Capitolo Trentuno

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All Might si sistemò sulla poltrona davanti a me, prese un lungo sorso del suo té verde e chiuse gli occhi. Sembrava davvero molto stanco. Sembrava si stesse per addormentare, ma quando riaprì gli occhi erano fieri e sicuri, ogni traccia da spossatezza era sparita dal suo volto. La sua voce risuonò ovattata nel salottino.

- Circa dieci anni fa, quando venni promosso a detective, avevo una partner che mi faceva da mentore e iniziammo ad indagare insieme su una serie di omicidi/suicidi. Scoprimmo che l'autore di tutto quel trambusto era un uomo a capo di una famiglia mafiosa e che si faceva chiamare All For One. Cercammo di collegare i vari casi insieme, le vittime non avevano molto in comune, però erano tutte giovani e sane. Quindi potevano usarli per una cosa sola: traffico d'organi.
Quando finalmente arrivammo a lui la mia maestra venne uccisa nel tentativo di proteggermi e io giurai vendetta. Però, Giovane Midoriya, la vendetta è una brutta cosa, ti logora e ti priva di energie. Ti fa commettere azioni che non faresti mai a mente lucida. Quando, dopo quasi sei anni di ricerche, lo ritrovai fui accecato dalla mia sete di vendetta e giustizia. Lo uccisi. O così credetti.
Anche io ne uscii più morto che vivo e per questo mi ritirai. Il codice d'onore mio e della mia maestra era di arrestare i criminali, non di ucciderli, per cui lasciai tutto e me ne andai. Però avevo dei sospetti: come io stavo educando te ad essere il mio successore sicuramente anche lui stava facendo lo stesso. È probabile che questo individuo con cui vi siete scontrati tu e il Giovane Bakugō sia il suo successore.
È tuo dovere fermarlo. Non fare il mio errore, non farti accecare dalla vendetta.
- Vendetta? Perché dovrei fare un cosa simile? Mi farò solo guidare dalla giustizia. Shigaraki non sa contro chi si è messo. Io e Kacchan ce la faremo.
- Tu non.. tu non lo sai? Il Giovane Bakugō è stato trovato quasi morto in un vicolo, due mesi fa. Probabilmente è morto a causa delle ferite. Mi dispiace Izuku. Ho sentito la notizia su un notiziario giapponese..

La tazza che avevo in mano cadde sul pavimento e si ruppe. Il tè macchiò il tappeto. Fissai la macchia con occhi vacui.

Kacchan morto? Lui? Impossibile. Non poteva essere.

- Non.. non è vero. Non è possibile. Kacchan non si sarebbe mai fatto uccidere. Mai.
- Giovane Midoriya..
- No. Lui è vivo. Io lo saprei se fosse morto. Quello che avevamo, quello abbiamo, ci lega. Lui non è morto.
- Mi dispiace.

Iniziai a piangere senza nemmeno saperlo. Com'era possibile una tragedia simile? Se lui fosse davvero morto, se era veramente stato ucciso da loro, non avrei risparmiato nessuno. Sarebbero morti tutti e io con loro.

10 Giugno

Ero rimasto con All Might. Aveva acconsentito a tornare con me a Tokyo e aiutarmi nel distruggere l'Unione, ma prima di tornare avremmo dovuto avere un minimo di progetto e qualcuno su cui contare. Recuperai un cellulare e chiamai il mio ufficio.

Il telefono squillò a vuoto, non rispose nessuno. Partì la segreteria.

"Il Nerd non è in ufficio. Se vi serve qualcosa arrangiatevi o chiamate il quattrocchi. Come se potesse essere d'aiuto.".

Mi misi a ridere. Quello stupido aveva cambiato la mia segreteria. Risi così tanto che Toshinori mi guardò con uno sguardo preoccupato.

Composi il numero di Iida.

- Iida Tenya.
- Iida? Sono io, Midoriya.
- MIDORIYA! SEI VIVO?! STAI BENE?!
- Iida, ti prego, non gridare. Si, sto bene. Sto tornando. Contatta chi puoi e radunatevi nel mio ufficio. Chiama solo di chi ti puoi fidare.
- Certo, va bene. Ma perché?
- Te lo spiegherò poi.

Chiusi così la chiamata. Non volevo correre rischi.

Andammo all'aeroporto più vicino e prendemmo due biglietti per Tokyo. Il viaggio sarebbe stato lungo e avremmo avuto tutto il tempo per elaborare un piano.
Nell'attesa della partenza potei chiedere ad All Might qualche informazione su questo All for One.

- All.. Toshinori, come è possibile che questo criminale sia ancora vivo dopo il vostro scontro? Se tu avevi la certezza di averlo ucciso, com'è possibile che invece l'abbia scampata?
- È piuttosto semplice in realtà. Anche se avevo colpito i suoi organi principali, lui aveva a disposizione tutti gli organi che voleva. In fin dei conti è questo che faceva: traffico umano. Da quello che ho capito è la stessa cosa che fa il suo discepolo. Non è così?
- Si, Shigaraki fa esattamente quello. Io e Katsuki ci siamo infiltrati nell'organizzazione e siamo stati in una delle sue basi..

Raccontai lui com'era l'ambiente in quel "settore", di come le vittime (sia maschi che femmine) venivano trattati, come se fossero stati trofei da far vedere o scatole in cui si potevano trovare pezzi di ricambio.

Gli raccontai poi del fallimento al molo, di come senza esitazione Shigaraki avesse sparato alla ragazza perché tanto avrebbe fruttato qualcosa anche se fosse morta.
Mi rabbuiai e mi ammutolii. Ripensare a tutte quelle cose mi faceva venire il voltastomaco. Ripensare a quei giorni mi faceva provare rabbia e tristezza, ma non potevo evitare di nascondere anche in realtà la felicità a cui quei giorni mi avevano portato. Alla fine tutta quella storia mi aveva riportato da lui, da Kacchan.

Resisti Kacchan, sto arrivando.

12 Giugno

Eravamo a Tokyo da mezza giornata. Eravamo nascosti nelle vicinanze dell'aeroporto, in un motel scadente. In questo modo sarebbe stato più facile rimanere lontani dall Unione.
Mandai un messaggio ad Iida. Ci saremmo trovati nel mio ufficio alle 23 di quella sera. Rispose quasi subito dicendo che aveva contattato tutti quelli di cui era sicuro di poter contare.
Mi apparirono i volti dei colleghi, di Uraraka, di Kaminari, di Kirishima, di Todoroki.. e se..?
Inviai un nuovo messaggio a Iida

"Non chiamare Shōto."

Mi erano tornati alla mente i dubbi che Kacchan nutriva su di lui, al fatto che il fratello fosse un membro dell'Unione e che forse sarebbe potuto essere un doppiogiochista. Todoroki era sempre stato un buon amico e buon informatore ma.. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
Ora avrei dovuto aspettare con calma l'orario del ritrovo e con il favore della notte avrei potuto finalmente attuare il mio piano.

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