Sogni

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Corro a piedi scalzi per una via già conosciuta. Luminosità del tutto assente, i pali dei lampioni emanano una luce opaca. Corro in mezzo a una strada asfaltata. Le macchine corrono verso di me. Non mi investano..sono solo le luci ad abbagliarmi. I clacson mi assordiscono. Ma ogni volta che corro e sento il cuore pulsare in gola, le macchine passano attraverso me, come se fossi un fantasma.  E in quel fragente sento un brivido..perdo il controllo come una foglia che si vuole posare a terra ma il vento la fa rialzare. Non ho tregua.  Corro e guardo i miei piedi. Scalzi contro l'asfalto tiepido. Guardo le mie mani. Sono sporche. Sono sporche di sangue. Il mio vestito bianco è sporco di sangue. Ho il battito accelrato. La testa mi gira. Gli occhi si chiudono. Bam!  Le gambe cedono. Sudo. Urlo. Un bagliore diverso. Un cammion. Un rumore assordante. Corro verso quella luce. Ma non mi nuovo. Sono le cose a muoversi verso di me. Occhi chiusi. Il rumore del cuore che batte. Il sudore che scivola. E il freddo intorno a me.....

-NOOOO!!!! -Urlo svegliamdomi. 
-Lola che c'è? Ti senti bene? Amore?! -mi chiede affannosamente Erika.
La guardo . Ha gli occhi spalancati.
-un brutto sogno..-le dico rassicurandola.
Mi alzo nuda e vado in bagno. Mi guardo allo specchio. Sono tutta sudata. La pelle bianca. Il corpo di una quindicenne. Pieni di segni. Una magrezza che mi ha distrutto e mi ha mangiato. Quella malattia del cazzo che è l'anoressia, che ho sconfitta da poco, dopo tanti anni. Mi lavo il viso.  Faccio respiri lunghi. Non mi guardo nei occhi. Non l'ho mai fatto. Ho paura di vedere il vuoto dentro di me.
Lei sta dietro di me. Sento la sua presenza.
-Sssh... -mi sussura in un orecchio.
-Calmati va tutto bene- mi dice asciugandomi le spalle con un'asciugamano.
Le altre volte quando facevo sti sogni lei mi prendeva in braccio e mi portava sul divano. Mi abbracciava. Sentiva i miei lamenti le mie lacrime. Senza dire niente. Solo accarezzandomi.
Adesso si limita a starmi dietro. A tenermi per mano a sussurrarmi parole dolci.
Prende un'asciugamano e me la mette sulle spalle per coprirmi. Prende le mie due mani con una sola mano,e  mi porta in soggiorno. Con una mano mantiena la sua stampella con l'altra le mie due mani. Si siede e mi fa sedere sulle sue gambe. Mi rannicchio addosso a lei. Non piango. Il suo battito è cosi lento così dolce che mi addormento. Mi calmo. Lei mi bacia la fronte e mi accarezza i capelli.
Mi sveglio poco dopo. Lei è ancora lì. A guardarmi a proteggermi.
-Hey ti senti meglio? - mi chiede con un sussurro. Annuisco. Questa volta sono io a ringraziarla. Lei è tutto.
-È per il libro che stai scrivendo? -mi chiede.
-Come fai a sapere che sto scrivendo un altro libro? -le chiedo sorpresa.
-Ho sbirciato un po'... Non sforzarti troppo, hai un passato difficile e non vorrei che scrivendolo rivivi tutto quel male- mi rimprovera lei.
-Si amore hai ragione... -le dico.
-Se non ci riesci lascia stare, non calcare troppo con la mano se non sei sicura, perché dopo quando vai a cancellare rimangono i segni...fai piano tanto nessuno ti corre dietro.-
-Ok...hai ragione adesso avrei tanto bisogno di una pausa... -le rivelo.
Lei ci pensa su. Fa per parlare ma poi non dice niente. Apre la bocca e la chiude.
-Che c'è? - le chiedo a bassa voce.
-...mi hanno chiamato ieri...e mi hanno proposto di andare a Berlino per i miei quadri...all'inizio non ci volevo andare ma adesso che mi hai detto sta cosa...beh possiamo andare tutte e due e fare una mini vacanza... -mi risponde.
-Wow sarebbe fantastico...perché non me lo hai detto prima? -le chiedo.
Lei non mi risponde. Ma non mi importa. Fa sempre cosi e per me è diventata un'abitudine.
TRIIIIN!!!
Il campanello. Mi alzo, giro l'asciugamano intorno al corpo. Apro la porta. È Mario.
-Ah sei te? -gli dico con disprezzo.
-Anch'io sono  felice di rivederti..-ribatte lui. Entra e mi fissa dalla testa in giù.
-Ho interrotto qualcosa? -chiede con fare nervoso.
-Si... - ribatto io.
Ma Erika si alza e fa di non con la testa ridendo.
-No Mario, non ti preoccupare non stavamo facendo niente.-
-Ah ok... Grazie... -risponde lui.
-Amore io vado di là  a fare quella chiamata...-annuncia Erika.
Le faccio di si con la testa. Lei si alza e se ne va. Mario si siede sul divano. Io mi metto sulla sedia vicino al caminetto. Accendo una sigaretta e faccio dei piccoli tiri.
-Viola ...scusami per oggi sono stato uno stronzo...è che mi manchi, manca lo stare con te e tutto.... -lo fermo.
-Mario ti parlo sinceramente.. io non ti manco come amica o quant'altro... ti manca il nostro rapporto a letto....ma adesso non lo puoi più avere...  lasciamo il nostro passato alle spalle, e continuiamo a vivere questo nostro rapporto in amicizia...-gli dico.
Lui mi guarda. Si vede che è deluso,  forse soerava che venendo qua mi avrebbe riavuta indietro. Ma è la fine della nostra storia di amanti.
-Si hai ragione... io ti devo vedere solo come amica...ormai non siamo più due ragazzini... scusami... -si alza e se ne va.
Se fa così per attirare l'attenzione allora si sbaglia di grosso. Cosi attira solo la mia rabbia.

violet tulipDove le storie prendono vita. Scoprilo ora