Extra - Niall's Story

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Ero indecisa se pubblicare questo capitolo o meno ma mi sono detta: "L'ho scritto quindi pubblichiamolo".
E quindi eccoci.
Buona lettura <3

*  *  *

Cuba
Venezuela - 1566 d.C.

🎶 On The Loose ~ Niall Horan 🎶

Isabela Rios, questo era il nome della sconosciuta seduta sul suo divano e a quanto pare, sarebbe diventata presto sua moglie.
Niall non andava d'accordo con i suoi genitori, ma non pensava che l'avrebbero costretto a sposare una donna a lui sconosciuta, per cosa poi? Soldi? Davvero avrebbero dato via loro figlio così facilmente?

I genitori della ragazza erano seduti accanto a lei, sembravano severi, ricchi, ma Isabela non sembrava intimorita da loro o preoccupata delle situazione, sembrava annoiata, scocciata, come faceva? Da lì a poco avrebbe sposato uno sconosciuto e non se ne preoccupava minimamente.

Niall aveva solo diciotto anni, era solo un ragazzo, non voleva sposarsi adesso, non era nemmeno in grado di occuparsi di se stesso figuriamoci di un'altra persona.
Avrebbe dovuto trovarsi un lavoro? Ovvio che doveva farlo, era un uomo dopotutto, era lui quello che doveva portare i soldi a casa mentre lei se ne stava seduta a non fare niente.
I suoi genitori si aspettavano dei nipoti?
Be'... col cazzo che avrebbe fatto sesso con lei, sembrava una persona poco seria e di sicuro non adatta a fare la madre; per non parlare del fatto che Niall odiasse i bambini.
Questa storia non porterà a niente di buono, Isabela era bella, non poteva negarlo, ma lui che se ne faceva della bellezza? Lui guardava il bello dentro le persone e proprio per questo era finito al letto con un paio di uomini, non che gli dispiacesse, si era divertito e gli era piaciuto, uomo o donna non importava voleva stare bene e aveva già intuito che con lei sarebbe stato male.

Un mese dopo...

Il giorno "tanto atteso" era arrivato.
Niall si sentiva soffocare, forse era l'ansia, la paura o il colletto della camicia troppo stretto; lui e Isabela non si erano più incontrati dal giorno in cui lei si presentò a casa sua, il matrimonio fu organizzato dai loro genitori, gli sposi non avevano voce in capitolo, dovevano solo obbedire e stare in silenzio provandosi i vestiti.
Odiava quella situazione, ma cosa poteva fare?
Scappare non era una buona opzione, l'avrebbero comunque trovato e se così non fosse avrebbe portato disonore alla famiglia e probabilmente l'avrebbero cancellato dall'albero genealogico.

Ecco la marcia nuziale.

Le porte della chiesa si aprirono e apparve Isabela.

Era... sfarzosa.

Indossava un abito bianco molto gonfio, pieno di perle e altre pietre preziose, il corpetto rendeva la sua vita già sottile ancora più stretta, il velo era lunghissimo dietro, trasparente, con delle piccole rose di pizzo sparse qua e là e per concludere il tutto, aveva delle vere rose rosse, le stesse del bouquet, sparse per tutta la gonna e persino tra i capelli.

Se non stava per soffocare, si sarebbe strozzato col velo.

Alla fine, purtroppo, raggiunse l'altare e incominciò la cerimonia.

Nove mesi dopo...

Niall odiava la sua nuova vita.
Furono nove mesi infernali, aveva sempre avuto ragione su quella che dovrebbe essere sua moglie, era viziata, arrogante, pigra, stupida, irritante, fastidiosa, saccente, presuntuosa e altri mille aggettivi negativi, per non parlare della sua voce, Dio, era così fastidiosa, era una vera e propria gallina, si atteggiava come se la vita fosse un tappeto rosso, ama quando tutti la guardano e mentre cammina muove il suo culo come se fosse fatto di gomma. La odiava, era il contrario di tutto quello che cercava in una persona.

Se la prendeva sempre con lui anche per delle cose inutili e osava lamentarsi su di lui perché portava pochi soldi a casa quando lei non faceva un cazzo dalla mattina alla sera.
Inveiva contro di lui se si rifiutava di fare sesso con lei, come poteva fare qualcosa di così intimo e speciale con qualcuno che neanche gli piaceva?

Alla fine, Isabela si era stancata di quella situazione, voleva attenzioni, voleva essere desiderata, voleva fare sesso.
Così, iniziò a lavorare in un bordello fregandosene altamente di avere un marito e sinceramente a lui non importava nemmeno di quello che facesse lei.

Tre mesi dopo...

Isabela era morta.
Morta a causa di uno sparo; a quanto pare il bordello in cui svolgeva i suoi servizi era illegale e la giustizia aveva deciso di intervenire usando modi poco gentili.
Il posto era andato distrutto ma fortunatamente erano morte poche persone, tra i quali lei.
Onestamente Niall non sapeva come sentirsi, era dispiaciuto, infondo era comunque una persona – seppur fosse cattiva – ma non era così triste come un marito dovrebbe essere. È stata un peso per un anno intero, forse questa era un occasione per ricominciare, bloccato un anno con quella donna l'aveva demoralizzato.

Il funerale era finito, lui era al molo a contemplare le navi, aveva sempre amato il mare, forse ora sarebbe diventato un pescatore, chi lo sa. C'erano molte navi pirata quel giorno ma non era spaventato, non pensava che se la sarebbero presa con uno come lui.

Mentre osservava i gabbiani litigare per un pezzo di pane notò un ragazzo riccio, della sua età circa, avvicinarsi a lui.

«Ehi biondino, che fai qui da solo?» domando sedendosi accanto a lui.
«Penso» disse.
«Ti vedo triste, è successo qualcosa?»
Niall non conosceva quel ragazzo riccio, ma decise di raccontargli la sua storia, ogni storia valeva la pena di essere raccontata e lui non aveva niente da perdere, voleva solo sfogarsi con qualcuno, i suoi cosiddetti amici l'avevano abbandonato dopo il matrimonio e non aveva nessuno con cui parlare, se non con quell'estraneo.

«Cazzo amico, mi spiace moltissimo, non ti meriti tutto quello che hai passato, ora cosa farai?» esclamò scioccato il ragazzo.
Niall sapeva cosa sarebbe successo.
«Probabilmente i miei genitori mi faranno sposare un'altra donna» sospirò tristemente guardando il mare.
Il riccio lo stava osservando, il biondino sembrava veramente triste, malinconico, sembrava un'anima così gentile, non meritava una vita accanto ad una persona che non amava veramente, nessuno lo meritava.
«Ti piacerebbe venire con noi sulla nave?» chiese sorridendo.
Il biondo era sorpreso, era pronto a lasciare tutto per una nuova vita così improvvisa?
Era forse il destino ad aver messo quel ragazzo nella sua strada?
Avrebbe scelto il suo cuore stavolta?
Sì, l'avrebbe fatto.
«Posso? Posso davvero?» domandò alzandosi, mancava poco e avrebbe iniziato a saltellare.
Il riccio, felice, si alzò anche lui, sorrise al nuovo amico e poggio una mano sulla spalla.
«Certo, ad una condizione» disse guardandolo negli occhi. «Chiamami capitano».

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