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Il ritorno alla normalità. Una delle cose più difficili che possa esistere sulla terra. Anzi sull'intera Galassia.

Le vacanze di Natale sono purtroppo terminate ed era tempo di tornare nelle aule per seguire lezioni noiose.

Io e i gemelli abbiamo festeggiato capodanno ad una festa organizzata last minute da un ragazzo ricco e imbecille della scuola ma molto famoso per le feste favolose che organizza. Questa non era da meno. E posso essere fiera di dire che ho iniziato il 2022 con una bella sbronza e un'emicrania gigantesca la mattina dopo.
Gli altri giorni sono passati quasi tutti uguali: mi alzavo, colazione, compiti (per sfortuna), uscite o con la mamma o con i gemelli o da sola, film la sera e infine a letto per riinziare il ciclo il giorno dopo.

Ma, per quanto possano essere stati giorni piacevoli, c'era sempre qualcosa che mi turbava, un peso sulla bocca dello stomaco che compariva nei momenti meno opportuni: non sento Cameron da quella sera.

Mi sento una totale idiota.

Lui si stava finalmente confidando a qualcuno e io gli ho sbattuto in faccia la verità nuda e cruda nonostante avessi letto nei suoi occhi il bisogno di sentirsi dire che io lo vedo diverso rispetto a tutti gli altri.

Ma è così. Io lo vedo diverso. Lui mi ha mostrato piccoli pezzi dell'altra sua facciata e io li ho immagazzinati tutti dentro di me, nel mio cuore.

Non mi ha lasciato finire, è semplicemente andato via.

Sarei stata una bugiarda se gli avessi detto che non credo più a niente perché io credo al fatto che lui usi - o per lo meno abbia fatto uso di- alcool e droghe, credo alla parte del donnaiolo, credo alla parte da "criminale". Credo a tutte queste cose. Ma non credo al fatto che lui sia un mostro, il figlio del diavolo.

Dentro di sé ha una luce immane -l'ho visto da quel poco che mi ha mostrato- che ha solo bisogno di una spinta per uscire.

E forse io gliela stavo dando. Ora gli ho dato solo un motivo in più per rimanere lì dov'è.

«Terra chiama Kyla» Katherine ferma il flusso dei miei pensieri schioccando ripetutamente le dita davanti alla mia faccia. «Sto cercando di organizzarti un diciottesimo da urlo e tu neanche mi dai ascolto»

«Scusa, stavo pensando»

Tra poco più di un mese compirò 18 anni e non ho ancora organizzato niente. Meglio: non ho ancora pensato a niente e la cosa non è da me. Adoro i compleanni, tutti, il mio specialmente e, se non avessi tutti questi pensieri per la testa, avrei già organizzato tutto, esteso gli inviti e fatto shopping.

Tutta colpa di quel maledetto brontolo.

«Mi spieghi che ti succede?» domanda con tono un po' preoccupato «Era da tanto che non ti vedevo così pensierosa»

«Tranquilla, non è niente» rispondo sorridendo per cercare di tranquillizzarla. So dove sono arrivati i suoi pensieri e non voglio che si preoccupi più del dovuto. Mi passerà. Devo solo sapere se sta bene, tutto qui, poi tornerò la solita e allegra Kyla. «è solo che-»

«Guai in paradiso» esclama non permettendomi di finire la frase. La guardo confusa, non capendo dove vuole andare a parare. Allora lei, con un cenno del capo, indica dietro di me dove hanno appena varcato la soglia della mensa James e Bryan.

Lui non c'è.

I due stanno litigando animatamente e io e Katherine non siamo le uniche ad esserci accorte che qualcosa non quadra: tutta la mensa li sta guardando cercando di capire il motivo della discussione. In tutti questi anni di liceo, quei tre non hanno mai litigato, MAI, e sono sempre venuti insieme. Sembrano certe volte la incarnazione perfetta del detto "o tutti o nessuno" ma a modo loro.

Il Figlio Del Diavolo (NON CONCLUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora