Non lo avrei più lasciato soffrire.
Nel mentre a casa di Akaashi...
(Akaashi Pov)
Per tutto il viaggio in treno e nel tragitto per arrivare a casa, Bokuto stette stranamente in silenzio. Nessuna battuta, nessuna lamentale sul fatto che facesse troppo freddo o che il treno era arrivato con molto ritardo. Il nulla più assoluto. Si comportava in questo modo solo quando stava pensando a quello o quando voleva trovare da solo una risposta a una delle domande che gli tormentavano la mente.
"Secondo te Kenma si ricorderà di Kuro?"
Mi chiese improvvisamente. Si era seduto sul bordo del letto presente nella stanza, che per ospitare due adolescenti era molto piccola, ma a noi andava bene così.
Chiusi la porta della stanza ed essendo troppo buio mi avvicinai alla scrivania e accessi la lampada, solo allora gli risposi.
"Penso di sì. Sebbene abbia perso i ricordi, i suoi sentimenti non possono scomparire nel nulla, quindi... prima o poi, sicuramente si ricorderà di lui."
Affermai avanzando verso il letto, dove mi sedetti accanto a lui. Gli osservai il profilo, la scarsa illuminazione della lampada creava sul suo viso un gioco di ombre e luce, difficile da dimenticare. Però, quell'oscurità riusciva a nascondere la sua preoccupazione.
Inoltre, con i gomiti poggiati sulle ginocchia, le mani tese e strette tra di loro, lo sguardo fisso davanti a lui, sembrava pensare a qualcosa che va oltre quelle parole, oltre alla questione di Kuro e Kenma.
"Stanno entrambi soffrendo troppo, non se lo meritano."
Disse Bokuto poco dopo, più serio che mai. La serietà nelle sue parole potrebbe anche sembrare strana, una cosa fuori dal comune se riguarda Bokuto, almeno questo agli occhi delle altre persone. Solo se lo conoscessero veramente saprebbero quanto Bokuto sia serio in realtà, soprattutto in determinate situazioni.
Lo era stato anche prima in ospedale e probabilmente Kenma fu confuso da questo passaggio serio-esuberante, ma non si ricordava quasi totalmente di Bokuto, per via della presenza costante di Kuro a fianco di Bokuto quando ci incontravamo tutti e quattro.
"Già."
Vedere Bokuto così faceva male. Sapevo che un lato di lui era preoccupato per Kuro, essendo il suo migliore amico non voleva vederlo soffrire ancora e non essere in grado di fare nulla; infatti per tutti quei mesi, consapevoli della situazione di malessere di Kuro, abbiamo cercato di stargli accanto e di aiutarlo in qualche modo, ma lui ogni volta rifiutava il nostro aiuto, mentendo a noi e a lui stesso con frasi come 'Sto bene, non preoccupatevi'. Però, contemporaneamente sono sicuro che un altro lato di lui gli stia facendo pensare a quello...
"Koutarou... non pensarci, non mi succederà nulla."
Dissi quasi sottovoce quando vidi le sue mani tremare. Alle mie parole si girò lentamente verso di me, guardandomi con gli occhi sbarrati... stava pensando a loro. Di colpo, notando i suoi occhi farsi lucidi, allungai le braccia e lo abbracciai. Il suo corpo tremava incontrollato e sapevo perché: aveva paura. D'altronde ce l'avevo anch'io, ma per lui dovevo mantenere la calma e non farmi sopraffare da quella sensazione sgradevole. Dovevo resistere per entrambi.
"M-ma- lui p-potrebbe..."
Disse balbettando. Si aggrappò a me come se fossi la sua ultima speranza ed è allora che esplose. Pianse in silenzio per minuti interi, piegato in due dalla consapevolezza dei pericoli che correvamo.
"Lo so... lo so..."
Sentii stringermi dalle sue braccia ancora più forte, quasi da farmi male, ma sapevo cosa voleva dire.
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La memoria perduta -KuroKen-
RomanceKenma Kozume un ragazzo di 16 anni, timido, calmo che non fa vedere nulla di ciò che prova. Un ragazzo che molti chiamerebbero asociale, per il fatto che sta sempre in compagnia della sua console, ma che in realtà non esprime mai una sua opinione pe...