Solo quattro chiacchiere

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Queenie's Pov

La donna si sistemò il colletto del cappotto marroncino che la riscaldava, mentre, attenta, camminava sulle stradine scivolose di Hogsmeade. Era molto silenzioso, rispetto ai fine settimana in cui gli studenti di Hogwarts si riunivano, divertendosi.

Erano passati molti anni da quando ci aveva messo piede l'ultima volta, ma Hogsmeade era rimasta sempre la stessa, nonostante il periodo buio che stava vivendo. Si fermò davanti all'ingresso dei Tre Manici di Scopa, portandosi una mano sulla testa, per far scivolare il leggero cappello che portava. 

Alzò lo sguardo verso il cielo. L'aria era diversa, quasi rigida, e questo a Queenie Goldstein non piaceva affatto. Iniziò a tirare un venticello, che fece scompigliare il caschetto biondo. Si decise ad entrare all'interno del locale. 

I Tre Manici di Scopa era molto diverso rispetto ai moderni locali di New York: era molto più piccolo, e trasmetteva una sensazione familiare e calda. Ma Queenie non si era ancora abituata alla vita londinese che per lei era molto caotica e noiosa. 

Si chiuse la porta alle spalle, mettendo il cappello nella borsetta nera. Si guardò intorno, guardando ogni tavolo, finché non trovò un uomo con delle cicatrici sul volto, sul quale si formò un sorriso appena la vide. Affianco a lui c'era una donna vestita di nero e con un cappello a punta - a Queenie salì la voglia di rifarle il guardaroba - e il preside della scuola inglese. 

La mascella di Queenie si irrigidì, ma cercò di far spuntare un sorriso sincero sulla faccia. Guardò Remus Lupin, che aveva alzato un braccio, e il sorriso le venne spontaneo. 

Si avvicinò al tavolo, allisciandosi la gonna celeste. - Remus, tesoro, come stai? - chiese Queenie, abbracciando Remus, che si era alzato per raggiungerla. Lui ricambiò, abbracciandola forte. Queenie non ebbe bisogno di usare la Legilimanzia per capire come si fosse sentito abbandonato a sé stesso in questi anni. 

- Queenie! - disse lui, staccandosi dall'abbraccio, con un enorme sorriso. - Benissimo! Tu, invece? Il viaggio deve essere stato molto faticoso -. 

- Non molto, devo dire - disse Queenie, prendendo sottobraccio Remus. - E' stato molto piacevole riprendere una nave dopo tanto tempo -.

- Mi fa piacere - disse Remus. Arrivarono davanti al tavolino e Queenie salutò dolcemente. - E' un piacere rincontrarvi, professoressa McGranitt - disse, mentre la donna l'accoglieva in un abbraccio. 

- E' un piacere anche per me, cara - rispose la professoressa. 

- Albus, quanti anni sono passati? - chiese lei mentre abbraccia anche quest'ultimo. 

- Molti, cara - rispose lui. Queenie notò che la barba era cresciuta ancora di più nell'ultimo periodo e il suo stile era sempre rimasto lo stesso. Troppo magico per i suoi gusti.  - Prego, accomodati - disse sposando una sedia, accanto a lui. 

Queenie si tolse il cappotto, si sedette e se lo appoggiò sulle gambe. - Era da molto tempo che non visitavo Hogsmeade - disse, seguita da un sospiro. 

Quattro anni fa, oppressa dai ricordi del passato, decise di ritornare a New York, la sua città, per riprendersi. Molti dei maghi con cui era andata a scuola anni e anni fa, i quali ormai erano molto anziani, rimasero sorpresi di vederla così in tiro, senza una ruga o un capello bianco. 

"Uno dei tanti vantaggi dell'elisir di lunga vita" pensava lei ogni volta che glielo dicevano. 
Sentì molti occhi addosso, ma non ci fece caso. 

- Dimmi, cara, com'è New York? - chiese la professoressa McGranitt, con le labbra piegate in lieve sorriso. 

Queenie sospirò, accavallando le gambe da sotto la gonna. - E' rimasta sempre la stessa, solo qualche edificio più moderno, ma non è cambiata del tutto -. Aveva tante cose da dire su quella città, ma si limitò solo ad una breve descrizione di alcuni palazzi e locali. 

𝐓𝐡𝐞 𝐆𝐨𝐥𝐝𝐞𝐧𝐒𝐪𝐮𝐚𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐏𝐫𝐢𝐬𝐨𝐧𝐞𝐫 𝐎𝐟 𝐀𝐳𝐤𝐚𝐛𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora