Capitolo 27

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Kyle

La odio, ma la voglio così tanto.

È passato quasi un mese da quando le ho parlato. Le ultime parole che mi ha detto sono state: «Toglimi le mani di dosso, Kyle. Adesso!»

Sta legando un po' troppo con Malik. Non so se fanno sesso, ma sono sicuro che si baciano e si toccano, anche se non si sono mai baciati davanti a me.

L'ho visto metterle un braccio intorno alla spalla durante pranzo, darle baci sulla guancia, lei che ridacchiava e sorrideva intorno a lui e si sentiva così a suo agio.

L'ho persa. E ho chiuso con lei.

Sono appena arrivato all'aeroporto di Dublino e sto prendendo un Uber per casa di mio padre e di sua moglie.

È la prima volta che la incontro di persona e non sono entusiasta.

Mi ha chiesto di venire, ho detto di sì solo perché avevo bisogno di una pausa dal vedere Layla tutti i giorni e da tutto ciò che accade lì.

Dio, ho scelto mio padre. Probabilmente mia madre mi sta maledicendo da lassù in questo momento.

Mi dispiace, mamma.

• • •

Suono il campanello della grande casa di mio padre. Una signorina, tutta vestita di nero, apre la porta e mi fa entrare.

«Il signor Torres è in soggiorno con la signora Torres» mi informa.

Non ci sono mai stato, quindi non ho idea di dove andare. «Può mostrarmi la strada, per favore?» le chiedo.

La seguo, trascinando con me la mia piccola valigia, e mi guardo intorno.

Questo posto è enorme, troppo. I soffitti sono molto alti, ci sono finestre dal pavimento al soffitto con costose tende...

Deve aver guadagnato sempre più soldi negli ultimi due anni.

E poi lo vedo. I suoi occhi verdi brillano luminosi quando mi vede, un'espressione sorpresa gli attraversa il viso.

«Kyle.»

Faccio un respiro profondo ed espiro lentamente. «Papà» mi costringo a borbottare.

Si avvicina, fa per abbracciarmi, ma io faccio un passo indietro, facendogli capire che non voglio.

«Sei cambiato molto» dice. «Sono passati due anni.»

Annuisco, guardandomi intorno a disagio. «Già.»

Gira la testa verso sua moglie. Si alza e tende una mano. «Sono Aileen, è bello conoscerti finalmente, Kyle.»

Conosco il suo nome. Le stringo lentamente la mano e cerco di individuare eventuali segni di violenza. Non ne trovo, le sue braccia sono lisce e chiare, molto belle in effetti.

«A volte mi chiedo...» inizio a dire quando lascio la mano di Aileen, ma poi smetto.

Mio padre mi mette una mano sulla spalla e dice: «No, dì quello che hai da dire. Per favore.»

Scuoto la testa e ridacchio piano, perché è divertente. «Mi chiedo... cosa ti ha fatto la mamma. Era una moglie straordinaria, una madre straordinaria. Una donna straordinaria.» Mi fermo. «L'hai rovinata. E per cosa?»

Guarda in basso, non sa come rispondere a questo.

«Solo perché tu lo sappia,» dico, e inizio a salire le scale, dove immagino ci siano almeno tre stanze per gli ospiti, «non sono qui per te.»

La Versione Peggiore di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora