Era mattina presto ed Annabeth si era seduta sul divano per riposarsi un attimo dopo colazione.
Sentì dei passi poco distanti e girwndosi, notò Percy aprire il frigo per poi bere un sorso d'acqua.
<<Già sveglio? Non è da te>>
Lui si avvicinò e le posò un bacio sulla fronte.
<<Eh sì, ma mi mancavi>>
Per poi sedersi vicino a lei, mentre codesta ripeteva <<Che ruffiano>> due volte tra se e se.
Percy l'attirò in un abbraccio da dietro, e perdendo l'equilibrio la sua ragazza, si ritrovò con la testa sulle sue gambe.
Una leggera risata da parte di entrambi, vagò nell'aria, ma non si spostarono.
Percy passò una mano sul fianco, sotto il tessuto che la copriva, fino al ventre piatto e atletico di lei. In modo distratto e spensiersto, quasi giocoso.
Poi strabuzzò gli occhi quando sentì un solco vicino all'ombelico. La sottoposta notò la sua faccia e gli rivolse un'espressione interrogativa. Finchè lui non si ricordò improvvisamente.
La più grande cicatrice sul corpo di Annabeth.
L'aveva notata anni fa quando erano andati in spiaggia insieme. Gli aveva solo leggeremente accennato su come se l'era procurata, e che nonostante fosse un segno per ricordarsi di essere soppravisuta, era stata portatrice di grandi insicurezze. Specialmente da bambina.
Il ragazzo sperava non fosse più così, ma per accertarsene voleva farglielo capire a gesti e a modo suo.Iniziò a salire e seguirne l'andamento con la mano.
Sentì Annabeth irrigidirsi al suo tocco, nervosa.
<<Stai tranquilla. Amo i ricordi incisi sul corpo>>
La ragazza si sentì sprofondare a quella frase, come se lui avesse appena aperto una voragine apposta per lei.
Percy vide il suo viso addolcirsi e lo sguardo diventare offuscato, poco presente. Come se fosse stata catapultata in un ricordo. Continuò a seguirne la traccia fino ad arrivare al punto d'inizio, il più alto, leggermente sotto al seno, proprio nel centro simmetrico del busto. Non mancò un pò di rossore da parte della bionda, ma anche del corvino.
E, finalmente, si guardarono negli occhi.
Annabeth sorrise, rassicurante e riconoscente per l'amore che egli stava trasmettendo.
Percy sentì un brivido invadergli la schiena e la sensazione divenne più forte, come se lei lo stesse chiamando in quella voragine immaginaria, creata poco prima da lui stesso, quando continuò a sfiorare su e giù più volte la cicatrice di Annabeth.
Con le dita lunghe e affusolate, che una alla volta, assaporavano quei centimetri di pelle.Poi Percy fece qualcosa di sorprendente -si piegò verso di lei e sollevò uno strato della felpa grigia-
Iniziò a sfiorare la linea del lungo segno con le labbra.
E vide Annabeth chiudere gli occhi, in estasi, a quel gesto.
Stava usando una tale grazia e attenzione, che rare volte usufruiva. Pullulava di purezza.
Un sospiro lento e trattenuto uscì dalla bocca di Annabeth quando Percy terminò la sequenza di baci.
Anche se, erano più che altro un semplice tocco di labbra strascicato e timido.
Ma donato ad Annabeth, con un'intensità disarmante, dalla persona che amava.
Si guardarono a lungo, senza proferire parola.
Erano completamente assorti nella loro bolla.
Irradiavano un'energia d'amore, adirittura, più grande di loro stessi.Ma anche dopo quel momento Annabeth non volle entrare nei dettagli della cicatrice.
Tutta la vita, si era sentita chiedere "Ma cosa hai fatto lì?" "Come te la sei procurata?" "È grandissima! Si vede benissimo, anche da lontano"
E ne era esausta. Era proprio quella la parola giusta.
Non riusciva proprio a comprendere come alle persone potesse piacere sminuire gli altri facendo notare le rispettive insicurezze.
Credeva, che per essere qualcuno, e raggiungere i propri obbiettivi non ci fosse alcun bisogno di spegnere gli altri.
Semplicemente usare il cervello per proprio conto.
Mostrare e alimentare la mente che si possiede.Perciò quando Percy, nel tempo seguente, non le chiese niente e non disse nulla riguardo ad essa, rimase di stucco.
Tanto da soffermarsi ad osservarlo, come in cerca di un fine.
La guardava con due occhi che brillavano più del sole che stava sorgendo, lì affianco a loro.
Anche lui sembrava analizzarla, ma non in modo scettico.
E non stava nemmeno analizzando il suo corpo.
Percy stava cercando di capire cosa passasse per la sua testa. Cercando di captare la sua anima.
Tanto diverse l'una dall'altra.<<Sto pensando,>> annunciò Annabeth con voce spezzata "che non voglio che questo momento finisca>>
Percy sembrò cercare le parole giuste per un momento, per poi rinunciarci <<Allora, stiamo qui>>
Ci fu una pausa di tensione palpabile, finchè il corvino non ruppe l'atmosfera iniziando a fare il sollettico ad Annabeth.
E rimase sorpreso, non vedendo nessuna reazione da parte della bionda mentre gli spiegava: <<Guarda che non lo soffro nè sulla pancia, nè nei fianchi>>
Percy allora provò altrove, sul collo, e un ghigno di soddisfazione riempì il suo volto, quando vide la sua ragazza intenta a non scoppiare a ridere, da un secondo ad un altro.
Percy perseverò, fino a quando Annabeth scoppiò.
Lasciando la sua risata vorticare e sbraitando parole incomprensibili contro il ragazzo.
Finchè, poco dopo, si ritrovarono a ridere senza più un motivo seriamente valido.
<<Sei proprio una Testa D'alghe>>
<<E tu una Sapientona, non molto immune al solletico>>Inutile dire, che restarono lì per ore.
A raccontarsi chissà quali eventi e progetti.
Ma nell'aria si poteva avvertire la felicità di Percy, nell'essere riusciuto ad allegerirle quel ricordo passato, per sempre impresso nel corpo.
E la consapevolezza di Annabeth, nel fatto che, dopo tutto, qualsiasi storia si abbia dietro, non c'è motivo di vergognarsi di un segno.
E anzi, bisogna vantarsi di quella cicatrice -lunga e sottile come la sua, o qualsiasi altra sia- di essere sopravissuti.Angolo Autrice:
Sono tornata con una oneshot molto speciale per me.
Vorrei solo ricordarvi, di conoscere voi stessi, per poi amarvi più di qualsiasi altra cosa.
Ci riuscirete.
Io, credo in voi.
Ci vediamo, forse sarà tra più tempo del solito.
Ma comunque, alla prossima lettura.
-As
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I nostri respiri-Percabeth OneShot
Hayran KurguRaccolta di one shot sulla relazione tra Percy e Annabeth (completa). -Dal testo: 《E mentre tornavano a casa, avevano i respiri che sapevano di felicità. Anche un poco di malinconia. Ma che, sopratutto, sapevano di loro due. E per quella notte, in...