Capitolo Uno (1)

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- Sto contando i minuti alla rovescia! -

la voce pimpante della mia migliore amica mi sorprese alle spalle mentre ero intenta a preparare un MoscowMule a un ragazzo dall'altro lato del bancone

- dovresti essere dispiaciuta, non mi vedrai per due settimane - le risposi ridendo mentre porgevo il cocktail, dal gusto a parer mio tremendo, al cliente.

Riportai poi l'attenzione su Azzurra -hai deciso dove andrai a spassartela quest'estate?- le solleticai scherzosamente un fianco

-non di preciso ma Andrea vorrebbe fare qualche giorno in Trentino, sai com'è lui-

-sì sì lo so, tipo da montagna - conclusi la frase al posto suo canzonandola, provocandole un ghigno divertito in viso

-tu invece che farai in mia assenza bella ragazza?-

-forse torno dai miei, è da mesi che non li vedo e mi manca Verona tremendamente- mi sfilai il grembiule appoggiandolo poi a lato del banco

-io vado Azzurra, per me l'inferno è finito- le feci l'occhiolino e la baciai velocemente su una guancia, mi aspettavano finalmente due settimane di meritatissime ferie

-scrivimi quando stacchi così posso dormire tranquilla- la salutai con un cenno della mano e mi avviai verso l'uscita del locale in cui lavoravo, dirigendomi successivamente verso la mia macchina.

Era stata una giornata impegnativa, avevo un bisogno estremo di una doccia fresca e di una bella dormita. Lavorare all' Host 101 era davvero impegnativo, facevamo turni di sei o sette ore filate e se eravamo fortunate tornavamo a casa non prima delle 2 del mattino, devo ammettere però che era in assoluto uno dei locali più belli e frequentati della mia amata Firenze e che sicuramente non ci si annoiava mai.

Io e Azzurra ci eravamo trasferite lì da un paio d'anni per frequentare l'Università e avevamo deciso di prendere un appartamento assieme, per mantenerci gli studi lavoravamo qualche giorno la settimana e il resto del tempo lo passavamo facendo festa o girando per posti nuovi.

Arrivata a casa non feci nemmeno a tempo a spegnere la macchina che mi resi conto di quanto sbadata fossi realizzando immediatamente che avrei dovuto tornare indietro
-cazzo le chiavi!- imprecai tra me e me per poi di controvoglia riaccendere la macchina e tornare al locale.

La gente ormai se ne era quasi tutta andata, presumevo che Azzurra sarebbe uscita a momenti e con lei anche le chiavi del nostro appartamento; decisi di aspettarla lì e nel mentre scendere dall'auto a prendere una boccata d'aria.
Mi venne spontaneo sorridere vedendo due ragazze che si reggevano in piedi tra di loro, una rideva a crepapelle e l'altra la rimproverava di non prenderla in giro, mi ricordavano me e Azzurra qualche anno prima: due adolescenti spensierate e piene di sogni da realizzare.

Persa nei miei pensieri non mi accorsi di un ragazzo che mi stava venendo incontro, non l'avevo mai visto prima in zona ma aveva qualcosa di familiare
-Scusami- richiamò così la mia attenzione -cercavo l'Host 101, sai dirmi se sono nel posto giusto?- mi sorrise e io sentii improvvisamente le guance scaldarsi
-sei nel posto giusto ma sei arrivato tardi, stiamo per chiudere- gli risposi ricambiando il sorriso
-lavori qui?- indicò il locale con un gesto rapido della mano
-purtroppo sì, mi sto mantenendo gli studi. Conto di lasciare questa gabbia di matti entro un anno-scherzai provocandogli una sincera e dolce risata
-non sembra essere il massimo dei lavori insomma- ironizzò passandosi una mano tra i folti capelli castani
-comunque non mi sono presentato, sono Federico- allungó una mano in mia direzione,
io ricambiai timidamente la stretta -Alessia-

-Ale! Che ci fai ancora qui?- Azzurra fortunatamente si intromise prepotentemente nella conversazione tra me e il ragazzo sconosciuto, ero davvero imbarazzata, mi sentivo quasi in soggezione
-ho dimenticato le chiavi, me ne sono resa conto quando ero già a casa. Comunque Federico lei è Azzurra, Azzurra lui è Federico - li presentai amichevolmente con tanto di gesto plateale delle mani
-non mi avevi mai parlato di un tuo amico così carino Ale- ammiccò la mia migliore amica mettendomi nell'imbarazzo più totale, fu allora che la presi per un braccio e la trascinai di peso verso la mia macchina
-è stato un piacere, ci si vede in giro straniero- lo canzonai facendo riferimento al fatto che non sapesse il nome del locale in cui lavoravo
-piacere mio- rise lui per poi rispondere velocemente al suo cellulare che era ormai al quinto squillo.

-Chi diavolo era quello strafigo?– mi chiese la mia amica praticamente urlando
-taci scema- mi scappò una risata, dovevo ammettere che di ragazzi così belli se ne vedevano pochi in giro
-non ne ho idea, l'ho visto per la prima volta questa sera, non sapeva bene dove si trovava e lo stavo aiutando- le spiegai per poi ripensare distrattamente al suo sorriso impacciato
-ha un viso familiare, ma non riesco a farmi venire in mente dove l'ho già visto- mi prese a braccetto
-forse in uno dei tuoi sogni- la presi in giro -ci vediamo a casa!- salii velocemente in macchina, ero esausta e volevo solamente sfondarmi di Netflix e divano.

La mattina seguente mi alzai presto, avevo l'ultimo esame dell'anno e alle 10 dovevo essere in Aula
-Azzurra!- le gridai dal fondo delle scale -ricordati di chiudere le finestre e la porta a chiave quando esci - la raccomandai vista la sua testa perennemente sulle nuvole
-non serve che me lo ricordi ogni volta, ce la faccio anche da sola. Tu spacca tutto!- mi incoraggiò urlando come una matta
-a dopo- la salutai per poi dirigermi a piedi verso la stazione.

Per andare all'Università erano all'incirca una ventina di chilometri ed era molto più comodo e conveniente prendere il treno che farsela in macchina.
Decisi però prima di andare a bermi un caffè nel piccolo bar sotto casa dove la proprietaria era tra le più cordiali che conoscessi
-ciao Lori- entrai sorridendo -mi faresti il solito caffè con un po' d'acqua per favore?-
-ciao bellezza! Assolutamente sì, arrivo subito-

Mi sedetti su uno di quei tavolini che adoravo in ferro battuto bianco all'esterno del locale e tirai fuori il libro di Marketing Digitale per iniziare a ripassare nel tempo che mi rimaneva, non mi turbò il tintinnio del campanello del cancelletto d'entrata, ero completamente assorta nello studio ma mi ci volle un istante per capire chi fosse appena entrato
-saprò sicuramente a chi rivolgermi se mi servirà una buona manager - una voce familiare mi riportò velocemente alla realtà e rimasi sorpresa nel rendermi conto di chi avevo davanti
-ciao Federico! In realtà sono appena al secondo anno ma non appena avrò il mio biglietto da visita sarai il primo a cui lo farò avere- gli risposi stando al gioco e invitandolo a sedersi
-che ci fai da queste parti? Inizio a pensare che tu mi stia pedinando- scherzai chiudendo successivamente il mio libro
-in realtà abito a un quarto d'ora da qui, faccio colazione prima dell'allenamento con la squadra- mi rispose facendomi effettivamente rendere conto che aveva con sé un borsone sportivo che aveva l'aria di essere pesantissimo
-calcio?- gli chiesi iniziando a sorseggiare il caffè bollente che nel mentre Lori mi aveva gentilmente portato
-esattamente- sorrise alzandosi poi dalla sedia -devo proprio scappare, spero di vederti in giro Alessia-
mi fece arrossire e dal ghigno divertito che si formò sul suo viso doveva essersene accorto anche lui
-lo spero anch'io- gli risposi gentilmente per poi osservarlo entrare nel locale.

La giornata terminò molto tranquillamente e con lei anche il mio primo giorno di ferie, l'esame era andato bene e mi ero portata a casa un bel 28.
Ero intenta a preparare la cena per me e Azzurra quando un urlo mi fece sobbalzare e quasi rovesciare il sugo per la pasta che tenevo in mano
-Ale corri qui!- la voce acuta della mia amica mi richiamò in soggiorno
-ora ho capito dove avevo già visto il belloccio di ieri sera- divertita mi indicó col telecomando lo schermo del televisore: partita FiorentinaCagliari su Sky.
Durante l'inquadratura delle due squadre il viso angelico del ragazzo che aveva un non so che di familiare spiccava tra quello di tutti i suoi compagni
-cazzo- mi misi una mano davanti alla bocca che si era schiusa per lo stupore e una risatina isterica lasció involontariamente le mie labbra.

Il ragazzo dai begli occhi che mi faceva arrossire ad ogni sorriso altro non era che Federico Chiesa.




Eccomi qua! ;)
Spero che come primo capitolo non sia un flop.
Abbiamo già il nostro Federico e la nostra protagonista Alessia.
Fatemi sapere cosa ne pensate, io cercherò di aggiornare tutti i giorni o comunque appena ho un attimo libero.
Ci sentiamo presto!

G.

UNEXPECTED || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora