intensamente negli occhi; quei profondi occhi blu, della stessa intensità dell'oceano davanti a loro, nei quali lui ogni volta naufragava. Poi le disse sorridendo: “Sì, lo faremo insieme”, prima di tuffarsi in un altro lungo abbraccio.

“Ottimo per loro”.

“Mi prendi in giro Eva? Ti ricordi cos'è successo poi, no? E' come guardare un treno che va a schiantarsi”.

Il dottor Watts e la dottoressa Rosalene, erano poco distanti da John e River.

“La fine non è più importante di qualsiasi passo che conduca ad essa. La cosa più essenziale, è che in questo momento, loro sono felici.”

“Lezioni di filosofia!”.

“Per l'ultima volta, non è colpa mia se tu hai la sensibilità di quel tronco d'albero, Neil! Adesso andiamo”.

“Va bene, va bene”.

Iniziarono a camminare in direzione del sentiero che portava alla base della scogliera, quando Il dottor Watts rallentò il passo, fino a fermarsi.

“Eva...”.

“Cosa c'è?”.

“Quando parlano di 'Anya'...si riferiscono al faro vero?”

“Credo di sì” disse la dottoressa Rosalene annuendo.

Neil rifletté per qualche altro secondo.

“Quindi, quella River...ha declinato il trattamento per il bene di un faro? Insomma, già ho pensato che fosse abbastanza estremo farlo per una casa, figurarsi se in realtà l'ha fatto per un faro...Chissà come mai è così importante per lei, tanto da dargli addirittura un nome”.

“Ne abbiamo viste molte di cose strane nel corso del nostro lavoro”.

“Lo so ma non riesco a capacitarmene in alcun modo” disse lui grattandosi la nuca.

“Già...nemmeno io capisco, ma purtroppo lei non è un nostro cliente e dobbiamo occuparci solo di Johnny”.

BIP.

Il rilevatore interruppe la loro conversazione.

“Oh! Bene...” disse il dottor Watts guardandolo, mentre lo teneva nella mano destra, “Frammenti pronti, link rilevato...possiamo spostarci da qui. Il link da attivare si trova nelle vicinanze”.

“Credo di averlo già trovato, Neil” rispose Eva, facendo un cenno con il capo in direzione dei piedi del suo collega, “...Ci sei sopra...guarda un po' cos'è”.

L'uomo sollevò la pianta del piede.

“Mio dio no...Di nuovo i conigli di carta, NO”

Sulla pancia del coniglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora