Sola

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...mi lasciò lì all'entrata dell'inferno...mi lasciò da sola ad affrontare la tempesta... mi lasciò senza dirmi addio... ci rimasi male... la odiavo,lei aveva promesso di restarmi sempre accanto di non lasciarmi mai... ma adesso non c'era...di lei mi rimaneva solo il ricordo...di lei mi rimaneva solo il sorriso... ho cercato invano di capire il perché se ne fosse andata... non l'ho mai capito fin quando una notte, mentre dormivo sotto il letto dei miei ,li sentì parlare... mia madre si era già lasciata con il mio vero padre... adesso stava con un altro molto più giovane di lei...papà non dormiva più in  casa... se ne era andato anche lui... mi aveva lasciato anche lui...quella sera mentre ero intenta a nascondermi dal resto del mondo, quella sera sentii mia madre sgridare mio padrino... gli chiedeva perché aveva toccato Gisella. Perché le aveva messo le mani addosso. Lui si limitò a un sospiro e a dirle che era stata trovata morta, investita anche lei. Il mio cuore si spezzò. Per l'ennesima volta si frantumó come uno specchio. Non ci furono urla solo lacrime. Imparai per la prima volta a piangere sotto voce, e soprattutto di notte quando nessuno mi poteva vedere, sentire e la cosa più importante imparai a nascondere il mio dolore difronte agli altri... perché più mostri al tuo carnefice che soffri e più lui goderà nel farti soffrire... una lezione di vita imparata a quattro anni e che mi servì per tutto il resto del mio viaggio nell'inferno.
Dopo la morte dei miei due fratelli e la scomparsa di mio padre ce ne andammo da quella casa.
Mio padre era sparito dopo una notte d'estate. Aveva ucciso un uomo dinanzi ai miei occhi.
Era sera. Bussò alla porta un uomo... un vecchio amico di papà... stavamo tutti a tavola... mia madre indossava una minigonna dalla quale si vedeva tutto...l'amico di papà la guardava ogni volta che passava davanti a lui.
Da noi l'ospite è sacro e non va toccato, ma quando supera quella linea sottile tra l'essere ospite e fare il padrone.. beh quando la supera sono cazzi amari.
Quel tizio lo fece. Gli bastò solo dare una pacca sul sedere di mia madre. Gli bastò un piccolo gesto per porre fine alla sua vita.
Con velocità fulminea. Una velocità che una persona ubriaca non ce l'ha. Con quella velocità mio padre prese un coltello. Era una specie di spada ben affilata e tagliente... una falce forse... la prese e con un colpo solo decapitò il suo ospito, nonché amico. Sangue dappertutto. Addosso a me. Sul mio viso. Sulle mani . Sui vestiti. Rimasi scioccata. Ero scioccata. Mio padre non era mai stato un uomo violento. Non mi aveva mai picchiato neanche i miei fratelli. E quella sera per uno strano motivo, non so quale impulso gli mandò il cervello che fece quell'atto feroce.
Le uniche cose che mi ricordo sono io mia sorella Sara sotto il tavolo, io che le canto una ninna nanna ,abbracciandola per non farle vedere niente e non.ascoltare niente. So solo che la polizia fu chiamata. Papà scappò. Tornammo a casa e pulimmo tutto. E dopo lasciammo per sempre quella casa. E tutti i ricordi brutti. Lasciammo la prima fase dell'inferno per andare un po più giù. Dove la voragine si stringe e il dolore è maggiore....

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