Il primo anno

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Harry's Pov 

Harry ancora non capiva il motivo per cui i Dursley non volevano fargli leggere quella lettera. Era per lui! In quel preciso istante, si trovavano in una catapecchia in mezzo al mare agitato. Era molto piccola: c'era solo una camera da letto in cui dormivano i suoi zii - Vernon e Petunia -; nel "salotto" c'era un divanetto sul quale dormiva suo cugino Dudley. 

Ad Harry non restava che dormire sul pavimento, con una leggera coperta addosso.

Era la notte del suo undicesimo compleanno e, mentre disegnava una torta sul pavimento polveroso, pensò la sua vita a casa Dursley.

Harry era un ragazzetto mingherlino e piccolo, aveva un viso sottile, capelli castani e perennemente spettinati. Vestiva spesso i vestiti del cugino, che era quasi quattro volte più grande di lui. 

Le uniche due cose di cui Harry andava fiero erano i suoi occhi azzurri; capitava alcune volte che le ragazzine della sua età gli si avvicinassero solo per vedere i suoi occhi. L'altra era la cicatrice molto sottile che portava sulla fronte. 

L'aveva da sempre, e amava la sua forma di una saetta. 

Harry iniziò a disegnare delle candele, mentre dava un'occhiata a Dudley. A causa della sua statura, suo cugino e i suoi amichetti lo prendevano spesso in giro. Ma Harry aveva imparato a non farci caso, anche perché, se si arrabbiava, succedeva sempre qualcosa di brutto. 

"Hogwarts"  questo nome gli rimbombava in testa da quando l'aveva letto. Che cos'era? Cosa gli nascondevano i Dursley? Scoccò la mezzanotte, e Harry soffiò sulle candeline di polvere. 

BUM!

La porta finì sul pavimento con suono assordante. Zio Vernon uscì dalla stanza con un cannone in mano, affiancato da zia Petunia. Dudley si era messo seduto, pietrificato. Harry era scattato in piedi in un secondo e guardò l'intruso. 

Era un uomo gigantesco, il suo volto era semi-nascosto dalla sua barba lunga e dai suoi capelli crespi e incolti. Sotto quell'ammasso marrone, scintillavano i suoi occhi neri. Poi, rendendosi conto del danno appena fatto, si abbassò per prendere la porta e la rinfilò nei cardini. 

- Mi scuso - disse l'uomo, facendosi piccolo piccolo. - Lei è Alyssa -. 

Harry si era così concentrato sull'enorme e possente uomo che non si era nemmeno accorto della presenta di quella ragazza. Rimase incantato da tale bellezza. La osservò dalla testa ai piedi: era alta quasi quanto lui, gli arrivava al naso; aveva i capelli neri come il carbone e gli occhi azzurri, che tendevano al grigio. 

La ragazza gli andò incontro e gli porse la mano. - Ciao, io sono Alyssa Black - la sua voce era calma e tranquilla. - Tu devi essere Harry Potter, vero? -.

- Sì - disse Harry prendendole la mano. Poi si soffermò sui suoi vestiti: portava dei jeans blu a zampa di elefante tutti bagnati, una maglietta bianca con la scritta 'QUEEN' gialla e un giubbotto di pelle nero. 

- Ho sentito parlare di te, tanto - disse Alyssa, poi il suo sguardo divenne schifato quando guardò Dudley. - Spostati, ciccione. Un po' di rispetto, siamo ospiti! -. 

Dudley deglutì, e corse a nascondersi dietro la madre. 

- Grazie, piccola Black - disse l'uomo. Con un tonfo, si sedette sul divano. Guardò Harry, che deglutì. - Allora, Harry, buon compleanno! -.

Si mise una mano nel grande giubbotto che portava, ed estrasse una scatola leggermente schiacciata. - L'ho fatta io - disse Alyssa sorridendo, il suo sorriso era stupendo ed Harry sentì le guance andare a fuoco. - Credo che Hagrid si sia seduto sopra a un certo punto, ma credo che il sapore sia ancora buono -. 

𝐓𝐡𝐞 𝐆𝐨𝐥𝐝𝐞𝐧𝐒𝐪𝐮𝐚𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐏𝐫𝐢𝐬𝐨𝐧𝐞𝐫 𝐎𝐟 𝐀𝐳𝐤𝐚𝐛𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora