"Sì, voglio provarci."
(Kenma Pov)
Kuroo sospirò, cercando di calmarsi, aveva paura quanto me, ma comunque mi sorrise per rassicurarmi. Camminai per la stradina tra i grandi alberi, mano nella mano, al suo fianco.
Avanzavamo e si udirono delle urla di gioia dei bambini che giocavano nell'area riservata ai vari giochi, come scivoli e altalene. Alcune signore con i propri figli ci passarono a fianco, andando nella direzione opposta alla nostra.
Ci fermammo, però, a circa metà sentiero. Era tutto così familiare, come lo era stato inizialmente rivedendo i posti dove prima dell'incidente passavo il tempo.Mi guardai intorno quasi meravigliato, come un bambino in un lunapark, da quegli alberi, ormai per metà spogli.
"Akaashi e Bokuto sono più in là, in caso... Ti sentissi male... Ci raggiungeranno subito."
Indico con un leggero movimento della testa una panchina lontana forse una decina o meno di metri da noi. Guardai in quella direzione curioso, in mezzo ai colori autunnali i pantaloni bianchi e la camicia nera di Bokuto risaltavano, ma così anche Akaashi con quello che dovrebbe essere un dolcevita nero.
Mi guardai attorno ancora un po', girando anche sul posto essendo che Kuroo si era fermato, senza però dire dove eravamo effettivamente diretti. Quindi o mi portava lui o non sarei stato capace di andarci e volevo con tutto me stesso farlo.
"Allora...Dov'è?"
Domandai cautamente, guardando Kuroo dal basso... non rispose, ma spostò il suo sguardo di fronte a sé, sorridendo leggermente.
Lo spostai a mia volta, seguendo il suo e dovetti inclinare la testa quando guardai in alto, per osservare i rami, ormai quasi completamente spogli da tutte le foglie. Solo in quel momento notai la differenza con gli altri.
Mi si mozzò il fiato quando con la coda dell'occhio diedi un'occhiata a Kuroo e inaspettatamente lo trovai a fare lo stesso. Strinsi la sua mano, un silenzioso 'sono pronto', che lui aveva colto al volo, cominciando a camminare in avanti, ma leggermente a sinistra, per aggirare l'albero.
Passo dopo passo sentii le gambe sempre più deboli, ma cercai di ignorare il più possibile quella sensazione di malessere, dovuta probabilmente all'ansia. Solitamente ricordavo alcune cose in momenti più o meno casuali, poiché scatenati da una parola o un gesto. Questa volta sapevo in cosa andavo incontro, sapevo che avrebbe potuto non funzionare.
Passo dopo passo lo aggirammo, ma Kuroo continuò a camminare un altro po', così ci allontanammo leggermente. Quando si fermò si girò nella mia direzione. Eravamo al lato opposto da dove ci trovavamo prima e non capivo qual era quel luogo che doveva farmi ricordare tutto.
Quando incrociai i suoi occhi un brivido mi attraversò."Se ti senti male dimmelo che ti porto immediatamente via da qui, ok?"
Domandò e per rispondergli annuii soltanto. Mi mise le mani sulle spalle, quasi per rassicurarmi e facendomi guidare da lui, mi girai dalla parte opposta.
"Quest'albero, quelle due lettere... Forse sono il modo."
La sua voce tremò leggermente, come cominciarono a fare anche le sue mani.
Osservai la corteccia dell'albero intagliata e segnata da due lettere.
Rimasi fermo dov'ero prima, forse in cerca di capire a cosa significassero.
Un brivido mi attraversò quando osservai più nel dettaglio la prima lettera, uguale all'altra, ma allo stesso tempo diverse per via dell'intaglio impreciso.
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La memoria perduta -KuroKen-
RomanceKenma Kozume un ragazzo di 16 anni, timido, calmo che non fa vedere nulla di ciò che prova. Un ragazzo che molti chiamerebbero asociale, per il fatto che sta sempre in compagnia della sua console, ma che in realtà non esprime mai una sua opinione pe...