Siete lontana,
vicina,
desertica,
stellata,
amica e
nemica.
Siete diversa,
ma sempre uguale.
Siete un po' me,
in un po' di voi.
Giuliano
Mi voltai sul fianco e affondai la fronte nel cuscino zuppo di sudore, come se quella posizione sarebbe stata più comoda della precedente. Faceva caldo in quella stanza da letto, pagata per poche monete, e il corpo della donna al mio fianco non aiutava di certo, in quanto fosse pari a una fornace contenente fiamme. La notte era trascorsa veloce, nessuno dei due si era rifiutato a procedere e nessuno dei due sembrava avere rimpianti, tantomeno lei. Mi sistemai nuovamente, mettendomi sulla sinistra.
Il lenzuolo era divenuto solo un mezzo per separare i due corpi nudi, ma non era nemmeno sufficiente a coprirne mezzo. Osservai il corpo della ragazza di fianco a me, dai capelli spettinati e scuri, i seni liberi e i lineamenti del volto rilassati. Respirai profondamente, mettendomi a pancia su e passando una mano dietro la nuca, pensai a... nulla. Ultimamente non avevo molto a cui pensare, se non una donna, una ragazza, dai capelli scuri e dal sorriso timido, ma ella non pensava a me. E quindi dovevo fare la stessa cosa.
La notte trascorsa con Beatrice si aggiunse a tutte le altre, passate nello stesso modo, e si concluse nella medesima maniera. Eppure non rimpiangevo le passioni provate, le notti di sesso, i corpi nudi e tutte quelle tentazioni fisiche che una donna ti potesse dare. Non mi dolevo di quei sentimenti puramente erotici, di tutti i miei peccati, della mia vita poco casta, che è, al contrario, estremamente libertina. Non mi duole rinunciare a una vita fatta di sacrifici, per vivere meglio in una vita trascendente. Preferirei mille volte avere una vita immanente, ma ben vissuta e ricca di sfizi, che una triste, per poi finire all'Inferno. Beatrice ne era l'ennesima dimostrazione.
Eppure qualcosa di frenava, mi fermava da tutto quello che pensavo, e penso, della vita, della mia vita. Quella figura, minuta, mi mostra quello che potrei essere, se solo scegliessi il meglio per me. Se solo non mi fermassi alla superficie, se solo vedessi il mondo da più prospettive. Chiusi gli occhi, respirando profondamente.
La donna di fianco a me si alzò, raccolse i suoi abiti in giro per la stanza, andò dietro al paravento e si cambiò. Non mi alzai, non la seguii, non provai nulla, e mi sorpresi di ciò. Pensai a un possibile perché, ma non ne trovai alcuno degno di nota. Scossi la testa seccato, arricciando il naso lievemente.
"Giuliano," Beatrice prese parola, "chi vi tormenta tanto i pensieri?" per un momento sussultai.
"Nessuno in particolare," sorrisi e mentii. Ovviamente non mi credette, in fondo non sarei mai in grado di mentirle, né a lei né ad altri. O forse a me stesso sì. Corrugai la fronte e risi sarcastico, nella speranza di depistarla e di cambiare argomento di conversazione.
"Una donna?" riprese. In quel momento la mia mente sprofondò in un baratro, mille pensieri iniziarono ad affollarla prepotentemente e nessuno sembrava volerci metter ordine. Come si poteva pensare una cosa simile? Io sono Giuliano de Medici, un uomo potente, troppo preso dalla vita per pensare a un poi... e si pensa che una donna possa scombussolare la mia vita? Sì, e aveva completamente ragione, ma la mia parte orgogliosa diceva di non cedere. In fondo, nessuno s'innamora per davvero, l'amore è illusione.
"No, cosa ve lo fa pensare?" chiesi. Se ci teneva tanto a saperlo, con domande così mirate, un motivo ci sarà o qualcosa in me indicherà tale differenza o tale confusione. Mi stavo arrendendo alla triste verità, oggettiva oserei dire, dell'indagine sul campo, spogliandomi direttamente ma senza rendere la cosa palese. Indagavo su un mio crimine, un torto, che nessuno poteva sanare: non avevo mantenuto la parola data.
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Arte atque Medicina
Fiction Historique«Ed ella arrivò nel nostro palazzo assieme ad un temporale. Nei suoi occhi vi era pece così come fuoco e acqua. La sua mente era vasta quanto i cieli e il suo cuore era puro come un bocciolo in primavera. E, ahimè, di ella m'innamorai. Di ella morm...