Erano passate un paio di settimane dall'ultima volta che avevo visto Federico e sembrava che all'improvviso si fosse dissolto nel nulla.
Pensai a lui più del dovuto e mi riscoprii essere una grande appassionata di calcio, ammetto che frequentavo il bar di Lori più spesso e che a lavoro ci andavo con un'insolita euforia ma cercavo di ripetere a me stessa che non era stato un incontro poi così degno di nota, di certo io non ero una di quelle ragazze che perdono la testa per una persona alla prima chiacchierata però il suo pensiero mi veniva ricorrente quasi tutti i giorni.
Azzurra era tornata dai suoi genitori a Verona per qualche giorno e io avevo deciso di non tornare a casa per concentrarmi sullo studio e prepararmi all'imminente sessione d'esami di settembre, mamma sembrava averla presa abbastanza bene e le avevo promesso che a Natale sicuramente sarei salita a trovarli.
La gente nel locale quella sera era tantissima e senza Azzurra il tempo sembrava non passare mai.
Ero intenta a ripulire alcuni drink che dei ragazzi maleducati e sicuramente ubriachi avevano rovesciato maldestramente sul bancone quando mi arrivò all'orecchio l'ennesima richiesta di un cliente
-mi faresti un LongIsland per favore?- il tono gentile del ragazzo mi trattenne dal rispondergli seccata, era quasi mezzanotte e la stanchezza iniziava a farsi sentire.
Non lo guardai nemmeno in viso, ero troppo indaffarata e sovrappensiero, mi limitai a porgergli il cocktail ma fu lui allora a richiamare nuovamente la mia attenzione
-devo avere sicuramente qualcosa tra i denti per non meritarmi nemmeno uno sguardo!- scherzò lasciando uscire una flebile risata che mi risuonò familiare, alzai quindi lo sguardo e con stupore mi sembrò di sentir tremare le ginocchia
-Federico quale onore! Cosa ti porta da queste parti?- gli chiesi cercando di ricompormi il più velocemente possibile e levandomi il sorrisetto idiota dalle labbra
-sono con dei miei compagni di squadra ma in realtà mi chiedevo se ti andasse di andare a fare un giro appena stacchi-
devo ammettere che quella proposta mi spiazzò, ero convinta che non lo avrei più rivisto e ora mi ritrovavo a ricevere un invito ad un appuntamento
-volentieri, ma devi avere pazienza almeno per un'altra ora- speravo veramente che non avrebbe mollato la presa e infatti non lo fece
-ci vediamo dopo- concluse mostrandomi un sincero sorriso e sparendo poi in mezzo alla folla.La serata si concluse in modo tranquillo e come d'accordo Chiesa mi aspettava all'esterno del locale, era vestito in modo molto semplice con un paio di jeans chiari e una maglietta bianca ma era comunque bellissimo.
Passeggiamo per almeno un'ora per Firenze ma il tempo sembrava correre via velocissimo.
Mi aveva raccontato della sua passione per il calcio tramandata dal padre, dello splendido rapporto con la sua famiglia e dell'amore incondizionato per la sua cagnolina Stella.
Io d'altro canto gli avevo spiegato del mio trasferimento a Firenze, del rapporto con Azzurra e delle lotte con i miei genitori per convincerli a lasciarmi partire.
Parlare con lui era facile, ti ascoltava senza interromperti mai ed era una persona molto sorridente e solare, mi dava l'impressione di essere un ragazzo tremendamente buono e con dei grandissimi valori
-come ti vedi fra dieci anni?- mi chiese mentre ci eravamo seduti su una vecchia panchina in un grande viale ricoperto di alberi
-non ho un'idea precisa, realizzata e felice sicuramente- sospirai volgendo lo sguardo verso di lui.
I suoi occhi si posarono sui miei e per qualche secondo calò il silenzio, volevo che la chimica che c'era in quel momento non si interrompesse più, sentivo di essere nel posto giusto e mi sentivo tranquilla al fianco di una persona nuova dopo moltissimo tempo
-allora, ti riaccompagno alla macchina - si alzò dalla panchina e mi porse una mano, accettai il suo aiuto e tornammo così al locale.Arrivai a casa che erano quasi le tre del mattino, non sapevo come riuscivo ancora a tenere gli occhi aperti ma mi sembrava di essere sospesa nel vuoto, la sensazione di serenità che avevo non era comparabile alla stanchezza. Avrei aggiornato la mia migliore amica il giorno seguente e sapevo che sarebbe stata entusiasta.
Dopo una doccia veloce mi misi a letto e non potei non sorridere nel leggere il messaggio che mi era arrivato, avevo lasciato il mio numero al calciatore prima di salire in macchina
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UNEXPECTED || Federico Chiesa
Fanfiction-come pensi che potrà funzionare?- le lacrime scendevano incessanti dai miei occhi mentre la squadra non aspettava che lui per partire -ti prometto che tornerò da te- la sua mano calda mi accarezzava la guancia e il mio cuore sussultava ad ogni sua...