capitolo 14

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"Ti prego non ti allontanare da me..."   

Quella supplica, sussurrata, fece breccia nel silenzio della stanza. Quelle parole erano uscite involontariamente dalla bocca di Kuro, che si stupì anche lui quando le disse.

<Non dovevo dirlo, non dovevo dirlo, non dovevo... Ho di nuovo sbagliato.> 

Si rimproverò mentalmente. Con quei piccoli gesti verso Kenma, stava oltrepassando il limite che lui stesso si era imposto. A rovinare quei momenti nella sua mente erano la paura e l'angoscia, che si facevano strada al suo interno oscurando la gioia e la serenità che Kenma era in grado di fargli provare solo toccandolo, queste derivavano sempre dall'improvvisa consapevolezza di ciò che aveva fatto, di come lo aveva trascurato e di non essergli stato vicino quando soffriva di più, per giunta per colpa sua...  

Ora si trovava nella medesima situazione, aveva paura che potesse reagire come l'altra volta alle sue parole, essere di nuovo il motivo per cui lui sveniva. 

Ma non aveva controllo del suo corpo, pensava di fare una cosa e faceva l'esatto opposto. Infatti, se per un secondo stava pensando di lasciargli la mano, alzarsi e andarsene come se non fosse successo niente, come se non avesse detto nulla, ora lo aveva tirato a sé d'improvviso. La sua mente diceva una cosa, il suo corpo ne faceva un'altra. 

Kenma quando fu tirato in avanti sgrano gli occhi, doveva ancora metabolizzare la frase detta da Kuro, di certo non si aspettava di essere abbracciato. Soprattutto guardando l'espressione di Kuro, che sembrava sconvolto dalle sue stesse parole. 

"K-uro mi s-tai s-offo-can-do!" 

Cerco di dire Kenma, lo stava stringendo tra le sue braccia con troppa forza, ma non si accorse neanche lui di quel gesto troppo brusco. A quelle parole Kuro rinsavii e allento la stretta, in quel momento Kenma riuscì ad allontanare la faccia dal suo petto, non di molto, quel che bastava per poterlo guardare in volto. Non rendendosi conto che così facendo si sarebbe ritrovati nella stessa situazione di prima, erano troppo vicini.  Ma non si perse nei suoi pensieri, né si allontanò da lui. Voleva parlargli e nulla glielo avrebbe impedito, neanche quella vicinanza o il rossore sulle guance. 

Kuro, invece, appena si accorse della vicinanza tra loro rimase fermo, semplicemente non si mosse. Non pensò più a quella frase, si concertò solo ed unicamente su Kenma. Voleva sprofondare nei suoi occhi color ambra e non uscirci più.  

"Kuro..." 

Distolse per primo lo sguardo. Se continuava a guardarlo negli occhi avrebbe perso il coraggio di chiederglielo. 

"...Cos'è successo la sera dell'incidente?" 

Chiese finalmente, ormai erano settimane che voleva domandarglielo, ma per un motivo e l'altro non ci era risuscito. Non lo stava guardando, perciò non sapeva che espressione aveva avuto sentendo la domanda. Dopo indeterminabili minuti, Kuro sciolse del tutto quell'abbraccio e dopo aver preso tra le proprie mani quelle di Kenma, parlò. 

"Kenma... ti prego guardami..." 

Guardò le loro mani unite e poi cercò ancora gli occhi di Kenma, il quale nonostante le parole di Kuro guardò qualsiasi cosa presente nella stanza, tranne lui.     Voleva avere delle risposte e contemporaneamente la sua mente si trovava in uno stato di confusione a causa di quelle sensazioni che provava in vicinanza di Kuro. Non sapeva spiegarle e questo lo spaventava. 

Kuro mise lentamente una mano sulla sua guancia. 

"Kenma, se vuoi sapere la risposta alla tua domanda devi guardarmi... ti prego." 

Kuro provò ancora una volta a convincerlo e solo allora Kenma lo guardò. I loro occhi si scontrarono e il moro quasi perse l'uso della parola quando fu travolto dalla determinazione che emanava lo sguardo di Kenma, voleva con tutto sé stesso sapere quello che era successo quella sera...


La memoria perduta -KuroKen-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora