VII

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Passato
Inghilterra - 1842 d.C.

Era da un po' che non tornavamo qui.

Siamo tornati dal nostro principe e dal suo amato Robin Hood, due ragazzi completamente diversi tra di loro che alla fine si sono trovati nel modo più improbabile e alla fine qualcosa, come un filo del destino, li aveva fatti trovare e non si erano più lasciati.
Noi eravamo rimasti ad una notte piena di stelle e di baci, da allora è passato circa un mese; Harry all'inizio era spaventato da quel nuovo mondo, amare una persona sembrava una cosa possibile solo nei libri ma Louis l'aveva resa possibile anche nella realtà.
Si fidava di lui al cento per cento, anche perché il liscio aveva molta più esperienza di lui in campo amoroso.

«Lou smettila» rise allontanandosi dall'amato. «È tardi, devo andare».
Era effettivamente tardi, la mezzanotte era passata e loro erano ancora lì, nel bosco, a nascondersi dagli occhi indiscreti e ad amarsi sotto le stelle.
«No dai, stai con me ancora un po'» lo pregò Louis stringendolo a se.
«Se potessi lo farei lo sai...»
«Lo so» sospirò con un sorriso sulle labbra. «Vai, piccolo principe».
Harry gli lasciò un bacio veloce sulle labbra per poi iniziare a dirigersi verso il castello.

Fortunatamente, il passaggio segreto da cui usciva ogni sera era fuori dal campo visivo delle guardie – a meno che non fossero lì per un preciso motivo – il che rendeva tutto molto più semplice, ormai si era abituato a quella stretta stradina all'interno del castello, nonostante sia diventata più freddo con l'arrivo dell'inverno.

Ma quella sera, quando rientrò nelle sue stanze, c'era qualcuno ad aspettarlo.

«Allora, signorino, hai intenzione di darmi delle spiegazioni o rimarrai lì impalato a fissarmi?»
Luisa Fletcher era la cuoca reale del castello ma per Harry era sempre stata una madre dopo aver perso la sua e ora si trovava lì, in camera sua, con le mani sui fianchi e uno sguardo furioso sul volto.
«C-che cosa ci fai qui?» balbettò il principe.
«Cosa ci faccio qui? Tu cosa ci facevi in paese?» domandò furiosa.
«Come fai...»
«Sai, non dovresti dire tutti i tuoi segreti a Lily» rispose, senza lasciarlo parlare. «Bastano due bicchierini di troppo per farla parlare».
E solo dopo quelle parole Harry scorse la figura di Lily sdraiata a pancia in su sul suo letto, rideva in modo fievole emettendo un singhiozzo di tanto in tanto, era decisamente ubriaca.
«Io...»
«E per l'amor di Dio Edward, chi è quel rozzo che frequenti?»
«Non è un rozzo» disse fermo, aggrottando le sopracciglia.
«Ovvio che è un rozzo, viene dal paese, pensa se ti avesse attaccato le pulci?» sibilò, controllando i capelli e la maglia di Harry.
«Luisa fermati, non ho le pulci» le afferrò i polsi. «E Louis è una brava persona, te lo posso assicurare.» aggiunse, guardandola dritto nei suoi occhi azzurri.
«Hai minimamente pensato alla possibilità che tuo padre possa scoprirti?» domandò liberandosi. «Chissà cosa direbbe se ti vedesse con addosso... questi abiti» lo indicò arricciando il naso.
«Niente. Non dirà niente perché lui non lo saprà mai» disse, ma la donna non sembrava convinta delle sue parole. «Ascolta, da quando Louis è entrato nella mia vita sono finalmente felice, mi sento libero. Io amo stare con te, Lily e Niall, siete miei amici, ma dovete sempre lavorare e non ve ne faccio una colpa perché voi siete venuti qui, al castello, proprio per questo e faccio tesoro dei momenti che passiamo insieme ma quando sono solo mi sento soffocare, mi sentivo soffocare in queste quattro mura... e poi è arrivato Louis. Mi ha liberato, è mio amico, mi ha fatto scoprire un nuovo mondo, mi ha fatto scoprire me stesso, sono felice quando sto con lui e tu, Luisa, che più di tutti sai quanto sono stato infelice nella mia vita, non puoi impedirmi di essere felice di nuovo solo perché ho trasgredito qualche regola».

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