Paura di Amare

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Annabeth aveva paura.
Eccome se ne aveva.

Le tremavano le mani solo al pensiero di potersi innamorare.

Anche della persona che si diceva la più leale di questo mondo, perchè lei sapeva che in tantissimi indossano costantemente delle maschere subdole, aspettandoti pronti solo per pugnalarti.

Non aveva mai inserito nei suoi programmi futuri l'amore, perchè lei voleva qualcosa di permanente ed era consapevole che non era facilmente possibile. Perciò aveva sempre represso sentimenti e lasciato al caso e al destino la parte sentimentale.

Così, quando il suo migliore amico Percy -che conosceva dall’età di dodici anni- le si era avvicinato abbassandosi al suo volto, lei era scappata.

Dal cancello della scuola fino a casa sua, correndo.

Come un atleta ricoperta di lacrime per una sconfitta.
La sua, era contro se stessa.

Si sentiva una codarda.

Erano diciassette anni che provava a combattere contro il suo più grande terrore.

Non aveva nemmeno realmente capito cosa avesse intenzione di fare Percy, magari attendeva un suo abbraccio prima di prendere il bus.

Ma la verità era che Annabeth nascondeva i suoi sentimenti per lui da tempo.

Era una ragazza coraggiosa e temeraria, ma quando si presentava l'ora di esporre ciò che provava, partiva già con tre passi dietro.

Si sentiva come in trappola.
Non riusciva ad uscire dalla sua bolla, dalle sue mura difensive create apposta per le emozioni, i legami.

Nonostante il suo migliore amico le fosse sempre stato vicino e non l’avesse mai abbandonata, era convinta che non potessero mettersi insieme.

Annabeth non era pronta a soffrire.

E si, di Percy si fidava ciecamente, ma solo fino alla fase "amico".

Quel costante dubbio se lasciarsi andare o meno le faceva male. Ogni giorno sempre di più.

Era cresciuta con l’idea che l’amore portasse e facesse solo male.

Certo, che voleva cambiare;
Certo, che voleva confidare tutto a Percy.
Ma non ci provava nemmeno.

Quel giorno si era sentita una pessima persona.
Infondo notava di piacergli, e lasciarlo impalato senza una spiegazione non era stato saggio da parte sua.
Ironia della sorte, era considerata la più intelligente e forte mentalmente da tutti.
Poi, cadeva al suolo sommersa da pensieri e paranoie, solo quando si entrava nell'argomento relazioni.

Ma anche Annabeth aveva le sue debolezze.

Tutto il pomeriggio, mentre già dalle quattro era sceso il leggero filo di luce invernale, continuava a pensare a come risolvere.

Ogni volta la faceva sorridere il fatto che questa "fobia" era proprio stata creata da se stessa e da i suoi -chiamiamoli così dai- traumi. Che pensava di aver superato, ma evidentemente erano sempre dietro l'angolo a risucchiarla.

I nostri respiri-Percabeth OneShotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora