Primo amore

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Non so quanto tempo passai in quella.scuola forse solo i primi tre anni o due.. boh non lo so...io vivevo alla giornata senza ora ne data... vivevo seguendo il mondo... col tempo mi abituai ad andare a scuola da sola... a stare a mensa da sola... nel banco da sola... le maestre erano sempre molto gentili e io facevo del mio meglio per imparare a leggere e a scrivere...potevo studiare solo a scuola.. a casa mi era impossibile... mio padrino e mia madre littigavano sempre... erano botte, sangue, urla, lacrime... tutta la mia infanzia è stata continuamente ossessionata da una sola domanda...perché cazzo mia madre non si lasciava con mio padrino, visto che la trattava di merda? Non ho mai trovato risposta a questa domanda...ci stava perché lo amava? O perché aveva bisogno dei soldi per mantenere cinque figli? Oppure era solo ed esclusivamente voglia di sesso?... che cosa impediva a mia madre di metterci in salvo da quel pazzo del suo compagno?...non capivo e non lo capisco tutt'ora...mi risulta difficile non capire perché una donna dopo sette figli non abbia ancora lo stinto di proteggerli?!...non mi sono mai messa nella testa di quella donna, avevo paura di scoprire cose orribili... ma per fortuna in mezzo a tutto quel caos, mi innamorai di un ragazzo... anzi un bambino... avevamo all'incirca sei o sette anni... il villaggio dove vivevamo appartenevano a due clan diversi... quella.della mia famiglia apparteneva al lato est... mentre quella del bambino di cui mi innamorai apparteneva al lato ovest... queste due fazioni erano in continuo conflitto... non ho mai capito il perché ma a volte le persone si odiano senza un vero e proprio motivo... possiamo dire che la mia "storia"con questo bambino era l'interpretazione in chiave moderna sud-americana della.storia di Romeo e Giulietta... due fazioni opposte, due famiglie che non si potevano vedere, l'unica cosa che cambiava era la fine...nessuno di tutte e due ci siamo uccisi per amore... ma diciamo che quel periodo di amicizia con quel.bambino mi aiutò a stare bene con me e a non pensare ai miei problemi a casa...ci invontravamo sempre allo stesso posto... sotto gli alberi di pino... nessuno abitava li e nessuno ci doveva vedere insieme... tornavamo da scuola insieme ma.arrivati nei pressi del villaggio ci salutavamo e iniziavamo a camminare separati... uno da una parte della via e l'altro dall'altra parte... un giorno però i nostri sottofuggi finirono... stavamo tornando da scuola e da poco aveva smesso di piovere... il sole era uscito e c'erano enormi pozzanghere d'acqua mischiate al fango... per due bambini vedere quella "vasca naturale" era la felicita fatta persona...a chi non piace saltare dentro le pozzanghere? A noi piaceva un sacco... per tutto il cammino non abbiamo fatto altro che saltare da una pozzanghera all'altra...ridevamo... era stata la giornata più bella fino a quel punto della mia vita... poi tornata a casa mio padrino si arrabbiò... ero zuppa e sporca... per paura di essere picchiata diedi la colpa al mio amichetto... lui fece la stessa cosa...inutile dire che ci fu una battaglia quasi a sangue tra le due fazioni... agli adulti non importava se avevamo detto o meno la verità a loro interessava solo picchiarsi e farsi del male a vicenda...gli animali rispetto a loro utilizzavano mille volte meglio il cervello...da quel giorno in poi non vidi mai più il mio amichetto di gioco... suo padre lo mandò da uno zio lontano e io fui tolta dalla scuola... ci rimasi male... amavo la.scuola... quel luogo pulito, il pasto caldo, le maestre gentili... mi toccava stare a casa e ad essere il capro espiatorio per ogni occasione...le punizioni furono intensificate...io non commettevo nessun errore... ma ogni volta che mancava da mangiare o semplicemente le sigarette per il compagno di mamma...beh la rabbia la dovevano pure far passare... e per farla passare sceglievano di picchiare qualcuno... inutile dire che ero la preda più ambita... quante frustate ho ricevuto senza un vero motivo... piangevo perché il dolore era insopportabile... sentivo i pezzi di cuoio entrare nella pelle e tagliarla...e alla fine uscire per poi penetrarla un 'altra volta...era peggio che scottarsi col fuoco... e dopo le frustate mi toccava stare per ore e ore inginocchiata sui tappi delle bottiglie oppure sui fagioli...a tarda sera la punizione finiva... mi potevo lavare con l'acqua fredda e andare a dormire per terra sotto un tavolo o in un angolino...questo è stato l'andazzo di tutta la mia vita... il.dolore, la sofferenza, il male che mi hanno fatto, nessuno lo può capire... oggi ci sono ragazzi che si uccidono per sciocchezze ma vai a mettere essere svegliata la notte con qualcuno che ti tocca le parti intime... E chiudere gli occhi e chiedere aiuto a Dio che tutto quello che sarebbe venuto dopo , il giorno dopo non te lo ricordassi più... chiudere gli occhi la notte sperando di non sentire il respiro del tuo carnefice sul collo...chiudere gli occhi sperando di non svegliarsi mai più il giorno dopo...preghiere, lacrime, urla soffocate...vivevo la vita volendo la morte... la morte non arrivava e io disperavo...quel cerchio del mio inferno fu il più cruento di tutta la mia infanzia... fu il cerchio del quale conservo ancora oggi i segni sul.mio corpo...conservo ogni più piccolo ricordo... ogni più piccolo pensiero... la lezione che ho imparato è che per quanto noi non lo vogliamo il nostro cervello o subcoscio ricorda e ricorderà sempre solo ed esclusivamente le cose più brutte rispetto alle cose belle...l'uomo è strano ma la mente è un mistero...

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