paradiso terrestre

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1° novembre 2020…
Giulia ’pov.
L’inverno è definitivamente alle porte ormai. Non mi aspetto più le bellissime giornate di sole che mi sono lasciata alle spalle, anzi, mi preparo al freddo gelido e alle mie mani spaccate e sanguinanti per colpa proprio delle basse temperature. Nonostante il freddo faccia gelare, metaforicamente, la mia anima, il mio essere meteoropatica in questo periodo esce fuori. L’alternanza di giornate di sole e caldo anomalo, nettamente inferiori, a quelle fredde e piovose, faranno si che io cambi umore ogni giorno che passa. O anche durante lo stesso giorno, può capitare che il mio umore di mattina sia positivo e di sera si trasformi nel peggiore che io possa mai avere. Non so nemmeno come facciamo le persone a me care a starmi accanto quando sono così. Alfredo stesso, solo lui sa come fare a sopportarmi. Tuttavia mi pare che sia chiaro che l’inverno porterà con se tante novità. La parola chiave sarà Roma. Roma sinonimo di rinascita, di libertà, di calma, d’amore, di musica, di amicizia e anche sinonimo di “Giulia adesso vivrai sola, tutto cambierà”. Ebbene si è arrivato anche per me il fatidico giorno del grande passo. Il giorno in cui lascio casa, con mamma e papà, e intraprendo un nuovo cammino, sola, con tutto il mondo nelle mani. Adesso si che posso dire di essere grande! Anche se combinerò pasticci ogni minuto e chiamerò mia madre anche per i più stupidi consigli, sicuramente me la caverò. Non sarà male vivere sola, nonostante tutto troverò del tempo per me, ed è utilissimo. Vi ho già anticipato che sarà una sorta di “seconda casa” per Alfredo, il che mi fa venire sempre più voglia di andare a Roma e non tornare più. Io con Hal soli a casa è sinonimo di serate romantiche, film sul divano, pranzi e cene cucinati insieme, coccole, baci senza che nessuno ci veda, notti in bianco passate a scoprirci ancora meglio sotto le coperte...sarebbe anche sinonimo del suo profumo sparso per tutta casa. Oggi si parla con i sinonimi, si, ho deciso. Per quanto possa essere sicura delle mie azioni, so già che la mancanza di Napoli si farà sentire, anche ben presto. Immaginate me e Hal, legatissimi a Napoli, quanto potremmo durare a Roma. Ok il sesso e tutto ciò che vi ho elencato di bello prima, ma Napoli è Napoli! Ecco che iniziano già le prime paranoie…sono sempre io…è inutile. Meglio pensare alla faticosa giornata che mi aspetta oggi, non ho tempo per l’ansia. Adesso sono in macchina, con papà, mamma e fede. Ci siamo messi in viaggio subito dopo pranzo. Hanno deciso di darmi una mano e di accompagnarmi tutti a Roma. È come se stessi partendo per la guerra, sarà esagerato, ma lo apprezzo molto. D’altra parte non l’avrei nemmeno mai avuta una casa a Roma senza di loro. Il viaggio procede tranquillamente, con i pochi raggi di sole malati che penetrano in macchina, mentre fede schiaccia un pisolino e io, in ansia, sto quasi per avere un attacco di panico. Le gambe mi tremano, così come i denti, e il battito cardiaco è accelerato. Devo essere sincera, tutto ciò fino a 24 ore fa non mi pesava, davvero. Sarà perché leggo che i chilometri che mancano prima di arrivare a Roma sono sempre meno, non ne ho idea. Sta di fatto che ho un’ansia incontrollata. Di sottofondo la radio ci accompagna e forse le parole di “Sober” riescono a distrarmi giusto un po’, ma non in modo positivo effettivamente…
<“When I wanted to be closer
You just wanted to run
Though I know it's no one's fault
If I've learned anything at all”> mi canta Mahalia e non a caso è una canzone che mi piace molto. Non a caso la sento adesso, quando la situazione con una persona che si è allontanata da me non è delle migliori…a volte la vita è così fottutamente puntuale nel farmi sentire triste. Si, mi sto riferendo a Gioele, perché, credetemi, non mi è passato, anzi, credo di non poter più reggere una tale pressione. Arrivo a pensare più a lui che a Hal ogni tanto, il che è folle. Non ho mai voluto che andasse a finire così tra noi, forse è per questo che se prima non risolvo non potrò mai tornare a vivere come prima. Tutto questo contesto è paradossale. Sono in macchina, verso Roma, pronta ad affrontare un nuovo capitolo della mia vita con il mio ragazzo, il mio team e i miei amici, ma ancora parte della mia anima pensa al passato e ci piange su. È curioso, quasi snervante. Mi da fastidio e mi fa stare davvero male il fatto che io non possa chiudere un capitolo della mia vita, o per lo meno, l’ho chiuso ma nel peggiore dei modi. Dovrei tornare indietro, ma non ci penso nemmeno. Più ci penso, però, più mi convinco che sia l’unica scelta che può farmi trovare un po’ di tregua dal casino che ho in testa. Non mi va di stare male, ho già sofferto tanto. vorrei tornare a giugno e fare una scelta più intelligente, non che io mi voglia pentire di ciò che ho fatto finora, anzi rifarei tutto, ma in modo un po’ diverso. Senza rinunciare a tutto l’amore che mi da Hal, vorrei “stare bene” anche con Gioele. Farei meglio a non pensarci, a dare tutto in mano al destino, ma non riesco. Non riesco a lasciare che tutto passi senza che io faccia nulla. non so come, ma devo uscire da questo tunnel buio.
<oh mio dio, mi sa che ho sbagliato strada> dice improvvisamente papà. Come al solito, casualmente, le cose devono prendere una brutta piega.
<no papà, hai solo sbagliato via, era la prossima.> gli dico io
<come facciamo a sbagliarci sempre?> chiede mamma e vorrei saperlo anche io. Nel frattempo fede si sta stiracchiando dopo il suo lungo pisolino
<un giorno impareremo no?> aggiunge papà mentre fa retromarcia. Visti i pochi metri che ormai mi separano da casa mia, mi preparo già tutto ciò che devo fare in mente. La puntualità e precisione, che presto mi abbandoneranno sono certa, per ora regnano in me e mi danno il presentimento che dopotutto la vita da sola sarà semplice. Credo molto in me stessa, dai, nonostante tutto.
<ok ora sarà giusta> esclama papà e io annuisco.
<si, lo è> dico e vedo finalmente la mia bella e piccola dimora prendere forma davanti a me. c’è poco da fare, sono innamorata, altrimenti non l’avrei scelta, ovvio. Siamo stati mesi e mesi a cercarla e ne è valsa la pena. Parcheggiamo dentro il cortiletto vicino all’entrata e scendo immediatamente dalla macchina. Prendo la mia valigia, dove, effettivamente c’è poco. Abbiamo speso mesi e mesi a trasportare tutto ciò di cui avrò bisogno e in valigia ci sono praticamente due o tre vestiti e qualche oggetto poco importante. Nonostante non sia l’odore di casa, sento comunque un buon profumo non appena entriamo. Saranno le fresche pareti bianche, l’intonaco nuovo, le finestre che fanno entrare la luce del sole, il tetto a mansarda che fa sempre un certo effetto…ho il cuore a mille mentre poso la valigia di lato, vicino l’entrata. Vedo nella mia mente le immagini di tutto ciò che succederà qui, come se fossero reali. Vedo passare davanti a me Fra o Michelangelo che ridono, tutti i pasticci che farò in cucina, le ore passate a cercare di riparare qualcosa, la pioggia o il sole dalla finestra, io e Hal che ci diamo baci per tutta casa, ci rincorriamo, ci amiamo in mille modi diversi. mi passano accanto milioni di scene del genere, ed è come se stessi sognando ad occhi aperti.
<Giulia, sei così emozionata?> mi chiede mamma. Io ritorno sulla terra e abbandono i sogni
<si, molto. È bellissima> dico io guardandomi ancora intorno. Credo che lo farò ancora per interminabili minuti, sono incantata <sono felicissima, davvero> dico poi mentre mi avvicino alla finestra per guardare il panorama. Vedo gli alberi, il sole, una stradina e tanta luce che entra. Sorrido mentre guardo il mondo là fuori e vedo me, così piccola, ma così felice nella mia nuova casa. Inizia ufficialmente un nuovo capitolo della mia vita signore e signori. Chissà di quanti bei momenti sarà protagonista questa casa, sarà difficile anche dimenticarli col passare del tempo. Formerò la vera me qua: indipendente e con l’obbiettivo della musica nella vita. metaforicamente non tornerò più indietro, almeno non adesso, fisicamente invece sento già la mancanza del lungomare di Mergellina. Dovrò resistere alla pastiera napoletana e company per un po’, il che non sarà facile. Voglio spostare la valigia nella mia camera da letto e percorro metà casa per arrivarci. Apro la porta e vedo la stanza, pulita, profumata e bianca come il latte. Saranno le tende di un beige chiaro a darmi questo effetto, ma già questa è la mia stanza preferita. Mi avvicino al letto e sento la sua morbidezza con la mano. Lascio la valigia appena accanto a lui e per un attimo mi ci siedo su. La mia mente incolmabile di pensieri pensa subito a tutto l’amore che ci sarà in questa stanza non appena arriverà Hal. Tutte le scene più belle tra noi stanno prendendo vita nella mia mente. Chissà quante sigarette fumeremo, sdraiati, dopo le ore passate a fotterci la mente e il corpo, mentre ho la testa poggiata sul suo petto e mi sembra di essere in paradiso. Come faccio già a sentire il suo profumo se non è qui? la gioia di prima viene travolta da una voglia irrefrenabile di sentire la sua voce. Entusiasta, prendo il telefono e digito il suo numero. Risponde immediatamente, non avrà troppo lavoro.
<pronto amore> mi dice e basta solo che mi chiami così per farmi sciogliere. Mi alzo dal letto e inizio a camminare per la stanza.
<ei, ciao amore>
<ciao piccola, sapevo mi chiamassi>
<lo so amore oggi ti ho sentito poco, sei a lavoro?> gli chiedo io
<si si, ma ancora per poco, spero>
<ah bene> dico poi mentre scorgo qualcosa fuori dalla finestra <stanco?>
<un po’, ma ci sta, ultimamente ho tanta roba> mi dice lui <e il viaggio com’è andato invece? Sei a Roma?> mi chiede
<si, sono già a casa, il viaggio è andato bene tutto sommato> gli dico <un po’ stancante però…> aggiungo. Mi siedo nuovamente sul letto nel frattempo
<però ne è valsa la pena> dice ridendo
<si esatto> aggiungo io <ti giuro amore la casa è stupenda, è come se non l’avessi mai vista> dico poi e lo sento ridere
<non vedo l’ora di vederla allora> mi dice e sento la voglia di averlo qui con me salire sempre di più <è completa adesso giusto?> mi chiede poi
<si tutto fatto, mancano solo i vestiti che ho nella valigia praticamente> dico io ridendo
<sei felicissima eh> mi dice lui poi e io rido
<si troppo amore, davvero> gli dico <e sono anche nella mia stanza preferita adesso> aggiungo e lo sento ridere
<e qual è?> mi chiede divertito
<indovina>
<ehm, il bagno?> dice e io scoppio a ridere
<no amore> gli dico io
<allora il salotto> mi dice e nemmeno alla seconda ci azzecca.
<sbagliato>
<stanza da letto?> mi chiede e io sorrido
<bravo, si è la stanza da letto> gli dico io e lo sento sghignazzare <c’è il letto morbidissimo amore> dico e senza volerlo mi mordo il labbro. c’è un attimo di silenzio come ci capiamo perfettamente, poi rompo il ghiaccio <vorrei fossi qui adesso> dico con voce più calda. Immagino anche solo la prima notte qui…
<lo so amore, anche io vorrei essere lì con te> mi dice e sento il tono di tristezza delle sue parole <manca poco e arrivo> aggiunge
<non farmi aspettare tanto> gli dico io
<no amore, ho anche la valigia pronta praticamente, devo togliermi solo il lavoro e poi sono da te> mi dice lui
<va bene, ti aspetto> dico io a voce bassa <ho voglia di condividere la mia stanza preferita con te> dico quasi provocante e lui ride. Direi che non vediamo l’ora di stare da soli.
<arrivo prestissimo giuro> mi dice <così abbiamo tutto il tempo che vuoi per noi> aggiunge e mi fa sorridere
<si, esatto, dobbiamo fare tante cose insieme> dico allegramente mentre saltello per la stanza come una bambina. Lui ride per il mio tono di voce <dobbiamo cucinare insieme, vedere le serie, scherzare, giocare, mangiare una pizza e tutto ciò che ci viene in mente> aggiungo euforica e lui ride ancora
<faremo tutto, promesso> mi dice dolcemente <ti anticipo che qualche volta cucino io >
<mi va benissimo!> dico ridendo, e mi immagino tutte le stupidaggini che faremo in cucina. <va bene amore> gli dico e improvvisamente mi ricordo dei miei genitori che sono rimasti di là soli <adesso vado dai miei, sono qui anche loro> aggiungo
<si certo, salutali da parte mia > mi dice dolcemente.
<si amore, ci sentiamo dopo allora> gli dico io mente sto per uscire dalla stanza da letto
<a dopo amore, ciao> mi dice, io ricambio e chiudo la chiamata. Ho proprio voglia di vederlo, mi manca davvero tanto. Se solo fosse qui ora, stasera saprei come inaugurare quel morbido letto come si deve, grazie lavoro per derubarmi di questo momento. Prima o dopo tuttavia, riusciremo a mandare a quel paese tutti, chiuderci in casa e scomparire. Sono decisamente presa, forse anche troppo. Penso già alla mia mente che sarà piena di pensieri nei prossimi mesi, che trasformerò tutti in canzoni. Non vedo l’ora, penso si sia capito. Torno in cucina e passo ancora un po’ di tempo con i miei e fede prima che se ne vadano. Parliamo tanto, ridiamo e mi raccomandano almeno 10 volte al secondo di stare attenta. Nonostante tutto questi sono momenti bellissimi e mi mancheranno, non lo nego. E’ sempre bello passare i momenti con la famiglia, ma adesso è arrivato anche il mio momento, di staccarmi e costruire la mia vita

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