Capitolo 5

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Kyle

«Che cazzo sta succedendo?» sbotto quando torno dentro e vedo i miei amici al round numero chissà quale di shot.

Sono ubriachi fradici. E si sentiranno male.

«Kyle!» mio cugino grida dal bancone. «Vieni qua! Dove diavolo sei stato, fratello?» biascica.

Oh Dio.

«A fumare fuori, come ti ho detto solo dieci minuti fa! Che cosa c'è di sbagliato in tutti voi?»

Sono stato via solo una decina di minuti ed sono già tutti così? Come è possibile? No, è possibile, dato che ognuno di loro ha bevuto due drink e ora si stanno facendo degli shot.

«Vieni qui, dai!»

Scuoto la testa e rido sottovoce: «Non voglio vomitare onestamente, ma voi divertitevi!»

Mentre li guardo, noto che anche Layla sta mandando giù degli shot. Quella ragazza non ha mai bevuto prima, si sentirà male subito dopo.

Mi avvicino a loro e avverto Liv: «Se non si ferma, finirà in ospedale» dico, riferendomi a Layla.

Liv mi guarda come se non mi avesse mai visto prima, ma poi si ricorda chi sono. «Fermala tu, allora. E la porti al nostro dormitorio, visto che ci sei, okay?» e mi mette in mano le chiavi della sua stanza. «Grazie mille, amico del mio cuoreee! Ti voglio beneee!» È ubriaca fradicia.

«Sì, ci scommetto.»

Ma prendo le sue chiavi e decido di fare quello che mi ha detto.

Non mi interessa se Layla si sente male, ma so cosa succede se esageri con l'alcol la prima volta che lo bevi, dal momento che non sai come potrebbe reagire il tuo corpo.

Mi avvicino a Layla, infilandomi le chiavi in ​​tasca. Sta ridendo di qualcosa ed è felice, i suoi occhi luminosi e il suo sorriso ampio.

«Un altro, per favore!» dice, chiedendo un altro bicchierino.

La prendo per un braccio e la tiro via dal bancone. «La tua serata e la tua missione di autodistruzione finisce qui» le dico, e lei fa il broncio come una ragazzina. «Dai, ti porto al dormitorio.»

Inciampa sui suoi tacchi e si aggrappa a me per tenersi in equilibrio. «Perché? Mi stavo divertendo così tanto!» urla lei, farfugliando. «Sei un guastafeste!»

«Sì, sì, certo. Andiamo.»

Riesco a tirarla fuori di lì. La conduco alla mia macchina tenendola per l'attesa, in modo che non cada a terra.

«Sali» le ordino e le apro la porta.

Ma lei resta ferma e dice: «Non ti conosco nemmeno. Vuoi uccidermi?»

Sbatto le palpebre due volte, guardandola scioccato. «Cosa? No.» Scuoto la testa e la spingo leggermente. «Entra e basta. Ti terrò al sicuro.»

Alla fine entra. «Tu non mi fai sentire al sicuro... mi fai sentire nei guai!» e scoppia a ridere.

«Lo so» dico, a malapena un sussurro. Non credo che abbia sentito.

Una volta che siamo entrambi in macchina, allaccio la cintura di sicurezza di Layla, e mentre lo faccio noto i suoi capezzoli duri sotto il tessuto del suo vestito. Scaccio quell'immagine dalla mia mente.

«Perché non ti sei unito a noi?» mi chiede, mentre esco dal parcheggio.

«Non mi andava stasera» rispondo in tono piatto.

Annuisce, guardando fuori dalla finestra. «Grattacieli, wow» dice a se stessa.

Non è che non ne abbia mai visto uno prima, però.

La Versione Peggiore di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora