pancakes e tanto amore

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12 settembre 2020…
Tra 48 ore le mie vacanze saranno ufficialmente finite. Ebbene si, some tutte le cose belle, anche le vacanze estive hanno una fine. I 3 mesi che sono davanti a noi, nelle prime giornate di giugno, sembrano infiniti, ma ci rendiamo subito contro che in realtà sono più brevi di quanto ci immaginiamo. Quest’estate è letteralmente volata, senza fermarsi un attimo. E visto che, come tutte le cose belle ha una fine, è volata in alto e scenderà tra molti, infiniti, mesi…non viglio neanche pensare a riiniziare la monotona vita che avevo per un attimo abbandonato. Il mare, gli amici, la festa, gli eventi, molto più tempo per me e Alfredo saranno a breve sostituiti da giorni interminabili di lavoro, ore di sonno perse stesa sul letto, momenti no, pensieri tutt’altro che tranquilli. Almeno il mare e il suo suono rilassante, che mi ha accompagnato dalla mattina alla sera, mi faceva sentire molto meglio. Adesso le mie orecchie riprenderanno ad essere sature di rumori fastidiosi, clacson di macchine troppo frettolose, e gente che la mattina non ha proprio voglia di collaborare. Se solo penso al traffico e ai giorni in cui l’ultima cosa che vuoi fare è spostarti con la macchina. Ci vorrebbero definitivamente altri 3 mesi di vacanza, si. Volendoci pensare 3 sono pochi, direi 5. Cambierei il calendario in 6 mesi di lavoro e 6 di vacanza, così siamo pari, no? Anche sotto questo punto di vista la natura non è omogenea, andandoci puntualmente contro. L’unica cosa che può rallegrarmi è sicuramente l’evento di domani. Si tratta di un premio che mi verrà conferito per una mia canzone, “le domeniche di maggio”. Una volta lì cantero anche “va tutto bene” e avrò così collezionato un altro piccolo evento della mia avventura. Certo, come ho detto e ridetto, ciò che mi manca di più sono i concerti veri e propri, quelli con una grande platea e tante persone sotto. Avrò tempo per farli, sicuramente, ma è stata una grande perdita per quest’estate. Avrei fatto un tour, degli instore, concerti per il mio primo album…ma non ci pensiamo, non roviniamoci la serata. Dopotutto stasera non ho tempo di arrabbiarmi con il mondo, sono molto più concentrata per l’evento di domani. Tra l’altro, il fatto di condividerlo con due artisti come Michele Bravi e Piero Pelù, mi da molta più motivazione a dare il meglio di me. personalmente non sono mai stata a Massa, a Firenze si, quindi posso dire di essere stata in Toscana, ma a Massa mai. Nonostante ci starò per poco, non mi dispiacerà passare due giorni lì, avrò visitato un’altra parte dell’Italia. Tutti questi bei pensieri mi fioriscono in testa mentre preparo la valigia per domani. Sistemo delle magliette, canottiere, jeans e anche un giubbotto leggero, non si sa mai. La mia piccola valigia nera si è piano piano riempita di vestiti. Per lo stage credo di andare vestita in modo molto semplice, con una canottiera e dei jeans, e per non morire di freddo per un’eventuale bufera di vento o cose simili, non mi faccio mancare un blazer, bianco. Per me sarà davvero un grande onore ricevere un premio musical-letterario del genere, sarà probabilmente emozionatissima, ma ci sta. Per non parlare della gioia immensa che mi danno le fan quando mi vedono. Non riesco a spiegare cosa vuol dire essere arrivata alla gente tanto da considerarmi un idolo. Idolo è una grande parola, mi sento con una grande responsabilità addosso. È sempre stato un esserci reciprocamente con i miei fan, loro ci sono, mi sostengono, io ci sono per loro anche se non sempre però. Cerco di far sentire sempre la mia vicinanza, è fondamentale. Spero che anche domani sera riuscirò a dare il meglio di me. Sentirsi realizzati sta proprio nel fare sentire bene chi ti ascolta. Nel caso dei cantanti, risiede proprio nell’amozione, la carta vincente, che solitamente non mi delude mai. In tutto questo parlare ho finito la valigia, più velocemente del previsto, e sono seduta sul letto immobile. Come spesso capita, inizio a pensare e provo un’immensa gioia a pensare a domani, e in generale a tutto ciò che mi aspetta dopo le vacanze. Quelli di settembre e ottobre saranno due mesi intensissimi, tra prove in sala, spostamenti Roma-Napoli e, finalmente, la nuova casa a Roma, indubbiamente la ciliegina sulla torta. Ebbene si, abbiamo trovato casa a Roma, e non vedo l’ora di dirlo ad Hal. La mia piccola dimore non dista molto da quella di francesco e non mi posso lamentare per la quiete nel quartiere che ho scelto. Aprilia è un paesino assai tranquillo, ideale per chiunque. Per evitare gli spostamenti, la casa a Roma sarà fondamentale, per permettermi anche di andare in studio senza problemi. Certo intraprendere il percorso di vita da sola, con tutti i problemi che si presenteranno (perché è sicuro  che ci saranno) mette parecchia ansia.  Devo essere sincera con voi, non mi spaventa, so di essere preparata. Il fatto che sia fare le pulizie e sappia cucinare mi rassicura molto. La cosa più bella che mi immagino però, è vivere tutto ciò con Hal. Una specie di convivenza, si, sarebbe bellissimo. Magari il termine convivenza non è azzeccato, magari la chiamerei “passare più tempo possibile insieme soli in casa come le coppie, per evitare spostamenti futili”, ecco già ci siamo. La situazione del covid, tra l’altro, non aiuta. Beh, aiuta relativamente, è un motivo in più per stare insieme. Vi immaginate me e Hal stare insieme 24 ore su 24, dormire insieme e fare tutte le cose sdolcinate da coppia? Io no, non riesco ad immaginare una cosa così bella. So solo che mi renderebbe più che felice. un giorno, presto, gliene parlerò. Non voglio accelerare tutto, solo che sarebbe un’ottima idea, a mio avviso, e poi so che ad Alfredo piacerebbe. Tutto sta a lui, se si sente in grado o meno. La bellezza del nostro rapporto sta proprio nel non fare le cose forzate, quindi niente fretta! Ribadisco che sarebbe come sognare ad occhi aperti.
La mattinata scorre più velocemente di quanto pensassi, con il sole che si alterna da splendente a malato almeno 10 volte al minuto. Ciò che vorrei adesso più di ogni altra cosa è proprio Hal. Il fatto di non rivederlo a causa dell’evento che ho domani, mi rattristisce molto. Sono solo le cinque di pomeriggio e, non avendo molto da fare, sapete che decido? Si, vado da lui. voglio passare la serata insieme. Come se avessi quegli scatti di pazzia e prendessi una decisione all’ultimo. Esco dall’armadio un paio di jeans, una maglietta e le scarpe da tennis. Sfoggio anche il mio bel cappellino a chiazze, giusto per essere alla moda. Come sempre fede, impegnata al computer per via del suo lavoro, mi nota uscire di fretta.
<Ei dove vai? Pensavo ti volessi riposare prima di partire> mi dice alzandosi dalla sedia
<No, no, tranquilla, non farò tardi> dico io fermandomi proprio davanti a lei <Vado da Hal, ho voglia di stare un po’ con lui.> aggiungo
<Ti manca così tanto?> mi dice ridendo, quasi prendendomi in giro
<E ja si, tantissimo. Ne approfitto così non sento troppo la sua mancanza nei prossimi due giorni> dico e fede ride
<va bene, dai, ma non fare troppo tardi> mi dice e io mi allontano per andare alla porta.
<ricevuto> dico mentre cammino veloce <a più tardi> esclamo ed esco dalla porta. Faccio le scale e mi dirigo subito in macchina. Le cosiddette “good vibes” invadono in mio corpo. Sarà la felicità dell’evento di domani o vedere Alfredo tra pochissimo, non ve lo so spiegare. So solo che anche il sole che riscalda bollente ha fatto spazio al tempo nuvoloso e malato, ed è tutto dire. Il tragitto in macchina è tutto sommato breve da Scafati a casa di Alfredo ci metto poco ad intravedere le case che circondano il suo appartamento. In macchina metto un po’ di musica e vario il repertorio da rap a canzoni antichissime ma indimenticabili. Facciamo che passo da Salmo e Nitro a Renga e Mannoia, tutto dire. Pazzesco come la musica rifletta perfettamente la mia personalità variabile come le previsioni del meteo. E questa è una cosa che Alfredo ha capito fin da subito, cosa a suo favore. Bene o male ha sempre saputo come prendermi e raramente mi ha fatto arrabbiare. Certo talvolta devo ammettere che il mio umore che cambia così velocemente ha tutte le colpe ed è lui che deve sopportarmi, ma lo nascondo. Ha un quantitativo di pazienza molto alto, lo invidio. Io, che non sono una persona paziente, lascio il mio umore fare ciò che vuole, perciò cambia così velocemente. Mamma mia, a volte mi dispiace tanto per lui. rido sola a questi pensieri, so che in fondo mi ama. Strofino l’occhio e vedo finalmente il palazzo dove vive. Parcheggio esattamente sotto casa sua, metto il freno a mano e scendo. Vado ai citofoni
<Che dici Giulia, secondo te sta dormendo?> dico parlando sola <Può darsi> mi rispondo e suono il citofono per verificare. Suono per qualche secondo, nella speranza che lo senta anche se dorme, ma nulla. è decisamente beato nel sonno più profondo. Escludo subito l’opzione di chiamargli perché non voglio svegliarlo però in qualche modo devo entrare. Noto che il portone è socchiuso, probabilmente qualcuno ha dimenticato di chiuderlo, giusto in tempo per me che lo sfrutto. Entro e mi dirigo direttamente davanti alla porta di casa. La fisso per un po’
<Ma è possibile che dorme sempre?> dico fra me e me. a questo punto non so minimamente cosa fare, rimango bloccata lì. Suono il campanello una volta, due, tre…nulla. inizio leggermente a preoccuparmi, ma mi tranquillizza quasi subito. Giuro che se si sveglia gliene dico quattro, mi fa prendere gli infarti così.
<Ti giuro Alfredo…> dico mentre la porta di apre piano. Vedo lui in pigiama e maglietta rigorosamente oversize, barcollante, con la faccia da zombie che cammina, e che cerca di parlare ma non riesce.
<Sei serio?> gli dico io guardando lo stato in cui è
<Che c’è?> mi dice con una voce strana, mi fa ridere
<Che c’è? Hal queste condizioni sono leggermente pietose>
<Beh è un pomeriggio noioso, stavo solo dormendo>
<mi hai fatto anche un po’ preoccupare veramente, prima non rispondevi al citofono, sotto> gli dico
<Tranquilla sono vivo e vegeto>dice ridendo <è che sono un po’ stanco ultimamente> dice, invitandomi ad entrare
<L’ho notato> dico mentre entro in casa sua. <che hai fatto di così stancante?> aggiungo
<Eh ieri giornata pienissima in studio, ora ti racconto tutto> dice, e chiude la porta dietro di me <ma prima devo salutarti come si deve> mi dice e non mi lascia nemmeno rispondere. Non ho nemmeno il tempo di sorridere a ciò che dice che sento subito un bacio che prende vita tra le nostre labbra. Le sue mani sui miei fianchi mi accarezzano e non tardando ad arrivare in tutto il corpo. Al solito i nostri corpi  fanno quello che vogliono e Alfredo mi prende in braccio facendomi provare quella sensazione che mi piace tanto. la porta dietro di me è stata probabilmente fonte di ispirazione per Alfredo, infatti sento la mia schiena lungo tutto il legno freddo della porta. Quanto amo quando si forma questa “chimica” tra noi. Metto le mani tra i suoi capelli e ci gioco per qualche secondo, nel frattempo, il bacio diviene meno intenso, meno affiatato. Mi tiene ancora forte contro la porta con le sue mani salde sulla vita, ci guardiamo. Noto che porta la barba proprio come piace a me, né troppo lunga né totalmente senza, mi piace quando la lascia così. Accarezzo le sue guance e sento anche un po’ di profumo di dopobarba, l’avrà fatta stamattina. Gli sorrido.
<fai un buon profumo> gli dico
<so che ti piace se lo metto> mi dice e sorride. Mi mette per terra, ma continua a tenermi tra le sue braccia. Adoro quando si veste così sbarazzino, mi verrebbe di indossare tutte le sue magliette o felpe larghe che ha, come faccio di solito, e sentirmi coccolata come quando mi abbraccia. È uno dei motivi principali per cui lo amo sempre di più, rubargli tutte le felpe. Che poi ne ha di tutti i colori e modelli, punto a suo favore.
<non mi dire che ti rimetti a dormire adesso> gli dico io ironicamente
<no, non adesso, immediatamente proprio> mi dice ridendo e si allontana da me lasciandomi sorpresa. Si allontana veramente lasciandomi all’ingresso. Cammina pigramente mentre lo osservo divertita e si trascina verso il divano. Lo vedo sdraiarsi da lontano
<sei serio?> gli dico alzando il tono di voce affinché mi senta.
<Serissimo> mi risponde e io gli sorrido. A volte sono proprio privi di iniziativa gli uomini eh, non li capisco. Io che volevo passare un pomeriggio con lui soli in casa…vediamo che succede se mi sdraio accanto a lui, non può non reagire. Ecco il mio lato “esigo attenzioni” che emerge in tutta la sua potenza. Corro per tutto il corridoio sorridendo verso di lui. mi vede arrivare e sorride
<dai amore> mi dice come se non mi volesse, faccio una faccia triste e arrabbiata
<ok va bene, non mi vuoi, me ne vado>dico io facendo un po’ di scenata e mi volto, rido sotto i baffi.
<no no, ti voglio> mi dice e io, fiera, mi volto verso di lui. lo vedo alzarsi dal divano, controvoglia, ma lo fa per me. mi prende per i fianchi. <che vuoi fare ja> mi dice e sorrido
<non lo so, qualcosa di bello e divertente, son venuta qui proprio per stare con te, poi domani parto> gli dico mentre gioco con la sua maglietta.
<vero amore, allora facciamo una cosa sicuramente super divertente che non abbiamo mai fatto> mi dice mentre mi accarezza dai fianchi alla schiena.
<cosa?> dico io sorridendo
<cuciniamo, insieme, vediamo quanti pasticci creiamo> dice e io rido. Poso le mani sulle sue guance
<Beh se permetti, io pasticci non ne creo, modestamente me la cavo> gli dico <ma possiamo cucinare si, ci sto> gli dico poi, mi immaginavo altro ma ok, oggi variamo. Basta che mi assicura che dai fornelli finiamo sul divano a farci le coccole ci sto. Nel mentre mi viene un’idea geniale. <facciamo i pancakes!>  Alfredo sorride
<Va bene, vediamo che combiniamo con le uova> mi dice e ridiamo insieme, mi prende il viso tra le mani e mi bacia piano. Com’è bello sentire le sue labbra quando siamo così spensierati. I nostri baci così sono più belli. Ci separiamo e io corro in cucina con Hal dietro che mi abbraccia. Mentre ridiamo stentiamo anche a camminare, ma, in qualche modo arriviamo in cucina. Manteniamo il contatto visivo senza smettere di sorridere e ci lasciamo sfuggire qualche bacio.
<quindi come si fanno questi pancakes?> dice e io rido
<non lo sai? Sono facilissimi> dico io mentre mi guardo intorno in cucina, cercando pentole e ingredienti. <mi servono, un uovo, latte, farina, zucchero e lievito> dico sorridendo, lui mi guarda sorpreso come se fossi una cuoca pentastellata.
<Ehm ok> dice lui e io rido <anche se non ho capito nulla e non so come muovermi in cucina, ti darò una mano> mi dice poi mentre cerca gli ingredienti nella dispensa. Stranamente si è ricordato di tutti gli ingredienti e subito sul tavolo li vedo tutti. Lo guardo soddisfatta, ma ha dimenticato la parte credo più fondamentale
<ok e tutti questi bei ingredienti dove li metto?> gli dico ridendo. Mi guarda perplesso, vediamo se ci arriva.
<ah vero! Le pentole e la ciotola!> esclama. Mi procura subito una ciotola verde per fare l’impasto e una pentola antiaderente dove farli cucinare
<bravo, sei un ottimo assistente> gli dico e lo bacio sulla guancia. Mi viene un’idea sfiziosa in mente
<facciamo che preparo dei pancakes più buoni> dico mentre apro lo sportello davanti a me <questa sì che è un’idea geniale> dico e prendo il una barretta di cioccolato da lì. Hal mi guarda e sorride. Inizio a preparare l’impasto, rompo un uovo e lo mescolo con la farina e lo zucchero. Seguo la ricetta dal mio telefono poggiato sulla mia destra. Guardo Hal e sembra molto più concentrato sulla partita di calcio che trasmettono in tv piuttosto che sui pancakes.
<ma non dovevi imparare tu?>dico mentre amalgamo il composto cremoso che mi è venuto
<ehm beh, sto imparando>dice e io rido
<e cosa hai imparato finora?> gli dico ridendo, mi guarda divertito.
<che il mio futuro non è sicuramente nella cucina> mi dice e io rido. Noto che il composto sembra pronto, bisogna assaggiarlo.
<vieni un po’ qui amore> gli dico e prendo un cucchiaino <assaggia> gli dico. Prendo un po’ del composto con il cucchiaino e hal si avvicina a me. mentre rido lo faccio assaggiare ad hal. Dopo qualche secondo di profonda riflessione riesce ad arrivare ad una soluzione
<Allora, secondo me, ci vuole più zucchero> mi dice
<non è che me li fai preparare troppo dolci poi? Dai, mi fido di te> dico e prendo un po’ di zucchero dal recipiente. Lo aggiungo e mescolo ancora.
<ora sarà perfetta guarda> dice Hal e, ridendo, va per assaggiarla. Cambio di programma, immerge un dito nella miscela e la spalma sul mio naso
<no Hal! C’è l’uovo crudo!> dico io mentre lui ride guardano il mio naso totalmente giallo <sei scemo> dico io ridendo. Tolgo parte dell’impasto dal mio naso e lo assaggio. <sembra buono dai. C’era bisogno di fare questa cosa?> gli chiedo mentre lui ancora ride, non riesce proprio a smettere. Io, poco vendicativa, prendo un po’ di impasto e, d’improvviso, ricopro la sua guancia. Fa una faccia buffissima
<così impari> gli dico ridendo. Ha uno sguardo leggermente  minaccioso, temo che tutto l’impasto possa finirmi in testa. Mi prende immediatamente per la vita e mi stringe forte. Cerca di farmi il solletico e ridiamo insieme. Con le sue braccia forti mi impedisce qualunque movimento, vedo con la coda dell’occhio che si avvicina all’impasto e stavolta sono vittime la mia guancia e le mie labbra.
<no dai>dico mentre mi lascia andare <non vale sei troppo forte>dico e scoppia in una grossa risata. Si avvicina di nuovo a me e sento le sue mani sui miei fianchi. Ridiamo come sue stupidi
<te l’avevo detto che avremmo fatto un pasticcio> dice e mi fa ridere. Siamo vicinissimi, ci guardiamo negli occhi. Sarei ipocrita se non ammetto che adoro questo momenti tra noi, ci divertiamo come due bambini. Rimuove con un tovagliolo l’impasto dalla mia guancia. Poi mi da un bacio per togliere quello dalla bocca. Assapora le mie labbra una ad una, mentre il nostro bacio sa del solito impasto dolce. Mi da più baci, prima piccoli e brevi poi ci lasciamo trasportare e facciamo del nostro meglio.
<ok, ok basta, è stato un gioco stupido> dico ridendo
<è finito molto bene però eh> dice e io rido ancora. Non smetterò mai di dire che mi fa stare più che bene questo ragazzo, mi reputo fortunatissima. Finalmente riusciamo ad accantonare gli stupidi momenti tra noi e riusciamo a cucinare questi benedetti pancakes. Alcuni vengono di forme molto strane e ci fanno molto ridere. Ci concediamo una pausa break per mangiarli e sono davvero deliziosi
<Sei una cuoca amore, davvero> dice <poi il cioccolato ci sta da dio>
<grazie, grazie> dico mentre finisco il mio pancake. Devo dire che sono proprio fiera di me, mi vengono proprio bene i pancakes. Passano i minuti, si pulisce il piano cottura e la cucina è come nuova. Alfredo è andato un attimo in bagno e, dopo tutto questo bel pomeriggio, mi accorgo che l’orologio segna le sette. Non molto tardi, ma avevo promesso a fede di non stare via troppo. Vedo hal entrare in cucina
<vieni amore> mi dice e mi fa segno con la mano di seguirlo. Andiamo in salotto, verso il divano e Hal si sdraia. Mi guarda
<vieni, mettiti qui> dice battendo sul divano accanto a lui. io sorrido, volevo proprio questo per oggi. Mi sdraio accanto a lui e mi avvolge subito tra le sue braccia. Mi accarezza la schiena piano e mi guarda in volto. Poso una mano sul suo viso e lo bacio mentre le sue mani fredde sul mio fianco mi fanno sospirare. Le sposta poi sulla mia coscia che in automatico si alza. Questo vizio di noi ragazze di alzare la coscia  è sempre sinonimo di forti emozioni secondo me. mi piace sentire le sue mani che mi accarezzano. Siamo uniti in un solo corpo, stesi sul divano, le nostre labbra non ci scollano più. Cercavo proprio questo, queste piccole emozioni nei momenti più intimi. Ci separiamo, hal mi guarda
<come sei bella amore> mi dice e ogni volta mi sciolgo. Gioca con i miei capelli e li arriccia con le dita <sei troppo bella per me> mi dice e mi fa ridere
<ma tu sei bellissimo amore, ti invidio le labbra lo sai?> gli dico e ride
<le labbra?>
<si, sono carnose così, naturalmente. Il sogno di ogni ragazza> gli dico e sorride.
< di te mi piacciono gli occhi e i capelli invece. Mi perdo nei tuoi occhi e, vabbè, i tuoi capelli sono sempre bellissimi e profumati in qualunque modo tu li faccia> mi dice e io sorrido
<a proposito, sai che a breve arriverà una nuova pettinatura? E no, non saranno i ricci come piacciono a te> gli dico
<che mi devo aspettare mamma mia> dice ridendo
<sorpresa> gli dico e poso un ennesimo bacio sulle sue labbra. C’è una grande dolcezza tra di noi oggi, mi rende molto felice questa cosa. Ci guardiamo con estrema dolcezza. Hal mi accarezza con una mano il volto delicatamente mentre l’altra esplora la mia schiena. Mi tiene stretta a lui.
<lo sai a che penso?> mi dice sussurrando
<a cosa?>
<a una cosa bellissima che riguarda noi due> mi dice dolcemente < tu sei riccia naturale no?>
<corretto> gli dico sempre a bassa voce
<ecco, stavo pensando che magari, un giorno> dice mentre gioca con un ciuffo dei miei capelli <tra qualche anno, con tutta la tranquillità del mondo> continua sempre a bassa voce. Sembra che voglia dire qualcosa di serio, quasi dolce <spero proprio che i nostri figli avranno i tuoi stessi capelli ricci> mi dice con il cuore in mano.
Io non credo a ciò che sento. Sta veramente citando uno dei più importanti obbiettivi della mia vita, che vorrei raggiungere, dicendo “i nostri figli”. Mi si riempie il cuore di gioia a queste parole e quasi mi viene da piangere
<ti immagini tanti piccoli marmocchi che corrono per casa, piangono, vogliono il cibo…>
<hai detto “i nostri figli”?> dico io commossa, interrompendolo.
<si amore>
<lo vuoi davvero?> dico io con il magone. Sto per esplodere in lacrime dalla gioia. Lui annuisce e io sorrido. <oh mio dio > dico e mi stringe forte a se. mi accarezza i capelli piano e io faccio lo stesso. Sento una gioia indescrivibile con una sola frase che mi ha detto. < è una cosa bellissima, noi due genitori> dico e lui si fa scappare una risata
<si, tra qualche anno, quando avremo un’età un po’ più adulta, tipo 29 o 30 anni, secondo me combiniamo qualcosa di bellissimo amore> dice e io rido <piangi?> aggiunge e io rido per non allagare la casa di lacrime.
<un po’, perché quando si parla di questa cosa penso sempre a un episodio della mia vita> dico tentando di non piangere troppo <ti spiego, quando esce il discorso “diventare mamma” io mi emoziono sempre tanto. io ho un senso molto altro di maternità, amo i bambini! Però questo discorso si collega ad un periodo della mia vita, non bellissimo> dico con un po’ di tristezza. Hal mi guarda e mi accarezza ancora in volto <quando avevo 17 o 18 anni, e soffrivo di anoressia, mi sono sentita dire più volte una cosa orribile che mi è rimasta impressa. “non potrai mai avere figli” mi dicevano, i medici, gli psicologi, i miei genitori, perché sono andata in amenorrea e non mi veniva il ciclo> non riesco a trattenere le lacrime <e per una ragazza di 18 anni non è il massimo. Mi sento così triste a pensarci, ancora oggi. E come l’anoressia lascia segni dentro, anche questo è uno che mi porto appresso. Ancora tutt’oggi non ho superato questo discorso dei figli e sentirmi dire queste cose da te mi riempie il cuore di gioia, davvero> dico ormai con il volto inondato di lacrime
<amore. Vieni> mi dice hal dolcemente e mi abbraccia di nuovo. Poggio la testa sul suo petto, singhiozzando mentre mi accarezza piano
< tutto questo succederà amore, tu sarai una madre, e anche fantastica> dice e mi si stringe il cuore <e io sarò con te, non ti lascio. Lo facciamo insieme> mi dice poi e io lo guardo negli occhi. Asciuga le lacrime sul mio volto.
<grazie, non sai quanta forza mi dai> gli dico e sorridiamo. Mi bacia nel modo più dolce esistente per farmi sentire la sua presenza. Sento una lacrima salata bagnare le nostre labbra. Mi da una forza indescrivibile, non avete idea. Continua ad accarezzarmi il viso
<spero che i nostri figli avranno la tua bellezza> dice ridendo e io rido con lui. mi sono tranquillizzata nel frattempo.
<Ah sì?> dico ridendo <allora se tu vuoi che siano belli come me, io voglio che abbiano il cuore del loro papà e lo stesso carattere> gli dico sorridendo e lui ride. Dolcemente abbracciati, ci siamo scambiati di nuovo delle forti emozioni, mi sento la donna più felice sulla faccia della terra in questo momento. Continuiamo a baciarci, accarezzarci, amarci in tutti i modi. Mi sento così al sicuro poggiando la testa sul suo petto e socchiudere gli occhi sapendo che nulla può farmi del male. Mi sento amata e protetta, compresa e importante finalmente per qualcuno. Sto quasi per addormentarmi tra le sue braccia, mentre mi accarezza.
<amore comunque, se vuoi, domani ti accompagno io alla stazione> mi dice piano
<ok, grazie. Parto presto eh>
<va bene>
Anche stavolta l’amore non mi delude. Ho scoperto un altro aspetto in lui quello per cui avevo anche un po’ di paura. Sapevo già di poter contare su di lui, ma adesso ne ho la conferma. Non vedo l’ora che si avverino tutti i nostri sogni, che possiamo fare il viaggio insieme, che potremo sempre ridere insieme e fare l’amore altre mille volte. Alla fine la migliore sensazione è proprio questa: sentirsi così tanto amata da diventare invincibile contro tutti. L’amore non ha limiti.

spazio autrice-
mi scuso per eventuali errori di battitura, ma spero vi piaccia lo stesso😅❤️
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