Iron Man

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«BUONASERA, SIETE PRONTI?»
Le luci vennero indirizzate tutte sul ring al centro della grande sala, su cui un ometto energico in giacca e cravatta aveva urlato a squarciagola in un microfono, attirando l'attenzione del pubblico che ricambiò il grido con entusiasmo.

«La finale del torneo si avvicina, sono emozionato almeno tanto quanto voi, e lo siete parecchio! Quindi non perdiamoci in chiacchiere e iniziamo a divertirci!»
Musica al massimo volume cominciò a movimentare ancora di più gli spettatori. Alcuni avevano dei fogli in mano e prendevano scommesse, altri trascinavano un carretto di panini e bevande, ma la maggior parte si spintonava per avere i posti migliori.

«Ha uno stile rapido e imprevedibile: il primo scontro comincia con... PEPE IGLESIAS!»
Un uomo alto si fece strada tra la folla, salutando i suoi fan con un guantone alzato in aria, il sorriso strano dovuto al paradenti. Passò sotto le spesse corde del ring e si mise al suo posto, saltellando impaziente.

«All'angolo opposto il novellino che continua a sorprenderci con tecniche sempre differenti... JOEY JORDIE!»
Stavolta fu un ragazzo a salutare il pubblico, senza guantoni e con solo un paio di pantaloncini addosso. Il fisico possente e scolpito era in netto contrasto con lo sguardo gentile, un po' nascosto dalla massa arruffata di capelli castani. Dietro la spalla destra aveva una particolare voglia a forma di stella.

«Ripeto le regole: chi vince questo turno passa al successivo, niente time out, non continuate a combattere dopo il fischio o sarete eliminati, se avete nascosto armi sarete eliminati, se uscite fuori dal ring sarete eliminati, se restate per dieci secondi a terra sarete eliminati. PRONTI? CHE LO SPETTACOLO ABBIA INIZIO!»

Joey non ebbe nemmeno il tempo di mettersi in posizione che fu costretto a schivare due colpi, così veloci da essere a malapena visibili. A quanto pare Pepe Iglesias non aveva alcuna intenzione di trattenersi solo perché aveva davanti qualcuno più piccolo di lui, anzi, sembrava volergli dimostrare la sua superiorità.

Montanti e diretti erano estremamente precisi, la difesa sempre alta e solida, mentre il gioco di gambe talmente rapido da confondere il giovane ragazzo. Talento e anni di allenamento dovevano averlo aiutato a perfezionare la tecnica, ma era evidente anche l'esperienza in campo. La raffica di pugni non sembrava voler rallentare e presto Joey si ritrovò all'angolo.

Tra gli spalti si sentirono le grida euforiche di un ragazzo sulla trentina, pelle molto scura e una coda di rasta. Agitando in aria il biglietto della sua scommessa esultava ad ogni attacco di Pepe Iglesias, in modo così esagerato che persino il combattente sembrava infastidito.

All'ennesimo fischio indesiderato, Joey si distrasse per un breve attimo che bastò a fargli prendere un pugno in pieno volto. Dal suo naso uscì un fiotto di sangue che gli sporcò il petto, ma non ci fece caso, poiché il dolore sembrò risvegliarlo.

Aveva un talento innato per le arti marziali, la boxe di Pepe Iglesias era soltanto una delle tante che aveva studiato. Sin dal primo sguardo aveva capito di poterlo battere, era solo rimasto sorpreso da tutta quella velocità e il tifo fastidioso continuava a distrarlo. Voleva finirla, non era così che gli piaceva combattere.

Fu un attimo: venne circondato da un'aura infuocata, due braccia semitrasparenti apparvero dietro di lui e lo aiutarono a staccarsi dalle corde del ring. Poi usò una tecnica di karate per far perdere l'equilibrio al rivale, una presa di judo per catapultarlo a terra e un bel pugno sul naso per ricambiare il favore. Stavolta era il tifo per lui ad essere quasi eccessivo, la folla esultava per come in pochi secondi era stato in grado di ribaltare la situazione.

Pepe Iglesias svenne. Il piccolo ometto che aveva presentato la sfida portò Joey al centro del ring e gli alzò il braccio per indicare la vittoria. Alcuni già volevano riscuotere la vincita delle loro scommesse, altri continuavano a fischiare non soddisfatti dell'esito dello scontro. Tutti erano in fermento. Tutti... tranne una ragazza.

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