Al risveglio di Carmen, si ritrovò circondata dai suoi amici, che la fissavano preoccupati. Confusa cercò di alzarsi per sedersi e JJ l'aiutò.
Sentiva male alla testa, ma non un normale mal di testa, come una specie di forza sorprendentemente opprimente, come se qualcuno le stesse stringendo forte il cranio, arrivando fino al cervello.
La poca luce che entrava dalla finestra invece, la faceva rabbrividire e pur avendo dormito per oltre dodici ore, si sentiva ancora terribilmente stanca.
Aveva talmente la nausea che quasi non riusciva a muoversi e anche se il suo stomaco brontolava e faceva male dalla fame, il solo pensiero del cibo le aumentava i conati di vomito e con la sete che si ritrovava, avrebbe potuto bere un intero oceano.
In pratica le sembra di essere stata investita da un autobus.
«Perché mi fissate?» chiese con voce roca.
«Stai bene?» le chiese JJ.
«Tieni dell'acqua» disse Pope porgendole un bicchiere pieno d'acqua.
«Perché mi fa così male la mano?» chiese Carmen cercando di posare il bicchiere sul comodino, prima che Kiara glielo strappò di mano per farlo lei.
«Non ricordi niente?» le chiese John B.
«Sono salita sul ponte» disse più come una domanda. «Ero ubriaca... è successo altro?» chiese con la voce stanca.
«Hai rotto uno specchio con la mano, per questo ti fa male» le spiegò Sarah.
Carmen sospirò delusa, portandosi una mano sugli occhi, per strofinarseli ancora una volta. «Quanto ho bevuto?» chiese.
«Tanto» disse John B.
«Troppo» lo seguì JJ.
Concentrandosi Carmen si ricordò che JJ la fece scendere dal ponte e che era sul punto di buttarsi, ma per il resto, completo buio.
«Scusate, se ho creato qualsiasi tipo di problema, non so cosa mi sia successo» cercò di giustificarsi.
«Non devi scusarti, davvero, però adesso devo andare in ospedale, potranno visitarti meglio la mano» disse Sarah.
«Ti accompagno io» si offrì JJ.
Carmen annuì e cercò di alzarsi dal letto, mentre la testa ancora le girava e la faceva leggermente barcollare. Fatto poco meno di due passi, sentì la gola scaldarsi e iniziare a bruciare e un disgustoso sapore in bocca, mentre il suo stomaco si rivoltava. Con le poche forze che aveva corse in bagno, per inginocchiarsi davanti alla tazza del cesso, intanto che si portava i capelli in alto con una mano, mentre l'altra mano era sul bordo del water.
Vomitò più del suo solito e fortunatamente non fu vano, visto che la nausea si era drasticamente abbassata. Pope le portò altri bicchieri d'acqua, che Carmen tracannò velocemente, anche bagnandosi leggermente la maglietta; fece anche qualche risciacquo con la bocca, per togliersi il gusto del rigurgito. Con tutta l'acqua che aveva bevuto, alzandosi riuscì a sentirla muoversi nella pancia e chiese ai suoi amici di uscire dal bagno, perché avrebbe dovuto fare la pipì. Pope ne fu felice, mentre gli altri lo guardarono confusi, portandolo a spiegare che stava dando tanta acqua a Carmen, così che poi avrebbe dovuto andare in bagno, espellendo l'alcol che aveva bevuto.
Carmen si lavò i denti, con uno spazzolino di ricambio di John B, per togliere l'odore e il sapore dalla bocca e si diede una sistemata, per prepararsi ad andare in ospedale insieme a JJ.
Ancora abbastanza in grado di camminare dritto, Carmen prese sottobraccio JJ, che l'accompagnò fino alla macchina parcheggiata fuori. Le aprì perfino la porta e l'aiutò a salire, assicurandosi che tutto andasse bene.
Durante il viaggio rimasero stranamente in silenzio e Carmen non sapendo come iniziare una conversazione, allungò il bracciò sinistro per accendere la radio, girando poi la rotella per abbassare il volume, così che la musica facesse da sottofondo.
«Questa canzone mi ricorda la prima estate che abbiamo passato insieme, io, te e John B» disse Carmen.
«Perché?» chiese incuriosito JJ.
«Il giorno dopo la fine della scuola, ci siamo riuniti per la prima volta allo chateau e Big John ci aveva portato i succhi di frutta. Mentre facevamo merenda c'era proprio questa canzone alla radio»
«Me lo ricordo, che poi avevamo il coprifuoco alle dieci e ci sentivamo grandi» disse JJ sorridendo.
I due passarono il viaggio parlando degli aneddoti divertenti e non, che si ricordavano, fino ad arrivare davanti all'ospedale.
JJ spese per primo dopo aver parcheggiato l'auto e aprì la portiera a Carmen, che tenendosi il polso sinistro, con la mano destra, accompagnata dal suo ragazzo entrò nell'ospedale.
Dopo una breve visita, decisero di mettere una specie di tutore al polso e la mano, per far sì che non facessero movimenti bruschi, che avrebbero aggravato la situazione.
«Stai a riposo ovviamente e non fare la ricostruzione alle unghie o cose simili» l'avvertì un'infermiera. «Paga in contanti o ha la carta?»
Solo in quel momento i due ragazzini realizzarono di non avere soldi con sé.
L'infermiera capì e li guardò seccata.
«Trovate dei soldi e pagate, non ho molto tempo da perdere» disse girandosi sulla sua sedia, cominciando a sistemare delle cartelle.
«Io non ho soldi, tu hai soldi?» le chiese JJ.
«No che non li ho» rispose toccandosi le tasche dei pantaloni.
JJ e Carmen si sederono nell'area d'aspetto, dove i familiari e i feriti aspettavano con ansia il proprio turno.
«Non volevo farlo, ma sembra essere l'unico modo» disse Carmen alzandosi.
Andò dalla receptionist dietro al bancone, che con le sue unghie lunghe faceva risuonare i tasti del computer ancora più forte del normale.
«Scusi può chiamare il dottor Williams?» chiese.
«Cosa devo dire?» chiese la receptionist con aria irritata mentre si portava il telefono con il filo all'orecchio.
«Emergenza familiare» rispose la ragazza.
«Che parente è lui per te?»
«Lui è... mio padre» disse con una piccola pausa.
L'infermiera premette un pulsante sul telefono, arrivando al piano di chirurgia, per chiedere ad un'altra infermiera di far arrivare Ben da Carmen.
«Arriverà» disse l'infermiera abbadando lo sguardo, per far capire che doveva andarsene.
Carmen le sorrise e tornò da JJ, sedendosi accanto a lui.
All'arrivo di Ben, Carmen gli andò incontro, spiegandogli cos'era successo e lui capì e pagò al posto di Carmen. La ragazza continuava a ringraziarlo, ma lui continuava a dire che l'aveva fatto con piacere, fino a quando il suo cerca persona non lo chiamò e dovette tornare al lavoro.
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She's still shining //Outer Banks
FanfictionNelle Outer Banks della Carolina del Nord un gruppo di adolescenti, i "Pogues" vivono nella parte più povera dell'isola, al limite della legalità. Il capogruppo, John, ha perso il padre da nove mesi: questo è difatti scomparso mentre era alla ricerc...