Quello era stato l'ultimo pensieri di Kenma prima di addormentarsi. Dopo la visita di Hinata era stato soprafatto dalla stanchezza.
...
Il sole era nascosto dalle nubi in cielo, il vento spostava sia i rami degli alberi sia le foglie gialle, arancioni, rosse e con alcuni tratti marroni o verdi, che erano cadute. Le persone cominciarono ad aprire i propri ombrelli e i più sfortunati cercavano riparo nei negozi; poi c'era chi correva con i propri figli per raggiungere casa il prima possibile. Infine, c'erano persone che con tutta tranquillità stavano camminando, con il proprio ombrello a proteggerli, tra quella folla di persone che correva di qua e di là.
Una di quelle persone era Kuroo, che comprò il primo ombrello trovato in un negozio vicino al suo liceo, il Nekoma.
Quel giorno dopo quasi una settimana andò a scuola, anche se non era il solito Kuro che tutti conoscevano e ormai chiunque l'avevano notato, data la sua popolarità; ma oltre hai membri della squadra nessuno sapeva cosa effettivamente era successo a Kuro, poiché era in quel stato da QUELLA sera. Non andava neanche più agli allenamenti.
Stava percorrendo la solita scorciatoia che faceva per tornare a casa. Questa prevedeva passare per un parco, questo era pieno di alberi e di stradine che portavano a un piccolo spazio al centro dove si trovava un'area con delle panchine e un'area giochi per i bambini. Nella via che prendeva Kuro a circa metà percorso, si trovava un grande albero; è lì che si fermo.
Quell'albero era il testimone della nascita e crescita di un sentimento a cui nessuno sapeva dare un nome. Un sentimento unico, nato dall'incrocio di due sguardi. Un sentimento che veniva da anni nascosto.
Era il testimone di una promessa.
Kuroo si fermo proprio davanti a quell'albero.
Non c'era più nessuno in giro, a causa di quella che da una leggera pioggia si era trasformata in un diluvio. Era solo, l'unico rumore che si sentiva era causato dal suo avanzare verso l'albero e nonostante avesse l'ombrello si stava bagnando e sporcando di terriccio tutte le scarpe.
Aggirò l'albero e poi si sedette alla sua base lasciando l'ombrello cadere.
Sul suo volto non si riconoscevano le lacrime, poiché esse si mischiavano alla pioggia.
Un pianto silenzio, accompagnato dal solo rumore della pioggia.
Ormai ogni volta che guardava quelle due lettere uguali incise nella corteccia o soltanto guardando l'albero, le lacrime scendevano da sole e non accennavano a smettere.
Succedeva sempre da QUEL giorno, da QUELLA sera.
Ecco perché cominciava a non andare più a scuola, non voleva più passare per quella via, passare davanti a quell'albero.
...Contemporaneamente...
Kenma sembrava tranquillo, ma in quel momento era tutto fuorché tranquillo.
Tra una ventina di minuti avrebbe avuto la visita con il dottor Yoshida per confermare la sua amnesia dissociativa.
Mary l'aveva lasciato un attimo in stanza da solo, dopo aver parlato tutta la mattinata. In quel momento Kenma era concentrato a guardare fuori dalla finestra, stava piovendo.
Sentiva che qualcosa non andava, provava una strana sensazione e aveva uno strano presentimento che lo tormentava; il suo sguardo oltre alla pioggia si concentrò principalmente nell'osservare il grande albero al centro del giardino. E più stava là a guardarlo più sentiva che c'era qualcosa che non andava.
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La memoria perduta -KuroKen-
RomansaKenma Kozume un ragazzo di 16 anni, timido, calmo che non fa vedere nulla di ciò che prova. Un ragazzo che molti chiamerebbero asociale, per il fatto che sta sempre in compagnia della sua console, ma che in realtà non esprime mai una sua opinione pe...