ᴘᴀᴜʀᴀ

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⚠️AVVERTENZE⚠️

-I titoli saranno tutti stati d'animo.
- ci saranno diversi tw sulla violenza
- I capitoli andando avanti diventeranno sempre più lunghi, mentre i primi saranno un po' più corti.
-Solo alcuni eventi seguono la storia, il resto è puro frutto della mia fantasia.

«Sentirsi giudicati
Criticati
Spesso sbagliati.
Ecco quello che vivo con un costante senso di angoscia che invade la mia mente.
È così che mi sento in ogni situazione sociale in cui vengo esposta anche solo per-»

Chiudo freneticamente il mio diario riponendolo nello zaino alla vista delle persone che fanno ingresso nella mensa.
Con il tempo sono riuscita a convincere Roger a darmi un permesso speciale, uscire 10 minuti prima dall'aula per dirigermi in mensa prima dell'ingresso delle altre persone.
Oltre il diario ripongo anche la penna tornando a concentrarmi sul pasto davanti a me.
Tolgo delicatamente la forchetta dal suo incarto riposto sul vassoio e inizio a girarla nel piatto giocando con il cibo.
Sbuffo pensando al fatto di dover affrontare ancora due lezioni.
Alzo per la prima volta la testa dal mio vassoio per analizzare meglio la situazione, che in anni non è mai cambiata.
I soliti gruppetti del cavolo.
E poi Near.
Io e lui ci assomigliamo molto e non sono l'unica che lo pensa.
All'inizio tutti ci compativano perché stavamo sempre da soli , e poi dopo hanno capito che non vogliamo semplicemente avere amici.
L'unico lato in cui non ci assomigliamo è l'aspetto e il fatto che al posto di costruire torri a pranzo e a cena preferisco leggere o scrivere.
Riabbasso lo sguardo per poi rialzarlo subito dopo sentendo qualcuno sedersi.
«Linda, ti ho detto mille volte che voglio stare da sola, per favore.»
«Sempre schietta, vero?»
«Mh» risposi semplicemente tirando fuori un libro dallo zaino.
Sono sempre onesta, anzi, a volte anche troppo.
Non ho paura di dire la verità, se la vita è una, e noi la passiamo a mentire, che senso ha viverla?
«Oggi ti voglio portare in un bel posto.» disse Linda riponendo nello zaino I suoi colori.
«Dove se non possiamo uscire?»
«Tu fidati.»
«Mh mh... Sentiamo, vuoi per caso trasformarti in Kira, portarmi in un luogo isolato e uccidermi?»
«Magari, almeno tra i morti non staresti sempre da sola»
«Ei andiamo cosa vorresti dire?!»
«Che passi troppo tempo da sola.»
Sbuffai sonoramente e serrai i pugni , odiavo sentirmi dire quella frase.
«Beh, punto primo non sono sempre da sola e poi cosa faccio nella mia vita non ti riguarda! » alzai leggermente la voce per poi pentirmene subito.
Due ragazzi a un tavolo avanti al nostro si girarono a guardarci.
Uno con aria distratta, era più concentrato su una specie di console, mentre l'altro con aria molto scocciata e indifferente.
Il ragazzo con il caschetto biondo alzò un sopracciglio nella mia direzione e sempre con aria terribilmente odiosa si mise a sussurrare al suo amichetto.
Mi portai velocemente una mano sulla bocca, realizzando seriamente di aver parlato troppo forte.
Presi il mio zaino, e non badando a Linda che ancora mi parlava, uscii dalla mensa.
L'ambiente si stava facendo troppo soffocante per me.
Andai dritta nel mio dormitorio senza guardarmi indietro nemmeno una volta.
Una volta dentro, lanciai il mio zaino sul letto con ben poca delicatezza, spalancai la piccola finestrella presente nella stanza e respirai a polmoni pieni cercando di dimenticare l'accaduto.
Ben presto Linda venne a bussare alla porta del mio dormitorio nonostante gli abbia specificato chiaramente di lasciarmi stare.
«Che vuoi»
Linda sbuffó per poi allungarmi un contenitore grigio.
Ormai era abituata al mio comportamento fin troppo freddo.
Lo aprii e quello che vidi mi fece sfuggire un piccolo sorriso che però nascosi subito.
«Oh emh grazie» dissi mantenendo sempre uno sguardo duro.
«Guarda che non mi freghi, ho visto che hai sorriso anche se poco... Comunque ti va di andare a lezione insieme? Anche perché inizia tra 10 minuti...».
«Certo, fammi solo mangiare una ciliegia» dissi prendendone una dal contenitore.
«Solo una cosa, come mai le ciliegie?insomma tu sai che le amo» dissi evidentemente confusa.
«Si ed è per questo che le ho prese... Scusa forse in mensa ho esagerato e non volevo farti sentire a disagio...»
Linda era l'unica a sapere il mio problema, e soprattutto, l'unica che sapeva della mia ossessione per le ciliegie.
«quindi andiamo?»
«certo.»
Prese con una stretta a dir poco stritolante la mia mano iniziando a trascinarmi per tutto il corridoio.

d.e.p//mello ; death note [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora