Capitolo 9

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Layla

Lui è qui. Siamo soli, tutti soli. Di nuovo.

È la seconda volta che mi trovo in questa situazione e sono qui da soli due giorni.

Sono già stanca di lui. Mi sta inseguendo per qualcosa che non so? O forse vuole solo divertirsi.

«Dov'è Liv?» gli chiedo, ferma davanti alla porta del bagno.

Ha la faccia nascosta dietro un grosso libro, è a torso nudo, con i pantaloni della tuta, sdraiato sulla schiena.

«È dal suo ragazzo, quindi possiamo dormire in letti separati» dice, gli occhi ancora fissi sulla pagina.

Sta leggendo Anna Karenina. Oh, Dio mi aiuti.

Sbuffo, spostandomi sui piedi ma senza muovermi. «Cosa vuoi?»

Sospira, poi legge lentamente: «"Tutte le famiglie felici si assomigliano; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo."»

Lo guardo, confusa. «E allora? Stai leggendo Tolstoj, è l'inizio del romanzo.»

Sorride maliziosamente. «Lo sai, brava ragazza» dice, il suo tono basso.

«Ho letto questo libro quasi due volte» gli ricordo.

«Lo so, stavo solo assicurandomi che ricordassi le citazioni che hai evidenziato.» Sfoglia le pagine. Legge: «"Se cerchi la perfezione, non sarai mai contento.

«Capitolo 4» rispondo velocemente.

«"Scese, evitando di guardarla a lungo, come si fa col sole, ma vedeva lei, come si vede il sole, anche senza guardare.

«Capitolo 9.»

Perché sta facendo questa cosa?

Continua a sfogliare le pagine, senza guardarmi nemmeno una volta. «Quando sottolinei queste citazioni, cosa e chi ti passa per la mente e il cuore?»

Bella domanda.

Penso alla risposta, e Kyle si alza, si avvicina a me.

«Ti ho fatto una domanda» mi ricorda quando rimango in silenzio. China la testa a guardarmi, è a circa trenta centimetri da me, il libro tra le mani, tra noi due.

«Lo so» dico, alzando il mento, guardando finalmente nei suoi penetranti occhi verdi.

«Allora rispondimi» dice, la sua voce bassa e roca, il suo corpo così vicino a me che mi attira lentamente a sé come una calamita.

«La mia famiglia, me stessa nei panni di Anna» rispondo guardandolo negli occhi, quasi senza battere ciglio.

Mi mette in mano il pesante libro, avvicinandosi un po'. «E quando è coinvolto Vronskij... chi è il tuo Vronskij?»

«Il Vronkij che immagino nella mia testa, proprio come lo voglio io.»

«Sì?» Si avvicina sempre di più, finché non siamo a pochi centimetri di distanza, ma io non mi allontano, non voglio finire di nuovo in trappola.

La sua voce è un sussurro nel mio orecchio mentre parlo ora. «Vronskij ha fatto sì che Anna si godesse la vita, non era come Karenin, era divertente e giovane...»

«Ma ha finito per essere un problema per lei» lo interrompo.

«Per la società, la sua mente e la sua famiglia. Se non fosse stata sposata con Karenin, sarebbe stato perfetto per lei.» Si ferma, guardandomi negli occhi. «Sposeresti un Vronskij o un Karenin? Cattiva o buona?»

La Versione Peggiore di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora