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Presente
Doncaster - 2013

🎶 Someone You Loved ~ Lewis Capaldi 🎶

Ore 10:30
Per la seconda volta.
Per la seconda volta Louis si trovava nella sala d'attesa di un ospedale perché stava per perdere l'amore della sua vita un'altra volta, nello stesso orribile modo in cui aveva perso il suo primo amore.

Sembrava essere un crudele scherzo del destino, un incubo, eppure era la cruda e fredda realtà.

Quando arrivò quella chiamata Louis si precipitò fuori casa per correre il più in fretta possibile da Harry ma sua madre lo fermò per impedirgli di dare di matto come fece con Alex, anche perché, in quelle condizioni, era impensabile per lui guidare da solo per arrivare da Harry.

Sua madre svegliò la maggiore delle sue sorelle così che badasse alle più piccole, per poi accompagnare Louis all'ospedale.

Ci misero mezz'ora ad arrivare e quando furono lì una donna – probabilmente la stessa che aveva chiamato Louis – gli disse: «Eri nella lista dei contatti da chiamare in caso di emergenza, il signor Styles ha riportato un grave trauma cranico durante l'incidente, è già in sala operatorio per un intervento neurochirurgico per trattare l'emorragia, o l'ematoma cerebrale che si potrebbe creare come conseguenza delle lesioni dei vasi sanguigni che irrorano meningi e cervello».
Louis non parlò, ci pensò sua madre, era troppo per lui.

Si sedettero in sala d'attesa e rimasero lì ad aspettare su quelle sedie blu per quelli che a Louis sembravano anni, ad aspettare notizie su Harry.

Ore 12:00
Era lì da più di un'ora ormai e ancora nessuna notizia di Harry, sua madre era andata a casa per controllare le sue sorelle, sarebbe tornata con Zayn e Liam. Anche Niall aveva chiamato, voleva sapere come stava, sarebbe arrivato da lì a poco.

La sua gamba faceva su e giù sulla sedia, guardava il pavimento e pensava a quanto volesse urlare alle infermiere di portalo da Harry, perché l'attesa lo lacerava dentro peggio di quando era in macchina per arrivare in ospedale.

C'erano molte madri con figli piccoli, alcuni piangevano, altri giocavano fra di loro e alcuni sorridevano a Louis. Vorrebbe sorridergli anche lui se solo ne avesse le forze.

Ore 13:30
Zayn e Liam erano finalmente arrivati, anche loro erano dalle loro famiglie quel Natale ma appena seppero di Harry si precipitarono a Doncaster per stare con Louis.
«Come stai?» gli chiesero e lui non sapeva come rispondere, cosa doveva rispondere? Come stava davvero? Non sapeva la risposta e non l'avrebbe saputa fin quando non avrebbe visto Harry stare bene.

«Louis» lo chiamò Liam, era seduto alla sua destra. «Starà bene, non preoccuparti»
Lui annuì, guardando in basso, sperando che quelle parole fossero vere.
«Louis» stavolta fu Zayn a chiamarlo, era seduto alla sua sinistra. «Harry non è Alex, andrà tutto bene».
Lui non rispose, sapeva che Zayn avesse ragione, Alex non era Harry ma lui ora era lo stesso Louis di quattro anni fa.

Ore 15:30
«Lou...»
Niall era arrivato.
Era lì, in piedi, nel corridoio dell'ospedale con ancora le tracce delle lacrime sulle guance.
Louis si alzò per corrergli incontro e abbracciarlo.
«Ho paura...» mormorò Louis sul suo petto.
«Anch'io» disse Niall, con voce tremante.

Liam si alzò per far sedere il biondo nella sua sedia mentre Zayn dava qualche pacca sulla spalla all'amico.
Nessuno sapeva cosa dire, cosa si dice in questi casi?
Ovvio che bisogna essere positivi ma quando stai male ti vengono in mente solo cose negative.

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