Alyssa's Pov
- Alyssa, puoi venire un attimo? - disse il professor Lupin. Il corpo di Alyssa fu attraversato da un brivido gelido; era arrivata quasi alla porta ed era sul punto di spalancarla e correre via, ma non lo fece. Chiuse gli occhi, girandosi verso il professore.
Una mano calda si appoggiò sulla sua spalla. - Tranquilla, Alyssa, voglio solo parlare - disse Lupin, in tono calmo e pacato. Alyssa aprì gli occhi, mostrandosi sicura di sé. Il professore la fece accomodare sulla poltrona dove prima era seduto il professor Piton, poco prima che la lezione iniziasse.
Lupin, invece, rimase in piedi, osservandola con uno sguardo serio. Alyssa lo guardò dritto negli occhi, come se volessero leggere l'anima l'uno dell'altra nello stesso momento. Il volto del professore si addolcì e sorrise calorosamente.
- Sei identica ai tuoi genitori - disse Lupin.
- Sì, me lo dicono molte persone - disse Alyssa, fredda. Non voleva risultare antipatica, cosa che non era, ma doveva ancora realizzare quello che era successo. Lupin sembrò capirla.
- Sai, li conoscevo, i tuoi genitori - disse. - Girano voci qui, dicono che tu gli assomigli anche di carattere. E sono molto veritiere -.
Alyssa alzò un sopracciglio. - Davvero? - domandò leggermente sorpresa.
Lupin annuì, con un sorriso leggermente malinconico sul volto. - I tuoi genitori si sono sempre odiati, ci sono voluti sette anni per farli mettere insieme definitivamente. Era divertente vedere tuo padre che prendeva in giro tua madre e lei rispondergli a tono - disse, con una piccola risata.
- La prendeva in giro? - gli fece eco Alyssa. - Allora è mio padre, io faccio lo stesso con Harry -.
- I tuoi genitori erano molto legati a quelli di Harry - disse Lupin, iniziando a camminare avanti e indietro, con le mani nelle tasche. - Alexandra e James erano persone speciali, mi sono stati accanto in quei momenti che erano molto bui per me -.
Alyssa si fece sfuggire un ghigno. - Vuole parlarmi di Alexandra Grindelwald, non è così? - chiese lei, sperando in una risposta negativa.
- Non ce n'è bisogno, sai già tutti su di lei, mi sbaglio? - disse Lupin, fermandosi davanti a lei. La guardò negli occhi, mentre Alyssa deglutì. Come faceva a saperlo?
- No, non si sbaglia - disse.
- Ora, devi rispondermi solo con un sì o con no: sei tu la sua erede? - chiese il professore.
Seguì un lungo attimo di silenzio. Alyssa cercò di riordinare i pensieri nella sua testa e trovare una risposta che non metteva in mezzo le sue emozioni. Ma non aveva altre scelte: sarebbe scoppiata lo stesso.
- Sì - rispose in un sussurro.
Il professor Lupin sospirò, poi si inginocchiò davanti a lei. Alyssa guardò l'armadio che proteggeva il Molliccio. Gli occhi le si riempirono di lacrime, mentre il suono di quelle parole continuava a rimbombare nella sua testa.
- E' un peso che non riesco a sopportare - confessò Alyssa.
Non sapeva perché avesse iniziato a parlare, ma voleva solo sfogarsi. Capì che poteva fidarsi di lui. Partì quando all'età di sei anni arrivò all'orfanotrofio una donna dai capelli biondi a caschetto, vestita in stile anni '20; gli raccontò di come le aveva sorriso e le aveva spiegato tutto. Poi gli raccontò del suo primo anno ad Hogwarts, poi del secondo e delle sue lezioni.
STAI LEGGENDO
𝐓𝐡𝐞 𝐆𝐨𝐥𝐝𝐞𝐧𝐒𝐪𝐮𝐚𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐏𝐫𝐢𝐬𝐨𝐧𝐞𝐫 𝐎𝐟 𝐀𝐳𝐤𝐚𝐛𝐚𝐧
Fantasy! MOMENTANEAMENTE IN PAUSA ! SECONDO LIBRO DELLA SERIE: "HARRY POTTER" Alyssa Artemis Black ha sempre vissuto in un orfanotrofio, costruendosi corazze su corazze. Al suo undicesimo compleanno, un mezzo-gigante di nome Rebeus Hagrid ruppe i cardini...