"Mamma, papà... È vero quello che ha detto il dottore? È vero che Kuroo è il mio migliore amico?"
Dopo che feci la domanda guardai prima mia madre poi mio padre che, con la consapevolezza di dovermi raccontare tutto, abbassarono lo sguardo.
La prima a parlare fu mia madre che insieme a mio padre rialzò lo sguardo, e la guardai, non aveva più gli occhi lucidi e sembrava si fosse calmata e "tranquillizzata".
"Kenma, siamo i tuoi genitori quindi sappiamo che ti incolperai per ciò che è successo, ma ascoltaci attentamente e ricorda che non è stata assolutamente colpa tua."
Rimasi un po' spiazzato da quello che aveva detto.
Insomma, ero diventato bravo nel corso degli anni a nascondere i miei sentimenti e pensieri a tutte le persone che mi circondavano, almeno credevo. Ma come era possibile che avessero subito capito ciò che stavo pensando in quel preciso momento?
Odiavo mostrare i miei sentimenti alle persone, perché appena avevano l'occasione ti colpiva sia nei punti felici che tristi; ecco perché non volevo mostrare i miei sentimenti e pensieri agli altri e finì per non parlare nemmeno con loro, avendo anche paura di quello che gli altri potevano dire, e io gli continuavo a nascondere le cose, nonostante mi stessero accanto.
Tutt'ora si preoccupavano per me invece di pensare a loro stessi, era ovvio che non dormivano da giorni e pensare che sono stato in coma 6 mesi mi fa venire i brividi.
Un altro motivo che mi porto a nascondere tutto era che non volevo essere d'intralcio alle persone, quindi, me ne stavo in un angolo dove non facevo preoccupare nessuno e non gli creavo problemi; ma ecco qua che per 6 lunghi mesi li ho fatti preoccupare senza un attimo di pace.
Finii di nuovo per darmi la colpa.
Era tutta colpa mia se i miei genitori erano ridotti così, non volevo vederli messi così male per colpa mia ma ecco che l'ho fatto. Probabilmente se non avessi mai attraversato quella strada non sarebbe mai successo niente. Non sarei in ospedale dopo 6 mesi di coma. Non avrei perso i ricordi del mio migliore amico e i miei genitori non sarebbero ridotti peggio di uno straccio.
Mio padre, continuando il discorso iniziato poco prima, riportandomi con i piedi per terra, facendomi uscire da quella tempesta di pensieri.
"Kenma, ascolta, quel che ha detto tua madre è vero non è stata colpa tua, ma di quel uomo ubriaco che stava guidando. Invece, per rispondere alle tue domande di prima: si, è vero sei stato in coma per 6 lunghi mesi in cui ti trovavi tra la vita e la morte. Io e tua madre ci siamo preoccupati un sacco quando Kuroo ci ha chiamato dall'ospedale, piangendo e raccontandoci cosa era successo. Da allora siamo venuti sempre da te quando avevamo poco tempo libero da lavoro e come vedi dalle occhiaie abbiamo dormito molto poco in questi ultimi mesi. Il lavoro è staccante ed non aiuta il fatto che sia aumentato negli ultimi mesi..."
Sì fermò un attimo per poi ricominciare anche se dubitante.
"...La risposta alla tua seconda domanda è sì. Kuroo è il tuo migliore amico, come ti ho detto prima, da quella sera viene ogni giorno in ospedale e sta ore intere qua accanto a te seduto su una sedia...Una volta io e tua madre avevamo un pomeriggio libero e dovevamo dare il cambio a Kuro a mezzogiorno per stare qua in ospedale nel caso ti risvegliassi. Il caso vuole che abbiamo finito prima a lavoro e siamo venuti immediatamente qua, quando arrivammo davanti alla camera la porta era chiusa e da dentro si sentiva una voce spezzata; allora aprimmo la porta lentamente, senza fare il minimo rumore, la cosa che vedemmo fu Kuroo seduto vicino al tuo letto con la testa abbassata e che dal pianto stava singhiozzando...e a basa voce continuava a chiederti scusa...vedendo quella scena siamo usciti dalla stanza e con noi abbiamo richiuso la porta. Eravamo un po' incerti su cosa fare in quel momento e dopo un po', però, avevamo deciso di entrare questa volta bussando prima alla porta, ma senza dire a Kuroo che avevamo visto poco prima per non forzarlo a raccontarci qualcosa che non voleva e per lasciare quel povero ragazzo la sua privacy. É distrutto da tutto quello che è successo. Sta persino saltando scuola da un po' di giorni per passare tutto il tempo qua, i suoi genitori non sanno più che fare con lui. Ormai penso che Kuroo sia più distrutto di me e tua madre."
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La memoria perduta -KuroKen-
RomansaKenma Kozume un ragazzo di 16 anni, timido, calmo che non fa vedere nulla di ciò che prova. Un ragazzo che molti chiamerebbero asociale, per il fatto che sta sempre in compagnia della sua console, ma che in realtà non esprime mai una sua opinione pe...