capitolo 6

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Senza una vera e propria ragione, perché avendo già dormito prima non ero stanco, ma mi addormentai lo stesso.

Mi svegliai con il rumore di una porta chiudersi.

Dopo qualche secondo aprii finalmente gli occhi e mi rigirai come potevo nel letto, voltandomi verso la porta. Prima guardai l'orologio che segnava le 12 e 10 e poi sistemandomi meglio sul letto, il mio sguardo fini sul comodino vicino al letto, dove c'era un vassoio con del cibo. È ora di pranzo, quindi, Mary deve avermi portato da mangiare. Dopo la ringrazierò.

Dopo che fini di mangiare, riposai il vassoio con i piatti, ormai vuoti, sopra il comodino dove li avevo trovati. La porta della stanza si aprii lentamente e Mary entrò.

"Finalmente ti sei svegliato, per caso non hai dormito ieri sera??"

Disse per cominciare una conversazione, era chiaro che non voleva di nuovo stare in silenzio come poche ore prima.

Mentre parlava si avvicinò al letto e prese una delle sedie nella stanza, mettendola accanto al comodino con il vassoio, per poi sedersi. Aspettò, probabilmente, la mia risposta alla sua domanda. Ci pensai un attimo per formulare una frase che avesse senso per descrivere il perché mi fossi addormentato.

"In realtà non ero stanco, ma mi sono addormentato lo stesso ed ora sono più stanco di prima, non so il perché."

"Kenma sicuro di sentirti bene?"

Mi chiese subito dopo Mary. Ero sicuro si riferisse a quello che è successo dopo la visita dal dottor Fujiwara.

"Tranquilla, sono solo stanco. Comunque grazie per il pranzo."

Decisi di sviare il discorso non volevo arrivare a parlare di quello.

"Imm...se lo dici tu. Ah e di nulla."

Disse poco dopo, facendo un piccolo sorriso.

"Allora, essendo che sei stanco ti lascio in pace. Passerò poi per portarti la cena. Dopo che ti sveglierai puoi anche chiamarmi, così ci facciamo compagnia a vicenda, che ne dici?"

Le risposi solo con un cenno della testa, mentre mi rimettevo comodo sotto alle coperte.

Mary uscii dalla stanza e io cercai di riaddormentarmi, anche se dopo pochi minuti il sonno era come sparito, forse a causa della troppa luce nella stanza?

Guardando meglio le due tende erano accostate hai lati della finestra e anche se fossero sistemate per coprire la finestra dubito che impediscano il passaggio della luce solare nella stanza.

Mi venne un idea però.

Cercai di avvicinare al mio letto la sedia a rotelle ed una volta fatto mi ci sedetti sopra. Con un po' di fatica miracolosamente ci riuscì; mettendo le mani sulle ruote cercai di spingermi in avanti cosa che feci. Lentamente, raggiunsi la finestra e anche se dalla sedia a rotelle la mia visuale era un po' più bassa, mi andava bene così.

Ero incantato nel vedere quei giochi di colori che decoravano le chiome degli alberi. Quei miscugli di rosso, arancione e giallo, ma non mancava di certo il verde, anche se meno presente.

Quello che presumo è il giardino dell'ospedale, era immerso nei colori caldi dell'autunno. Quello che potevo vedere, nonostante la mia visuale fosse limitata, erano 6 sentieri dritti che portavano a una piazza dove si trovava l'albero più grande.

Non so perché ma per un attimo mi fermai a guardare quell'albero, mi sembrava in qualche modo familiare.

Ogni sentiero aveva ad entrambi i lati una fila di alberi con le chiome di un accesso rosso o di un vivido arancione; nella piazzetta intorno al grande albero si trovavano delle panchine marroni scuro ed il cielo non era di certo di un limpido azzurro come nelle calde giornate d'estate.

La memoria perduta -KuroKen-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora