Chapter 14

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Due settimane dopo...

neymar;

<<e comunque il migliore in campo è stato Neymar>>
Dice Leo e tutti acconsentono, ma so di non aver dato il meglio di me oggi nella partita.
Si, abbiamo vinto, con un gol e un assist da parte mia, ma ultimamente mi sento vuoto, come se mi mancasse una parte, so anche bene quale, e ovviamente sento allo stesso tempo di non dare il massimo.
Mi cambio, uscendo poi dallo spogliatoio. Esco a fare un giro, ma la mia macchina mi porta sempre lì, al ristorante.
Entro per prendere un bicchiere di whisky al bancone, e quando mi giro noto Juliette ridere e scherzare con degli amici.
Non so chi siano, non li ho mai visti, ma lei è ogni giorno sempre più bella.
Mi manca, più le sto lontano, più sento di voler correre da lei e abbracciarla.
<<conosci quei ragazzi?>>
Chiedo al cameriere.
<<sono amici di Juliette, credo dell'università>>
<<grazie>>
È bello vederla per la prima volta qui, senza maschi che le girano attorno, che vogliono solo portarsela a letto, lei vestita in modo perfetto, senza trucco, con i capelli sciolti e mossi che le cadono sulle spalle, e il suo immenso sorriso coperto solo da un lucidalabbra.
Mette la mano dietro la nuca e sposta un po' la testa, mettendo in mostra il suo collo bianco, è così bella.
Uno di quei ragazzi le sposta i capelli dietro all'orecchio e in quel momento sento spezzarsi qualcosa dentro di me.
Dalla gioia che avevo guardandola passo a uno sguardo triste...forse si è fidanzata, forse è davvero felice ora senza di me.
Bevo tutto d'un sorso il drink e sbatto il bicchiere sul tavolo, uscendo subito dopo.
Vado verso la macchina, ma una voce mi fa fermare.
La sua voce.
<<Neymar>>
<<Juliette>>
<<non ti ho più visto ultimamente, neanche al locale>>
<<sono stato impegnato. Vedo che ti stai divertendo>>
<<sono amici dell'università, da quando è successo tutto esco di più, rimanere da sola mi fa pensare molto, quindi cerco di aprirmi con loro>>
<<e sei anche fidanzata?>>
<<cosa? Assolutamente no, fosse così facile fidanzarsi, e così facile dimenticare. So che stasera giocavate, spero sia andata bene>>
<<abbiamo vinto, fortunatamente>>
<<sono contenta per voi. Torno dentro>>
<<Ju come stai?>>
<<non so risponderti a questa domanda, ma grazie per averla fatta>>
<<ci vediamo>>
<<si, se vorrai ci vedremo>>
Entro in macchina e sbatto i pugni sul clacson...lei mi pensa ancora e ne ho avuto la conferma, e lo stesso vale per me...come si fa a smettere di pensare ad una persona?
Perché la desidero così tanto?

Ritorno a casa, e quando passo in soggiorno saluto solamente, senza ascoltare ciò che Gil mi stava dicendo.
Faccio una doccia, un'altra, ne avevo già fatta una nello spogliatoio e mi fiondo nel letto dopo davvero tanto tempo. Chiudo gli occhi, ma le immagini dei nostri momenti si fanno strada nella mia mente.
Prendo la nostra foto, quella che facemmo quando le regalai il cellulare, e sorrido come uno stupido nel guardarla.
<<papà>>
Mi giro verso la porta e trovo Davi in piedi.
<<hey Davi>>
Si stende al mio fianco e io gli do un bacio tra i capelli.
<<papà che succede?>>
<<che vuoi dire?>>
<<da quando sono qui sei triste, ti vedo diverso>>
<<ormai non sei più un bambino, stai crescendo. Sto bene>>
<<è per qualche ragazza?>>
Mi chiede ridendo.
<<in realtà si>>
<<cos'è successo?>>
<<ho perso completamente la testa per lei>>
<<e lei invece?>>
<<anche>>
<<e allora?>>
<<lei non fa un lavoro stupendo, insomma non posso spiegartelo sei ancora piccolo, volevo che fosse solo una persona con cui spendere del tempo per poi lasciarla andare non appena tornato a casa, in Brasile, ma non è facile>>
<<cosa ti piace di lei?>>
<<tutto, il suo sorriso, il suo volto struccato, i suoi capelli messi un po' a caso, i suoi occhi verdi, un po' più chiari dei miei, il suo profumo, mi piace tutto di lei>>
<<papà se ti rende felice perché non vai da lei?>>
<<ti ho detto che non è semplice>>
<<niente e nessuno ti ha mai fermato. Tu sei il mio eroe e devo prendere esempio da te. Se tu ora andrai da lei, mi darai una lezione importante>>
<<Davi>>
<<papà voglio vederti felice, ti prego>>
<<sei tutto opera di tua madre, io non sono così, non lo sono mai stato, e non ti ho dato insegnamenti del genere. Ormai sei un ometto amore mio>>
<<ti voglio bene>>
Mi abbraccia e mi spinge quasi giù dal letto, forse ha ragione, devo andare da lei.
Mi cambio velocemente, e proprio in quel momento inizia a piovere, ma come ha già detto Davi, niente e nessuno mi ha mai fermato.
Prendo la macchina e corro sotto casa sua.

daisy;

Fuori piove, ormai sono a casa da un pezzo, ma sono seduta sul letto ad ascoltare la musica, non ho voglia di dormire.
Osservo le foto che ho sul muro, pensando che è davvero tantissimo tempo che non rivedo i miei genitori, ma qui non c'è davvero un attimo di tregua.
Mi risveglia dal mio stato di trance il suono di una notifica e leggo il mittente: Neymar.

Neymar

<<affacciati>>
02:15

Mi avvicino alla finestra e lo noto sotto la pioggia battente...questo ragazzo è pazzo.
Corro giù in T-shirt e pantaloncini, e mi avvicino a lui.
<<che ci fai qui?>>
Urlo per farmi sentire a causa della pioggia.
<<devo parlare con te>>
<<vieni dentro>>
Lo faccio entrare, e corro a prendere qualcosa per farglielo indossare nella mia stanza, siccome era completamente zuppo d'acqua.
Gli lascio indossare la sua felpa e un pantaloncino di una squadra di NBA, che ho rubato da mio cugino tempo fa.
<<si muore di freddo>>
<<sei tu che sei stupido, ti sembra il caso di metterti sotto la pioggia?>>
Lo faccio sedere sul divano e vado in cucina a preparare un thé caldo, che gli porto poi nella tazza.
Mentre beve prendo la coperta e la metto intorno al suo corpo, sembra un vecchietto così.
<<che hai da guardare?>>
<<pensavo che sembri un vecchietto>>
Gli rispondo ridendo.
Mi metto vicino a lui e gli lascio un bacio sulla tempia...proprio non riesco a resistere.
<<domani starai malissimo>>
<<non fa niente>>
<<cosa devi dirmi di così importante?>>
<<che mi manchi, che ho fatto una cazzata, e mi dispiace>>
<<questa tua cazzata è durata 1 mese, e io sono stata davvero male>>
<<capisco se non vuoi perdonarmi, lo accetto, ma volevo solo chiederti scusa>>
Continua a tremare, così decido di portarlo in stanza e lo faccio stendere sotto le coperte.
<<accetto le tue scuse, ma sappi che non so se dentro di me ti perdonerò presto>>
<<so che lo farai perché mi vuoi bene>>
<<chissà...hai ancora freddo?>>
<<si un po', avrei bisogno di un abbraccio>>
<<Dio...sei così furbo>>
Mi alzo prendendogli il mio orsacchiotto e glielo lancio.
<<abbracciatevi pure>>
<<odiosa, voglio un abbraccio vero>>
Mi ristendo accanto a lui e mette il braccio intorno al mio collo facendomi ritrovare con la testa quasi sulla sua spalla.
<<non lo meriti>>
<<me lo sono sentita dire molte volte>>
<<questa volta è vero, mi dispiace, sono stato un coglione>>
Mi lascia un bacio sulla fronte mentre io mi accoccolo ancora di più a lui.
<<si concordo>>
<<non ne avevo dubbi>>
Dice ridendo.
Chiudo gli occhi e dopo un mese ho di nuovo il suo profumo a invadere le mie narici...si, mi era mancato da morire.

𝘼 𝙘𝙤𝙣𝙛𝙪𝙨𝙚𝙙 𝙝𝙚𝙖𝙧𝙩 | 𝙉𝙚𝙮𝙢𝙖𝙧 𝙅𝙧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora