Hanging Tree

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«È il mio turno in lavanderia, non credo di trovare qualcosa tra i panni sporchi, ma terrò gli occhi aperti» disse Joey mettendo al suo posto il soffione che aveva svitato, per poi asciugarsi le mani sulla divisa da carcerato. Theodor uscì in fretta dal box doccia che stava controllando dopo aver visto uno scarafaggio, si salutarono e terminò di perlustrare il bagno.

Finire dietro le sbarre non fu tanto difficile: misero in scena una rapina in una stazione di servizio, proprio come nei film. Il proprietario, ex impiegato della Fondazione Speedwagon, aveva accettato volentieri di aiutarli pur di sperimentare un po' di adrenalina dopo anni di pensione. Era stato così bravo che per poco non credettero che si fosse dimenticato del piano e stesse davvero avendo un attacco di cuore.

Si trovavano nella prigione di Green Dolphin Street ormai da tre settimane. Abituarsi a quello stile di vita tanto rigido sembrava impossibile, gli altri carcerati avevano già tentato di prenderli di mira, ed il pensiero che uno di loro potesse essere stato mandato dall'Ultimo Verde non li faceva dormire la notte. Non che le guardie fossero da meno, con quegli sguardi torvi e le mani sempre pronte sui manganelli. Tutto ciò si aggiungeva al fatto che non avessero idea di dove trovare la freccia stand, o meglio, il frammento. Infatti solo un pezzo della punta era stato perduto, tanti anni addietro, in quel luogo.

Joey e Theodor erano ovviamente nella parte maschile della prigione, e da quando erano stati rinchiusi non erano riusciti ad avere notizie di Ofelia nemmeno una volta. Speravano soltanto che non fosse finita in isolamento dopo due giorni, la immaginavano sin troppo bene ad azzuffarsi per qualche motivo stupido. O sarebbe stato meglio? Per quanto ne sapevano, il frammento poteva benissimo trovarsi in una di quelle celle anguste. Forse, però, passare del tempo con se stessa ed i propri fantasmi non avrebbe giovato alla ragazza, ancora turbata dalla battaglia con Kimberly.

Uscendo dal sudicio bagno, Theodor pensò che sarebbe stata una buona idea tornare in biblioteca. Il luogo era pieno di nascondigli e lui così disperato da aver deciso di sfogliare ogni singolo libro, la scorsa volta era arrivato al quarto scaffale quando lo avevano mandato via, credendo stesse facendo qualcosa di losco. In realtà non voleva ammettere di avere troppa paura ad andare in giro senza la protezione di Joey.

L'ambiente era silenzioso e tranquillo, come sempre. Oltre a lui, un vecchietto raggrinzito stava scribacchiando qualcosa su un pezzo di carta, ma sembrava non essersi nemmeno accorto che fosse entrato qualcuno. Sentendosi al sicuro, cominciò a sfogliare un libro, e solo quando lesse per puro caso una porzione di testo capì che si trattava della Divina Commedia. Aveva sempre apprezzato la struttura e gli schemi dietro quell'opera.

«Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia: essamina le colpe ne l'intrata; giudica e manda secondo ch'avvinghia...»
Ebbe un brivido. In quel periodo era facilmente impressionabile e l'immagine di Minosse, lì accanto al testo, non era d'aiuto.
«...cignesi con la coda tante volte quantunque gradi vuol che giù sia messa»
Stavolta ebbe proprio la pelle d'oca. Chiuse il libro e controllò che non ci fosse qualcosa sotto la copertina, almeno finché quella brutta sensazione non lo costrinse a girarsi verso la piccola sala.

Il vecchietto lo fissava sorridendo, aveva i denti marci e un monocolo, la gobba lo abbassava così tanto da renderlo alto la metà di Theodor e la divisa gli andava larga. Eppure emanava un'aura davvero spaventosa, soprattutto quando accanto a lui apparve un boia, con la testa incappucciata e il corpo di legno. Sulle spalle reggeva un'enorme ascia, mentre alla cintola pendevano dita, orecchie, lingue insanguinate e un grande sacco.
«Buongiorno, giovane. Ti accomoderesti qui, davanti a me?»
Chiese con estrema gentilezza, indicando il posto a sedere.

Il ragazzo lo osservò con riluttanza, avrebbe preferito evitare lo scontro.
«Se vuoi andartene, sei libero di farlo, peccato io sia l'unico a poterti dare informazioni, non troverai nulla tra i libri. Siedi, e giochiamo»
Ecco, ora sì che non poteva tirarsi indietro, altrimenti si sarebbe sentito un codardo per il resto della vita. Sospirò seccato e accettò l'invito, ma subito venne legato alla sedia da delle radici che partivano dai piedi del boia. Era in trappola.

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