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Arrivo in aula con il fiato corto a causa della corsa per i corridoi. Quando però entro in aula, la trovo vuota: tutti i banchi sono perfettamente in ordine e la lavagna è pulita.

Come mai non c'è nessuno? Avrò sbagliato classe? No, impossibile. È la stessa da praticamente quattro anni. Allora perché è vuota?

Tasto le tasche alla ricerca del mio cellulare per scrivere a Allison, una compagna di chimica con cui stranamente vado d'accordo. Solo dopo qualche minuto di ricerca disperata, mi ricordo di averlo lasciato in camera mia. «Cazzo»

Mi allontano da lì continuando la mia ricerca ma, come previsto, tutti sono nelle loro rispettive classi e l'unico rumore che si sente sono le voci soffuse dei professori che spiegano.

Rassegnata vado verso le macchinette, inserisco un paio di monete e premo il pulsante per prendere un caffè.

«Ciao Kyla»

Una voce mi porta a girare verso il lato opposto della stanza. Vedo avanzare verso di me Allison con altri compagni.

«Ei, come mai non siete in classe?»

«Il professor Wesley non c'è oggi. Ti ho inviato un messaggio per sapere se volevi venire a fare colazione con noi ma non hai risposto»

«Ah» esclamo semplicemente. Questa mattina nella confusione mi sono completamente scordata di controllare il telefono. Immagino ci saranno anche una miriade di messaggi da parte di Katherine. «Non ho controllato il telefono questa mattina, mi dispiace»

«Tranquilla, stiamo andando ora. Vuoi venire?»

«Ho già fatto colazione. Grazie comunque per l'invito» dico con un sorriso sincero. Allison si limita ad annuire e con il resto della banda si dirige verso l'uscita.

Prendo il caffè dalla macchinetta, mi dirigo verso il giardino fuori scuola nonostante il freddo e mi siedo su una panchina. Appoggio lo zaino e tiro fuori il libro dalla borsa. "Cime tempestose", un classico letto e riletto.

È incredibile come in pochi anni i libri siano diventati il mio posto sicuro.
Ho iniziato a leggere circa due anni fa e ora non riesco a farne a meno.

«"Ho condotto una ben dura esistenza, dal giorno che ho cessato di udir la tua voce..."»

Una voce rauca mi porta a staccare gli occhi dal libro e a rimanere stupita davanti alla persona che ha appena citato questa bellissima frase. James, con una sigaretta incastrata tra le dita e una mano ben salda sullo zaino, si avvicina lentamente al tavolo.

« "...Ma tu devi perdonarmi: perché ho lottato solo per te."» continuo con un sorriso sulle labbra. «Non ti facevo tipo da libri»

«Fidati, rimarresti meravigliata nel vedere la quantità di libri che ho in camera»

«Ti credo» rispondo ridendo.

Si mette seduto di fronte a me, appoggia lo zaino vicino a sé e lo apre tirando fuori un libro per poi appoggiarlo davanti a me, in modo che possa leggere il titolo.

«"Il fu Mattia Pascal", Luigi Pirandello. Cavolo, qui ci andiamo giù pesante»

Sorride leggermente per poi dire: «È stato il primo libro che ho letto. Da qui mi sono appassionato alla lettura»

«Il mio è stato "Harry Potter e la pietra filosofale" quindi mi batti cento a zero»

Chiudo il libro e lo ripongo dentro la borsa per dare la mia completa attenzione a James. Lui fa lo stesso poi continua a fumare la sigaretta che per tutto questo tempo è stata incastrata tra i suoi denti.

Il Figlio Del Diavolo (NON CONCLUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora